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A che età si impara l’umorismo?

L’umorismo è una componente cognitiva e sociale sofisticata che si sviluppa durante la crescita dell’individuo fin dalla più tenera età

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 08 Mar. 2024

I neonati e l’umorismo

La ricerca ha rivelato che i neonati possiedono una capacità sorprendente: comprendere e apprezzare l’umorismo fin dai primi mesi di vita (Mireault et al., 2011). Questo aspetto del loro sviluppo, che può sembrare sorprendente, offre uno sguardo intrigante sulle complesse capacità cognitive e sociali dei neonati.

Uno studio condotto da ricercatori ha esaminato da vicino le reazioni dei neonati di fronte a situazioni umoristiche. Posizionando palline di schiuma sui loro nasini o facendo facce buffe, i ricercatori hanno osservato che i neonati ridevano di gusto, anche quando le altre persone intorno a loro mantenevano espressioni neutre. Questo suggerisce che i neonati non stavano semplicemente imitando le reazioni degli adulti, ma comprendevano il senso dell’umorismo in modo autonomo (Mireault et al., 2015).

L’idea che i neonati possano apprezzare l’umorismo in così tenera età può sembrare incredibile, ma può avere importanti implicazioni per il loro sviluppo cognitivo e sociale. Comprendere il significato di situazioni umoristiche richiede un certo livello di abilità cognitive, come la capacità di riconoscere schemi di comportamento incongruenti o inaspettati (Loizou, 2005)

Il fatto che i neonati possano fare questo suggerisce che le loro capacità cognitive sono più avanzate di quanto si possa pensare comunemente.

L’umorismo come componente sociale

Ma l’umorismo nei neonati va oltre il semplice divertimento. Ha un ruolo fondamentale nel consolidare il legame emotivo tra genitori e figli. Le interazioni giocose e umoristiche tra genitori e neonati creano un ambiente di fiducia e affetto reciproco, favorendo lo sviluppo di una relazione di attaccamento sicura. I genitori spesso utilizzano la commedia fisica, come soffiare sulla pancia o fare facce buffe, per suscitare il sorriso dei loro piccoli, creando così momenti di intimità e connessione emotiva (Mireault et al., 2015).

L’umorismo nei neonati non è solo una manifestazione di gioia, ma anche un’importante competenza sociale. Le prime esperienze di riso insegnano ai neonati a comprendere il linguaggio non verbale e a interagire con gli altri in modo giocoso e creativo. Con il passare dei mesi, i neonati iniziano a sperimentare l’umorismo in qualità di “attori”, cercando di far ridere i loro genitori attraverso piccole facezie o gesti giocosi. Questo processo non solo riflette la loro crescente comprensione del mondo intorno a loro, ma anche la loro capacità di interagire socialmente in modo autonomo (Mireault et al., 2011).

In definitiva, l’umorismo nei neonati è molto più di una semplice espressione di gioia. È un’importante parte del loro sviluppo cognitivo e sociale, che li aiuta a capire il mondo che li circonda e a formare legami emotivi significativi con gli altri. Comprendere e coltivare questo aspetto fin dai primi mesi di vita può avere un impatto duraturo sul loro benessere emotivo e sulle loro relazioni future. La capacità di ridere insieme crea un ambiente sicuro e familiare per il bambino, favorendo lo sviluppo di una solida relazione di attaccamento (Cann et al., 2008).

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