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La coda anticipata ai gate di imbarco. Due possibili spiegazioni psicologiche al fenomeno dei “gatelice”

Perché, nonostante il posto prenotato, le persone sentono il bisogno di mettersi in coda precocemente al gate in aeroporto?

Di Alessio Mantovani, Linda Confalonieri

Pubblicato il 29 Gen. 2024

Chi sono i “gate lice”?

Quando si decide di prendere un volo aereo, per una qualsivoglia meta, è buona prassi recarsi all’aeroporto con qualche ora di anticipo, che sia per la coda chilometrica all’imbarco dei bagagli o per il passaggio sotto il metal detector. Una volta superati gli eventuali controlli, solitamente si aspetta l’imbarco presso il gate indicato dai grandi schermi. 

Ogni persona ha il proprio biglietto, con il proprio posto assegnato. 

Nonostante ciò, spesso e volentieri, avviene che qualche istante prima dell’apertura del gateo addirittura parecchi minuti prima, si viene solitamente a creare un interessante fenomeno psicosociale: vi sono alcune persone che hanno la tendenza a mettersi precocemente in coda al gate ancora prima ancora che venga chiamato il boarding dal personale della compagnia aerea. Questa tipologia di passeggeri, ovvero coloro che decidono di mettersi in coda prima dell’apertura dell’imbarco, vengono chiamati anche gate lice, ovvero “pidocchi del gate”. Il termine parrebbe essere  in voga tra il personale delle compagnie aeree per riferirsi in modo simpatico a chi non resiste all’impulso di mettersi in coda prematuramente e impazientemente. 

Quello che si viene a creare può sembrare quasi un vero e proprio rituale dell’anticipo. Sembra esserci una forte necessità di iniziare a predisporsi in attesa con largo anticipo. 

Certo questo non è l’unico atteggiamento, vi sono anche quelle persone che preferiscono aspettare la scrematura dell’ingorgo iniziale per poi decidere di mettersi in coda con quei pochi passeggeri che rimangono alla fine. Ma la domanda interessante è: perché, nonostante il pagamento di un biglietto che fornisce la garanzia di un posto riservato, le persone sentono il bisogno di mettersi in coda precocemente, come a comunicare la paura di perdere il “posto migliore”, o la priorità? 

Esiste un filone di ricerca in ambito psicologico che si occupa proprio dei pattern di comportamento e degli atteggiamenti delle persone in fila, approfondendo come alcune variabili ambientali (lunghezza della coda, presenza di informazioni, presenza di sottofondo musicale, prossemica e spazio interpersonale) possono influenzare gli stati mentali e i comportamenti inerenti lo stare in coda.

Ritornando al tema aeroporto, i passeggeri che si mettono in coda troppo presto possono creare problemi pratici di ingombro e congestione nei passaggi aeroportuali, maggior confusione e maggiore tempo di attesa al momento del boarding.

A tal proposito, un articolo del Washington Post (Andrade S.,2023), propone due possibili spiegazioni psicologiche che co-occorrono per comprendere il comportamento dei gate lice: conformità e competizione. 

Spiegare la coda ai gate con la conformità

Shira Gabriel, professoressa di psicologia all’Università di Buffalo, suggerisce che il comportamento di uno può influenzare gli altri, creando un loop di feedback di informazioni su come comportarsi. Questo cosa può significare esattamente? Per tradurla nei termini del gate dell’aeroporto, se un individuo decide di mettersi in coda prima del previsto, altre persone possono essere indotte a pensare che questo sia il comportamento più giusto, andando a generare così un potenziale effetto a catena, in cui l’individuo, vedendo gran parte della gente mettersi in coda, decide anch’esso, smosso dall’influenza sociale, di mettersi in coda. 

Tale comportamento può essere in parte spiegato dalle diverse ricerche svolte dallo psicologo polacco Solomon Asch (1951, 1952, 1956).  

Nel corso dei suoi studi, Asch si dedicò all’osservazione del comportamento dei singoli rispetto al gruppo, nell’area di ricerca del cosiddetto condizionamento sociale. Celebre in psicologia è l’esperimento “delle linee”. 

Brevemente, in una classe di 8 adulti un presentatore mostrava diversi segmenti disegnati su un foglio. L’obiettivo di ciascun individuo era quello di indicare tra 3 possibili soluzioni quale segmento più si avvicinasse ad un segmento di riferimento. Un compito all’apparenza non troppo complesso, se non fosse che tra i partecipanti solo uno degli 8 era l’oggetto di studio, i rimanenti 7 erano stati istruiti a fornire la risposta sbagliata. Il risultato di tale esperimento fu che l’individuo, sottoposto all’influenza del gruppo, dopo un iniziale momento di incertezza e sbigottimento davanti all’assurdità della risposta fornita dal resto dei partecipanti (complici), decideva di conformarsi agli altri, seguendo così ciò che la maggioranza condivideva come risposta corretta. 

Il conformismo è quindi il processo che sta dietro il cambiamento del comportamento e atteggiamento di una persona dovuto alla pressione della maggioranza; in tal caso gli individui stabiliscono una norma a partire dal comportamento altrui sulla base della quale modellare le proprie azioni in termini di correttezza, appropriatezza e vantaggio. 

Similmente la coda dei gate anticipata può formarsi a partire da questa tendenza del singolo ad uniformarsi a quello che fanno gli altri. 

Spiegare la coda ai gate con la competizione

Nonostante l’acquisto di un titolo di viaggio valido, al quale è assegnato un posto ben preciso, l’individuo potrebbe ritrovarsi a perdere il volo e dover aspettare quello successivo. Certo se arrivasse in ritardo all’apertura, sarebbe chiara la ragione di tale perdita, ma anche se puntuale potrebbe intervenire il fenomeno dell’overbooking, ovvero quella situazione in cui una determinata compagnia aerea decide volontariamente di accettare più prenotazioni di quanti siano i posti effettivamente disponibili, con l’idea che alcune persone rinunceranno al titolo del viaggio per diversi motivi personali. Il problema diviene concreto però nel momento in cui questo caso ipotizzato non si verifichi, con la conseguenza di dover negare la partenza a chi aveva il diritto di salire a bordo.

Con questa consapevolezza perciò, il viaggiatore, ritrovandosi a corto di informazioni disponibili, non sapendo se la compagnia, o quel volo in particolare, abbia adottato la strategia dell’overbooking, tra mettersi in coda prima e rimanere possibilmente a terra, decide di optare per la strategia che gli fornisce un minor grado di incertezza. A fronte di risorse limitate si fa dunque strada la competizione antagonistica per evitare costi sociali, sensazioni sgradevoli e svantaggi effettivi dell’essere l’ultimo in coda ed essere quello che è costretto a rinunciare al proprio viaggio. 

In una logica più ampia e collettiva, il fenomeno dei gate lice e il mettersi in coda anzitempo può in realtà creare svantaggi per tutti, ad esempio rendendo il processo dell’imbarco più caotico e allungandone i tempi. 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Andrade S. (2023, December 13). Why do ‘gate lice’ line up early for a flight? Psychologists explain. The Washington Post. Disponibile qui.
  • Asch, S. E. (1951). Effects of group pressure upon the modification and distortion of judgment. In H. Guetzkow (ed.) Groups, leadership and men. Pittsburgh, PA: Carnegie Press.
  • Asch, S. E. (1952). Group forces in the modification and distortion of judgments.
  • Asch, S. E. (1956). Studies of independence and conformity: I. A minority of one against a unanimous majority. Psychological monographs: General and applied, 70(9), 1-70.
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