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Buongiorno dottore, come sto questa mattina? (2023) – Recensione del libro

"Buongiorno dottore, come sto questa mattina?" racconta il movimento verso un orientamento umanistico e globale nella psichiatria dopo la legge Basaglia

Di Alberto Vito

Pubblicato il 11 Apr. 2024

“Buongiorno dottore, come sto questa mattina?”: gli autori

Il curatore principale del volume, frutto di un lavoro collettivo a più mani, è Stefano Bonifazi, psichiatra, che ha lavorato nel SSN sin dal 1989, dirigendo poi fino al 2021 il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC) di Jesi, che costituisce il contesto lavorativo ove si sono realizzate le esperienze descritte nel libro. Con Alfredo Canevaro e Clara Sereni ha già pubblicato altri volumi.

Alfredo Canevaro, noto terapeuta familiare argentino che vive da alcuni decenni nelle Marche, ha collaborato a diversi capitoli, oltre che alla maggior parte delle pagine introduttive, insieme a Bonifazi, mentre lo psicologo Cosimo Argentieri firma un’introduzione dedicata allo sviluppo della legge 180/78 e, in collaborazione con Canevaro, le considerazioni conclusive nella seconda parte del testo. 

Gli autori si riconoscono, a partire dalla legge Basaglia, in un movimento, attivo in Italia e in molte altre nazioni, volto a superare l’approccio custodialistico in psichiatria, a favore di un orientamento umanistico e globale che metta al centro la persona, con i suoi diritti e i suoi bisogni, senza contestare il contributo della psicofarmacologia. Ovviamente si tratta di un percorso complesso, lungi dall’essere concluso, in cui le resistenze istituzionali al cambiamento sono state e sono tuttora attive, ma è indubitabile che si tratti di una via di progresso senza ritorno. Tra l’altro in particolare gli SPDC sono stati un ambito in cui le contraddizioni tra spinta al cambiamento, incertezza dei riferimenti teorici e consuetudine a vecchi schemi operativi si sono avvertite con maggior vigore. Proprio per questo è particolarmente interessante la lettura di questo testo, che ci mostra le difficoltà e i successi di una ricerca che è sia concettuale sia immediatamente agita nell’azione.

“Buongiorno dottore, come sto questa mattina?”: i contenuti

Il riferimento teorico adottato è lo Schema Concettuale Referenziale e Operativo (ECRO) proposto negli anni quaranta a Buenos Aires da Enrique Pichon-Riviere, quando dirigeva il locale ospedale psichiatrico. In una situazione di emergenza, ebbe l’intuizione di organizzare dei gruppi coinvolgendo in modo attivo i pazienti, in una sorta di autogestione della struttura che dette ottimi risultati. La presenza in Italia di Armando Bauleo, collaboratore di Pichon-Riviere costretto all’esilio per motivi politici nel 1985, rese possibile il collegamento tra la scuola argentina e la profonda trasformazione istituzionale che stava avvenendo in Italia, a partire da Basaglia e non solo. Bonifazi è stato allievo diretto di Bauleo, mentre il contributo di Canevaro è stato fondamentale per consentire l’attivazione a Jesi di gruppi terapeutici multifamiliari. Tutto il libro è segnato dalla profonda convinzione della necessità di lavorare in termini gruppali e non solo individuali. 

Completano il manuale i capitoli in appendice che, per quanto discontinui, meritano tutti un’attenta lettura. A partire dal capitolo corposo rivolto all’evoluzione storica nel nostro paese della psichiatria e a quello più breve relativo alla psicologia, che tuttavia si ferma al 1992 con l’istituzione della Facoltà di Psicologia, rispettivamente scritti in collaborazione con Alberto Pellegrino il primo e con Silvia Mercanti il secondo; proseguendo con le pagine di Leonardo Sartini dedicate ai gruppi operativi, come proposti da Pichon-Riviere. Non meno interessante, anche se con argomento distante, è il bel capitolo scritto da Alberto Pellegrino, dedicato alle istituzioni psichiatriche durante il regime fascista, con particolare attenzione a ciò che avvenne alle donne e che non manca di citare il film di Marco Bellocchio, in cui si narra la triste vicenda di Ida Dalser. Infine, il volume è arricchito da un inserto fotografico illustrante un progetto di umanizzazione e superamento dello stigma in psichiatria, in cui i pazienti jesini furono coinvolti, insieme a giovani artisti e studenti, per abbellire gli spazi della struttura ospitante l’SPDC. 

Il testo è scritto allo scopo non solo di rendere nota un’importante ricerca-azione condotta negli anni e che merita quantomeno di essere discussa, quanto con l’obiettivo più ambizioso di poter essere volano per la realizzazione di esperienze analoghe in altri contesti operativi nazionali. Sia lo sforzo di lavorare in ambito istituzionale, con l’inevitabile coinvolgimento di una pluralità di livelli operativi (si direbbe, un sistema complesso), sia la passione di tutti gli autori emergono con chiarezza.

Il libro è reperibile presso gli autori o la casa editrice e sono pure meritorie la scelta di farne dono alle Associazioni di Volontariato operanti nell’area della salute mentale e quella di destinarne i proventi a progetti riabilitativi.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bonifazi S., Canevaro A., Argentieri C. (cur.) (2023). Buongiorno dottore, come sto questa mattina? Il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura e l’arte del possibile. Edizioni Gei, Jesi, pp. 279
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