Fame e scelte alimentari
Saltare un pasto (tipicamente, la colazione) e ritrovarsi con una fame “da lupi” può avere conseguenze molto costose, su vari fronti. Le persone affamate comprano più cibo e più prodotti non alimentari del necessario quando sono al supermercato, diventano più arrabbiate, irritabili, avide e si mostrano più favorevoli verso piatti ad alto contenuto calorico (MacCormack & Lindquist, 2019; Swami et al., 2022; Aarøe & Petersen, 2013; Xu et al., 2015; Lozano et al., 1999). Non tutta la ricerca scientifica, tuttavia, concorda su una simile visione dell’essere umano alla Dottor Jekyll e Mr Hyde, plasmato nei suoi comportamenti quotidiani da un mero bisogno fisiologico.
Se alcuni studi, infatti, mostrano che la fame può avere un ruolo determinante nelle scelte alimentari dei consumatori, altri non evidenziano alcuna relazione tra brontolii allo stomaco e comportamenti alimentari malsani. Secondo un recente studio pubblicato su Frontiers in Nutrition (Otterbring et al., 2024), le scelte alimentari sbagliate potrebbero non dipendere esclusivamente dalla fame, ma anche da un ulteriore fattore “nascosto”: la preoccupazione per un’alimentazione sana.
Fame, cibi calorici e preoccupazione per un’alimentazione sana
Il gruppo di ricerca di Otterbring e colleghi ha ipotizzato che il legame tra fame e scelte alimentari “indulgenti” (riguardanti cibi consumati per una sensazione di piacere immediato, ma poco salutari) possa essere moderato – e quindi influenzato – dalle preoccupazioni per un’alimentazione sana. Come suggerito anche da studi precedenti, molti individui si preoccupano di mantenere una dieta bilanciata, mangiare alimenti sani e tenere uno stile di vita equilibrato (Ward & Mann, 2000).
Per tale ragione, è possibile che la preoccupazione per un’alimentazione sana e il mantenimento di uno stile di vita sano moderino l’impatto della fame sulle scelte alimentari. In altri termini, quanti tra noi non danno priorità a un’alimentazione sana o a uno stile di vita sano, sceglieranno più facilmente cibi calorici quando affamati, mentre le persone che danno priorità ad alimentazione e stile di vita più sani, mostreranno comportamenti virtuosi se affamati.
Questo schema, secondo gli autori, può verificarsi in quanto i consumatori abituati a cibi sani probabilmente sono anche più avvezzi a comprendere che mangiare cibo salutare può anche rivelarsi appagante e saziante; pertanto, è meno probabile che deducano che i cibi poco salutari siano gli unici cibi che li saziano (Cunningham & Rolls, 2021).
Per verificare la loro ipotesi, il gruppo di Otterbring e collaboratori ha reclutato 461 studenti universitari nei pressi di una mensa, raccogliendo dati in occasione dei vari pasti consumati in una serie di giorni consecutivi.
Gli studenti erano invitati a scegliere le alternative alimentari che più li attraevano, in una serie di opzioni esposte dai ricercatori solo verbalmente, senza fotografie di accompagnamento e senza riferimenti diretti al grado di piacevolezza del cibo. I partecipanti, inoltre, rispondevano a due questionari per rilevare il livello di fame soggettiva e le loro preoccupazioni per un regime alimentare sano e uno stile di vita salutare.
I risultati mostrano effettivamente una relazione tra fame e scelte alimentari più indulgenti. Tuttavia, tale relazione è moderata dalla presenza di preoccupazioni per un’alimentazione e uno stile di vità più sani. Negli studenti meno preoccupati per il loro stile di vita, infatti, l’associazione tra fame e cattive scelte alimentari era forte e significativa; al contrario, la fame non incideva sulla scelta di cibi meno virtuosi negli studenti preoccupati di mantenere uno stile di vita generalmente più sano e un’alimentazione equilibrata.
Questa ricerca accende i riflettori su alcune delle potenziali condizioni in cui la fame può essere collegata a comportamenti alimentari scorretti. Una fame da lupi rappresenta un elemento inevitabile dell’evoluzione umana. Per favorire un cambiamento positivo nello stile di vita, i ricercatori propongono due raccomandazioni: promuovere orari dei pasti maggiormente allineati al ritmo circadiano (riducendo così al minimo l’esperienza di fame) e rendere più accessibili al momento dell’acquisto alternative alimentari virtuose (Aoyama & Shibata, 2020; Winckler et al., 2016).