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Quando il trauma segna la sessualità: cicatrici emotive e incarnate

Il trauma può lasciare segni profondi sulla sessualità, intrecciando paura, desiderio e piacere in modi complessi

Di Cristiana Chiej

Pubblicato il 19 Mar. 2025

L’impatto del trauma sulla sessualità: conseguenze psicologiche e somatiche

La sessualità è un aspetto intimo, delicato e profondamente personale della nostra vita. Per chi ha vissuto un’esperienza traumatica, però, questa sfera può diventare terreno di emozioni complesse, paure e, a volte, anche dolore. Il trauma, infatti, può insinuarsi nella vita di una persona in modi invisibili ma potenti, e la sessualità è una delle dimensioni più colpite. Non si tratta solo di un’esperienza fisica, ma di un intreccio tra corpo, mente, emozioni e relazioni. Quando il trauma entra in gioco, soprattutto se legato a episodi di abuso o violenza, lascia cicatrici che vanno ben oltre il momento dell’evento. Queste cicatrici possono distorcere la percezione del piacere, incrinare la fiducia nell’altro e trasformare la sessualità in un terreno fragile e instabile.  

Il trauma non è soltanto un evento che vive nella mente; è qualcosa che il corpo stesso immagazzina, come una memoria fisica silenziosa ma pervasiva.

Il corpo non dimentica. Anche quando i ricordi sembrano lontani, il corpo conserva le tracce del trauma attraverso sensazioni, tensioni muscolari, risposte automatiche e posture che possono riattivarsi inconsapevolmente in determinate situazioni. Questi schemi corporei non elaborati sono il modo in cui il corpo “parla” del trauma, anche quando la mente non è più consapevole del ricordo (van der Kolk, 2014).

Durante i momenti d’intimità, queste memorie corporee possono riaffiorare sotto forma di disturbi della sfera sessuale e problemi legati alla bassa soddisfazione sessuale, soprattutto se le esperienze traumatiche si collocano durante l’infanzia (Rellini & Meston, 2011), ed in particolare: 

Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo e Distacco Emotivo

Questo disturbo si manifesta con una marcata riduzione o totale assenza di interesse verso l’attività sessuale. Può derivare dall’associazione della sessualità con ricordi traumatici, portando a un evitamento attivo delle situazioni intime. Il trauma può spegnere la capacità del corpo di provare piacere, interrompendo il naturale fluire del desiderio e delle sensazioni positive legate alla sessualità (Giannantonio, 2018).  Le persone che ne soffrono possono sperimentare un senso di distacco emotivo durante le esperienze sessuali, accompagnato da una paura inconscia di rivivere il trauma. In alcuni casi, il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è accompagnato da un senso di repulsione verso il partner o verso atti sessuali in generale, alimentato da ricordi intrusivi e vissuti emotivi legati all’abuso (Stephenson et al., 2012). 

Dispareunia e Vaginismo

Il dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) o gli spasmi involontari dei muscoli vaginali (vaginismo) sono problematiche frequenti tra le donne che hanno subito abusi sessuali. Questi disturbi riflettono una risposta somatica al trauma e possono compromettere la vita sessuale e relazionale. La dispareunia può manifestarsi con un dolore persistente o ricorrente durante la penetrazione, che spesso non ha una causa organica evidente ma è radicata in una tensione muscolare cronica o nella paura associata al rapporto sessuale. Il vaginismo, d’altra parte, è una reazione automatica e involontaria che impedisce la penetrazione (Holland et al, 2000).

Diversi studi hanno confermato che molte donne che hanno subito abusi sessuali, in particolare se ciò è avvenuto durante l’infanzia, soffrono di vaginismo o altri disturbi della sessualità (Vancaille G., Jarvis S.K., O’brien-Tomko M., 2012). Elementi specifici dell’abuso, come la violenza fisica, la penetrazione forzata o il coinvolgimento di più abusanti, amplificano il rischio di sviluppare tali patologie. Ad esempio, Sarwer e Durlak (1996) hanno evidenziato che il dolore coitale e il vaginismo sono più frequenti in donne che hanno subito violenze particolarmente traumatiche. Il vaginismo, infatti, una disfunzione sessuale che si manifesta come una contrazione involontaria della muscolatura vaginale in risposta al rapporto penetrativo, si collega alla paura e alla fobia del coito, una reazione psicologica talvolta innescata da ricordi traumatici. Le vittime di abuso spesso associano il rapporto sessuale a flashback dolorosi, creando un circolo vizioso di paura, dolore e evitamento. Questa risposta, che può sembrare un meccanismo protettivo, finisce per ostacolare il loro adattamento emotivo e relazionale, consolidando schemi negativi nei confronti della sessualità (Marendaz L.A., Wood K., 2005). 

Anorgasmia

L’anorgasmia, ovvero l’incapacità di raggiungere l’orgasmo nonostante una stimolazione adeguata, è un altro disturbo comune. Spesso è legata a una difficoltà nel lasciarsi andare emotivamente e fisicamente durante l’intimità. Questo può derivare da una sensazione di pericolo o da un blocco emotivo che impedisce il pieno coinvolgimento nell’esperienza sessuale (Heiman, J. R., 2002).

Disturbo dell’eccitazione

In uomini e donne, l’abuso sessuale può portare a difficoltà nel raggiungimento o nel mantenimento dell’eccitazione, causate da ansia da prestazione, flashback traumatici o altre conseguenze psicologiche legate al trauma. Questa condizione è spesso aggravata da sentimenti di inadeguatezza e vergogna, che possono influire negativamente sull’autostima (Basson, R., 2000).

Ipervigilanza 

Il corpo rimane in uno stato di allerta costante, percependo ogni contatto come una possibile minaccia, anche quando è gentile e amorevole (Fisher, 2017).  

Il corpo come custode del trauma: effetti sulla sessualità e percorsi di guarigione

Questi fenomeni non sono semplici disfunzioni ma risposte profonde che il corpo utilizza per proteggersi da quello che percepisce ancora come un pericolo.  

Non sono scelte, ma piuttosto reazioni automatiche del sistema nervoso. Il corpo, “custode” della memoria traumatica, agisce per proteggere la persona, anche a costo di bloccare esperienze positive come il piacere o l’intimità (Giannantonio, 2018).

Quando una persona subisce un trauma, infatti, il sistema nervoso simpatico (responsabile delle risposte di “lotta o fuga”) entra in uno stato di allerta, e quest’attivazione può rimanere “bloccata” anche dopo che la minaccia è passata. Ciò significa che il corpo reagisce come se fosse costantemente in pericolo: gli ormoni dello stress, cortisolo e adrenalina, mantengono il corpo in uno stato di ipervigilanza, rendendo difficile rilassarsi durante l’intimità e si riscontra una ipersensibilità agli stimoli, tanto che anche un tocco gentile può essere percepito come invadente o minaccioso, riattivando il ricordo del trauma.

Il risultato è un corpo che si difende da un pericolo che non esiste più, intrappolando la persona in un ciclo di paura e tensione (Fisher, 2017).

L’esperienza di abuso può frammentare l’esperienza della sessualità in diverse dimensioni: non solo nel corpo, ma anche nell’identità e nella relazione (Giannantonio, 2018; 2019). Il trauma, infatti, non agisce solo come evento isolato, ma come un processo che altera in profondità il modo in cui la persona vive sé stessa e si rapporta agli altri.

La sessualità è una funzione complessa e multidimensionale, dove corpo, mente ed emozioni sono interconnessi. Quando il trauma colpisce, queste dimensioni perdono il loro equilibrio, e la sessualità si frammenta, manifestandosi spesso in difficoltà emotive, blocchi corporei o relazionali.

Il corpo dunque trattiene l’impronta del trauma non solo attraverso sintomi fisici, ma anche come “mappa emotiva” che influenza il modo in cui la persona vive il piacere e l’intimità. 

Il trauma, specie se legato a esperienze di abuso o violenza, porta con sé un bagaglio emotivo pesante, fatto di vergogna, senso di colpa e un’immagine di sé profondamente distorta.  

Molti sopravvissuti si sentono “danneggiati” o “sbagliati”, come se il trauma fosse una macchia indelebile e questo naturalmente rappresenta un ostacolo all’intimità. (Herman, 1992).

Il trauma, inoltre, non colpisce solo la persona che lo ha vissuto, ma si riflette anche sulle dinamiche di coppia. Costruire o mantenere una relazione intima può diventare una sfida, perché il trauma mina le basi di fiducia e sicurezza necessarie per un rapporto sano.  

Molte persone che hanno vissuto un trauma sessuale evitano del tutto il contatto fisico, percepito come troppo rischioso o emotivamente pesante, con conseguente rinuncia al sesso o eccessiva cautela che porta a controllare ogni aspetto dell’interazione intima, eliminando qualsiasi spontaneità o leggerezza.  

L’intimità richiede apertura e vulnerabilità, ma per chi ha vissuto un trauma, questo può sembrare impossibile. La paura di essere feriti di nuovo rischia di far percepire anche le intenzioni più genuine come una minaccia e, anche in relazioni di lunga data, il trauma può creare barriere difficili da superare.  

Di conseguenza il partner di chi ha subito un trauma può sentirsi rifiutato o non compreso, soprattutto quando l’intimità diventa fonte di ansia o viene completamente evitata. Questo può alimentare tensioni nella coppia, creando un circolo vizioso di frustrazione e senso di colpa (Giannantonio, 2018).  

L’impatto del trauma sulla sessualità, dunque, è profondo e complesso, ma non è immutabile: il trauma non è una sentenza. 

Capire come il corpo, la mente e le emozioni reagiscono al trauma è il primo passo per rompere il silenzio e cercare supporto. Anche se il percorso può sembrare lungo e pieno di ostacoli, la consapevolezza e il dialogo possono aprire la strada verso una sessualità che, un passo alla volta, può tornare a essere uno spazio di connessione e piacere.  

Come il trauma, anche la guarigione passa attraverso il corpo. Poiché il trauma si imprime nella fisiologia, la terapia deve andare oltre l’elaborazione cognitiva per includere approcci che coinvolgano il corpo e la sua memoria (van der Kolk, 2014).

Ristabilire una relazione positiva con la sessualità richiede tempo e un approccio paziente. La memoria somatica può sembrare un ostacolo, ma è anche una guida: ascoltare il corpo, con rispetto e gentilezza, permette di capire dove si trovano i blocchi e di iniziare a scioglierli.

Il corpo, da luogo e testimone di sofferenza, diventa un alleato. La guarigione passa attraverso l’accettazione di ciò che esso racconta, e il percorso verso una sessualità sana e libera inizia proprio da qui: dal concedersi la possibilità di ascoltare, accogliere e, infine, trasformare quelle memorie che sembravano imprigionare, ma che in realtà possono diventare una strada verso la liberazione.

Verso la guarigione: approcci integrati per la riconnessione con sé e con l’altro

Approcci come il Somatic Experiencing (SE) (Levine, 2008), la psicoterapia sensomotoria (Ogden e Pain, 2006) e le pratiche di Trauma Sensitive Yoga (Emerson, 2015)e mindfulness, aiutano i sopravvissuti a riconnettersi con il proprio corpo e a elaborare il trauma a livello somatico somatico. Questi approcci enfatizzano il radicamento, la regolazione emotiva e il rilascio dell’energia fisiologica legata ai ricordi traumatici.

Molti esperti sono oggi concordi nell’indicare in un trattamento integrato fra diversi approcci terapeutici la via d’uscita dai meccanismi disfunzionali in cui il trauma sessuale fa precipitare. Un trattamento che unisce la psicoterapia relazionale, la ricostruzione della narrazione, una competenza sessuologica, il lavoro somatico e il supporto relazionale rappresenta una risposta completa alla complessità del trauma, poiché interviene sulla psiche, sul corpo e sulle relazioni (Giannantonio, 2018). Questo approccio olistico, inoltre, trova ulteriore profondità nell’uso di tecniche come la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari (EMDR) (Shapiro, 2019) e il Sistema Familiare Interno (IFS) (Schwartz e Sweezy, 2023), che lavorano in modo mirato sulle ferite più profonde lasciate dall’esperienza traumatica.

Quando queste modalità terapeutiche vengono combinate in un piano di trattamento coerente, è possibile affrontare l’impatto multidimensionale del trauma, che comprende la disregolazione emotiva, la frammentazione cognitiva, il disagio somatico e la disconnessione relazionale.

La guarigione implica passare da una sessualità difensiva e basata sul controllo a una sessualità basata sul piacere e la connessione (Herman, 1992). Questo processo è lungo e non lineare, ma con il giusto supporto terapeutico e relazionale, è possibile ricostruire un senso di sé autentico e libero. La sessualità può diventare non solo un luogo di vulnerabilità, ma anche di guarigione e riscoperta. Non si tratta solo di alleviare i sintomi, ma di aprire la strada a trasformazioni profonde, che rinforzano la resilienza, favoriscono una maggiore autoconsapevolezza e ristabiliscono la capacità di vivere relazioni autentiche e sane. 

La guarigione dal trauma sessuale, però, non si esaurisce nella stanza della terapia. È un cammino che richiede la ricostruzione di un tessuto di relazioni significative, dove familiari, amici o gruppi di supporto possano offrire accoglienza e ridurre il senso di isolamento che spesso accompagna i sopravvissuti. Come afferma Herman (1992), il recupero non è solo un’esperienza individuale, ma un processo che coinvolge l’intera comunità, richiedendo un riconoscimento collettivo delle ferite e un impegno condiviso per la riparazione del danno in qualche modo permesso (Herman, 2024).  Solo attraverso questo dialogo tra il personale e il sociale è possibile un’autentica rinascita.

Riferimenti Bibliografici
  • Basson, R. (2000).The Female Sexual Response: A Different Model. Journal of Sex & Marital Therapy, 26(1), 51-65.
  • Emerson, D. (2015). Trauma-Sensitive Yoga in Therapy. Bringing the Body into Treatment. Norton & Company.
  • Fisher, J. (2017). Guarire la frammentazione del Sé. Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma psicologico. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Heiman, J. R. (2002). Psychological and Physiological Mechanisms in Sexual Function and Dysfunction. Journal of Sex Research, 39(1), 101-114.
  • Holland, K.L., Finger, W.W. & Cart A.M. (2000). Recognizing sexual trauma in women with chronic pelvic pain. www.medicalsexuality.org
  • Marendaz L.A., Wood K. The effects of childhood sexual abuse on female sexuality – a model of intervention. Paper presented at the Restoration for Victims of Crime Conference convened by the Australian Institute of Criminology in conjunction with Victims Referral and Assistance Service and held in Melbourne, 2005.
  • Rellini, A.H. & Meston, C.M. (2011). Sexual Self-Schemas, Sexual Dysfunction, and the Sexual Responses of Women with a History of Childhood Sexual Abuse. Archives of Sexual Behavior, 40: 351-362.
  • Sarwer D.B., Durlak J.A.D. Childhood Sexual Abuse as a Predictor of Female Sexual Dysfunction: A study of couples seeking sex therapy. Child Abuse & Neglect, Vol 20, No 10, 1996.
  • Stephenson, K.R.,  Corey P. Hughan, C.P. & Meston, C.M. (2012). Childhood sexual abuse moderates the association between sexual functioning and sexual distress in women. Child Abuse & Neglect, 36(2): 180-189.
  • Van der Kolk, B. (2020). Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Ogden, P., Fisher, J. (2016). Psicoterapia sensomotoria. Interventi per il trauma e l’attaccamento. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Giannantonio, M. (2018). Trauma e Sessualità: Il corpo violato. Franco Angeli, Milano.  
  • Giannantonio, M. (2019). Sessualità, Trauma e Dissociazione: L’importanza del lavoro somatico.  In Psicoterapia e Scienze Umane, vol. 53, n. 2, 2019, pp. 145-158.  
  • Ogden, P., Minton, K., & Pain, C. (2023). Il trauma e il corpo: un approccio sensomotorio alla psicoterapia. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Shapiro, F. (2019). EMDR. Principi fondamentali, protocolli e procedure. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Schwartz, R.C., Sweezy, M. (2023). Terapia dei sistemi familiari interni. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Herman, J.L. (2024). Verità e riparazione. Una giustizia per chi sopravvive al trauma. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Herman, J.L. (2005). Guarire dal trauma. Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo. Magi Edizioni, Roma.
  • Vancaille G., Jarvis S.K., O’brien-Tomko M. Vaginismus: current approach. O&G Magazine, 14, No 4, 2012.
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