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Quando tuo figlio ti incolpa per i suoi problemi

Spesso i figli accusano i genitori dei loro problemi. Cosa fare? Ecco 6 suggerimenti per affrontare questa situazione

Di Fiamma Fenili

Pubblicato il 29 Feb. 2024

Quando i figli incolpano i genitori

I genitori solitamente crescono i propri figli nella speranza di offrirgli una vita il più possibile serena e positiva, facendo del proprio meglio in base alle proprie possibilità. Anche se sanno di non essere stati i genitori “perfetti” e impeccabili, possono essere comunque soddisfatti di aver fatto di meglio rispetto ai propri genitori, e di aver imparato dai loro errori cercando di non ricommettere gli stessi sbagli. L’amore incondizionato e il sostegno che hanno dato ai propri figli li fanno sentire fieri e soddisfatti. 

Nonostante ciò, può capitare che i figli ritengano i propri genitori responsabili di una serie di problemi, ad esempio quelli legati alla salute mentale.

Capita a volte che possibili problemi di ansia e depressione siano considerati dai figli come causati dai propri genitori, ai quali viene attribuita la colpa seguita da una serie di accuse.

I genitori, sentendosi accusati di questi problemi, percepiranno come trascurati tutti i loro sacrifici. Il rischio è che rabbia e confusione prendano il sopravvento, impedendo quindi di trovare una risoluzione pacifica. 

La difficoltà del genitore sta nel comprendere a pieno la prospettiva dei propri figli. La prospettiva dei figli potrebbe sembrare totalmente ingiusta e imprecisa, portando quindi il genitore a rifiutarsi di scusarsi per qualcosa che ritiene di non aver fatto. La conseguenza di questa dinamica sarà quella di un figlio che si ritira ulteriormente nel suo stato di rabbia e frustrazione. 

Affrontare queste sfide relazionali può rivelarsi un’esperienza emotivamente difficile per un genitore, che può portare a sentimenti di colpa, confusione e senso di responsabilità. 

In questa situazione complicata è normale sentirsi impotenti e, nonostante sia difficile far cambiare prospettiva e sentimenti ai propri figli,  è possibile prendere in considerazione alcuni suggerimenti.

1 – Ascoltare in modo empatico senza stare sulla difensiva

L’obiettivo è ascoltare quello che l’altra persona ha da dire senza attendere il momento giusto per raccontare la propria versione dei fatti o dimostrare che si sbaglia, in quanto questo rappresenta un meccanismo di difesa che non porterà ad una risoluzione pacifica delle problematiche. 

Ascoltando invece in maniera empatica sarà possibile per i genitori comprendere come si sentono i figli, capire le loro emozioni, senza focalizzarsi su che cosa pensano.

2 Validare i sentimenti dei figli e non la loro prospettiva dei fatti

Capire e validare i sentimenti altrui non implica necessariamente condividere il loro punto di vista, ma indica piuttosto una connessione emotiva che può favorire il ristabilimento del rapporto. Affermare: “Noto che sei molto turbato e che ti senti ferito” dimostra un’apertura nel confrontarsi con le emozioni dei propri figli anziché negarle.

3 Riflettere

L’auto-riflessione come genitore è cruciale e al contempo impegnativa, implica non solo valutare ciò che si è stati in grado di offrire, ma anche che tipo di modello si è stati per il proprio figlio. Per fare ciò è altrettanto importante comprendere le radici del proprio agire, dei propri comportamenti, poiché questo può renderci consapevoli dell’impatto di tali fattori sull’educazione dei figli e migliorare la nostra capacità di ascolto.

L’importante è osservare le situazioni senza giudicarle.

Concentrarsi sulle proprie emozioni vissute durante l’infanzia offre l’opportunità di connettersi in modo autentico con quelle del proprio figlio. Se si è provato dolore e rabbia nei confronti dei propri genitori, riconoscere che c’è un terreno comune tra noi e nostro figlio e che le nostre emozioni possono favorire un’unione piuttosto che un distacco.

4 Chiedere scusa

Se si è avuto modo di riflettere e riconoscere i modi in cui le proprie azioni e decisioni possono aver influenzato i propri figli in modi non intenzionali, le scuse basate su questa consapevolezza possono essere estremamente liberatorie per entrambi. Ad esempio, potrebbe essere utile comunicare ai propri figli che non ci si era resi conto in un dato momento che determinate azioni avrebbero avuto quell’effetto su di loro, e che di questo ci dispiace e ci scusiamo.

Le scuse, se autentiche, portano alla riconciliazione.

5 Condividere e non paragonare

Condividere con i propri figli le esperienze personali e le emozioni che sono state provate prima di diventare genitori, senza creare una dinamica competitiva (ad esempio affermando che la propria vita era più difficile della sua), ma con il desiderio autentico di creare un legame più profondo. Chiarire che ciò che si vuole condividere non ha lo scopo di giustificare, ma piuttosto di spiegare ed esplorare insieme.

Questo risulta particolarmente importante se si considera che spesso i modelli di disfunzione relazionale nei sistemi familiari possono essere tramandati tra le varie generazioni. Questa dinamica si può evitare se sia i genitori che i figli identificano i modelli e le convinzioni malsane, decidendo insieme di cambiare le cose.

6 Dare loro spazio

Dal momento che una relazione è composta da almeno due persone, se ne deduce che per cambiarla e ripararla è necessario l’impegno di entrambe le persone. 

Una volta fatta la propria parte, ovvero dopo essersi scusati e aver espresso il proprio punto di vista, non c’è altro che si possa fare. Di conseguenza, se l’altra persona continua ad essere arrabbiata con, è inutile continuare a scusarsi o pretendere che ci perdoni. 

È necessario che sia l’altro ad affrontare una evoluzione emotiva e mentale. 

Il Terapeuta

Bisogna sempre tenere a mente che ogni relazione è a sé ed è unica, e che quindi ogni suggerimento si dovrà adattare alle specifiche circostanze. 

In questo ambito, l’aiuto di un terapeuta o di un consulente potrebbe aiutare nel gestire le dinamiche più complesse, permettendo di comprendere meglio se stessi e gli altri.

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