Gli scopi della rabbia
La rabbia, un’emozione primaria dal forte potere adattivo e difensivo, spesso nel senso comune connotata negativamente, diventa il tema centrale dell’ultimo libro di Roberta Milanese, psicologa, psicoterapeuta, formatrice e ricercatrice presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo diretto da Giorgio Nardone.
La rabbia, una tumultuosa emozione, da sempre oggetto di interesse nella storia e nei campi del sapere dell’uomo, viene approfondita e descritta egregiamente dall’autrice del testo, al fine di mettere in luce la possibilità di utilizzare tale emozione in modo costruttivo e funzionale.
Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi.
Carl Gustav Jung (p. 29).
Un’emozione fondamentale spesso fraintesa, sottolinea Roberta Milanese all’interno del suo testo, mettendo in luce le sorprendenti funzioni della rabbia. L’autrice infatti ricorda la funzione adattiva di tale emozione anche se spesso può essere difficile e non immediato riconoscerla e decifrarla.
Emozione che attiva la tipica risposta “attacco-fuga” dell’uomo, che scatta in risposta alla percezione di un pericolo o minaccia, ma a volte tale pericolo o minaccia può essere non soltanto esterno ma anche interno.
Il motore della rabbia
Aspettative infrante, torti subiti, ferite psicologiche, violazioni di regole o aspetti valoriali fanno parte di alcune situazioni citate dall’autrice come situazioni che più frequentemente scatenano la rabbia. Ma seppure possiamo individuare situazioni potenzialmente universali in grado di fare scattare nell’essere umano la risposta di rabbia, è altrettanto vero che il modo di decifrare, interpretare e reagire ad uno stimolo dipende tanto da fattori personali, tra i quali quelli che l’autrice chiama autoinganni, ossia le lenti attraverso le quali osserviamo noi stessi, gli altri ed il mondo (p.43).
All’interno del testo verranno offerti approfondimenti ed esempi non soltanto di alcuni autoinganni ma anche di tentate soluzioni spesso ricorrenti quando siamo dominati dalla rabbia, come il tentativo di reprimerla, socializzare il problema, rimuginare, sfogarsi fisicamente, razionalizzare, vendicarsi… sottolineando come tutto ciò più che risolvere il problema, lo mantiene e peggiora.
Colui che domina la propria collera domina il suo peggior nemico. Confucio (p.85).
Dal quinto capitolo si entra nel vivo del passaggio dalla rabbia subita alla rabbia gestita.
Per riuscire in tale impresa però, ricorda Roberta Milanese, è necessario entrarci in contatto, concedersela e canalizzarla.
In tal senso vengono suggeriti dei compiti e delle strategie (come peggiorare, lettera della rabbia…) utili a tale impresa, citando casi differenti fra loro, trattati dall’autrice in studio.
Un testo con interessanti spunti di riflessione, chiaro, pratico e fruibile, grazie all’ampia gamma di casi citati, risultando molto utile sia per gli addetti ai lavori che per l’ampio pubblico di lettori.