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Un cervello interconnesso (2023) di Luiz Pessoa – Recensione

"Un cervello interconnesso" risulta essere un cammino che conduce verso la comprensione della mente come qualità emergente del cervello

Di Massimo Zedda

Pubblicato il 24 Ott. 2023

Il tema centrale di Un cervello interconnesso

L’obiettivo dell’autore nello scrivere il manuale è proporre un modello di funzionamento del cervello attraverso sistemi complessi interconnessi tra loro. Viene superata la ormai nota, e trasmessa a partire dai corsi di formazione accademica, tesi del cervello modulare. Viene introdotto il nuovo linguaggio delle reti che considera come unità funzionale la rete, intesa nella sua totalità, invece di un insieme di regioni cerebrali isolate.

Soffermandoci sul concetto di modularità, essa rappresenta il grado di interdipendenza delle molteplici parti costituenti il sistema contestualizzato. Ciascuna di esse opera in modo autonomo secondo i propri principi nella relazione di indipendenza dalle altre.

I primi capitoli di Un cervello interconnesso

I primi capitoli prendono in esame le regioni cerebrali in modo isolato per permettere al lettore di acquisire le nozioni base nello stesso modo in cui vengono insegnate in sede accademica. Descritte per lo più singolarmente, il discorso sulle funzioni cerebrali è argomentato con la presentazione dei maggiori lavori di ricerca presenti nella letteratura internazionale; essi sono stati pubblicati da scienziati il cui valore di ricerca è ampiamente riconosciuto dalla comunità accademica.

Inizia il viaggio

Quindi il viaggio inizia! E inizia, come introdotto, con alcuni cenni di neuroanatomia per potersi orientare in seguito nella complessità dell’organizzazione del cervello.

Successivamente, verranno descritte alcune funzioni e comportamenti essenziali per la sopravvivenza, quali ad esempio la capacità di difendersi e cercare ricompense.

Verrà poi spiegato e approfondito il concetto di funzione. Inizialmente ad un’area cerebrale veniva affidata la responsabilità della funzione unica presa in esame, successivamente si vedrà come un’area specifica sia coinvolta invece in un vasto repertorio di funzioni.

Come viene evidenziato, lo scopo dell’autore nei primi capitoli “era quello di costruire il bisogno di considerare il cervello come un sistema complesso interconnesso” che verrà trattato a partire dal capitolo 8.

Nuova prospettiva

Lo studio delle reti di sistemi è un viaggio che ho trovato affascinante così come narrato, un cammino che conduce verso la comprensione della mente come qualità emergente del cervello.

La prospettiva vede come all’interno del cervello siano presenti circuiti anatomicamente distribuiti, i quali determinano l’insieme dei comportamenti.

Prendere in esame un sito coinvolto in una cerchia di aree interconnesse di dimensioni anatomiche sempre maggiori, contribuisce a capire come le regioni partecipino alle funzioni.

Ampliando il discorso agli aspetti biochimici, viene inoltre sottolineata anche la tendenza ad associare ad un neurotrasmettitore una determinata funzione o malattia. Secondo l’autore così facendo si assume la logica che interferisce con il progresso della conoscenza.

Nella fattispecie, se prendessimo in esame ad esempio il comportamento dell’acquisizione della ricompensa o la schizofrenia, apparirebbero essere il primo una funzione e la seconda una patologia, entrambi determinati da una molecola specifica.

Nell’ottica della tesi secondo la quale i circuiti distribuiti sono gli artefici dei fenomeni, il neurotrasmettitore coinvolto e accettato come promotore del fenomeno non rappresenta più il determinante della funzione o patologia specifica, ma bensì sarà la regolazione, o disregolazione, di molteplici circuiti che contengono il trasmettitore, ad essere coinvolta.

Siamo quasi giunti al termine del viaggio

Quasi senza accorgersene, con curiosità e attesa stiamo per entrare nel territorio del capitolo 10. Ci fermiamo un attimo, riflettiamo sugli scenari appena esplorati prima di ripartire verso il luogo in cui l’autore metterà insieme i pezzi del discorso.

Come in un viaggio in territori lontani, dopo poco tempo dalla partenza, il paesaggio cambia forma, diventa meno conosciuto e in apparenza complicato.

Leggiamo che per generare e garantire comportamenti flessibili è indispensabile, all’interno di un sistema inteso come input-output, che gli input sensoriali vengano disaccoppiati dagli output motori.

Successivamente, si comprende che il modello sequenziale del cervello è stato riconsiderato; si introducono in modo particolare i concetti di flussi di elaborazione parallela, di feedback tra le diverse fasi e le diverse forme di comunicazione.

L’autore ha approfondito e applicato alla spiegazione del funzionamento del cervello alcune idee sui sistemi complessi. Successivamente, ha allargato l’analisi introducendo la prospettiva evolutiva per abbracciare con più forza l’evidenza che le interazioni tra corteccia e regioni sottocorticali siano bidirezionali.

In questo capitolo (dieci) sono stati messi così insieme i pezzi: prende risalto dallo sfondo il nuovo modo di pensare i circuiti cerebrali su larga scala (sistemi funzionalmente integrati).

Procedendo gradualmente nella lettura, quasi come se fosse una attribuzione di fiducia nel lasciarsi trasportare dalla narrazione di Pessoa, si arriverà a comprendere con chiarezza ed entusiasmo crescenti i contributi e il repertorio funzionale delle interazioni tra regioni cerebrali proposto dall’autore. Con nuovi occhi si giungerà a vedere lo stesso scenario complesso.

Nel frattempo, il viaggio prosegue e, ahimè, come tutti i viaggi anche questo sta per terminare, ci avviciniamo alla destinazione.

Come ultima analisi

Con modalità narrativa fluida e semplice i concetti esposti prendono così forma nella loro utilità per tradurre il lettore nel comprendere, quasi anticipare, la tesi di Pessoa. Quasi anticipare è un’affermazione che potrebbe ispirare giudizio negativo, la presunzione di genialità del lettore, l’errore di pensare di essere a conoscenza delle nuove tematiche. Una ingenuità che potrebbe verificarsi grazie alla progettazione narrativa della prosa.

I semi del ragionamento sono stati seminati nel terreno dei capitoli ormai letti e fatti germogliare man mano che ci si avvicina al finale. Con la tesi proposta trovo sia difficile non essere d’accordo. Nello specifico, non sono le singole parti del cervello, ma la rete interconnessa di esse come artefice principe del funzionamento della mente.

Nel complesso lo stile è leggibile, semplice. Non siamo di fronte a un manuale complicato che adotta un linguaggio estremamente tecnico.

Libro rivolto alle persone interessate all’argomento, non necessariamente preparate a livello didattico rispetto ai concetti neuroanatomici, ma anche ai professionisti e ricercatori che vogliono ampliare il quadro di conoscenze sulle tesi che spiegano il funzionamento del cervello. Questi ultimi potranno trovare semplici alcuni concetti presentati nella parte iniziale del manuale, mentre nei capitoli che seguono la parte didattica potranno essere di fronte alle nuove argomentazioni e arricchire il proprio quadro di conoscenza.

Il contenuto diventa il soggetto reale, il protagonista la cui storia sembra crescere all’interno di un avvincente romanzo nel quale l’attore principale evolve e diventa maturo.

In clinica?

Dal punto di vista clinico personalmente ritengo interessante la lettura del capitolo 11 nel quale viene preso in esame il concetto di come “disimparare la paura”.

Di accezione comportamentale, illustra aspetti storici e teorici del condizionamento classico e del processo di estinzione del condizionamento appreso.

La terapia dell’esposizione rappresenta la tecnica terapeutica principale nel trattamento del trauma derivante dall’approccio dell’estinzione della paura. Nello specifico, si analizza tale estinzione come inibizione dell’emozione da parte della cognizione, identificandone successivamente in modo approfondito i meccanismi coinvolti.

Per rendere evidente, con trasparenza didattica, la peculiarità del funzionamento del meccanismo dell’estinzione della paura, l’autore sottolinea ulteriormente la necessità di riconoscere i contributi di più zone cerebrali tra loro interconnesse.

Il capitolo 12 chiude il libro. Qui vengono poste domande e si analizzano alcuni degli argomenti incontrati nella lettura e suscettibili di discussione approfondita.

Le tracce di un nuovo percorso

L’autore ci ha accompagnato durante il viaggio e ora ci lascia; siamo soli con le nostre riflessioni e il soggettivo valore aggiunto emergente dalla lettura. Ma ci lascia indirizzandoci sulle tracce di un nuovo percorso: 

In definitiva, per spiegare il cervello cognitivo-emotivo, dobbiamo dissolvere i confini all’interno del cervello, percezione, cognizione, azione, emozione, motivazione, così come al suo esterno, mentre abbattiamo i muri tra biologia, psicologia, ecologia, matematica, informatica, filosofia eccetera. Solo così saremo sulla strada giusta”.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Pessoa L. (2023). Un cervello interconnesso. L’intreccio di percezione, cognizione ed emozione in un sistema complesso. Astrolabio Ubaldini.
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