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Karl Popper: sfida ai limiti della conoscenza

In questo articolo esploreremo la vita e le idee di Karl Popper, evidenziando l’impatto duraturo del suo pensiero nell’area della psicologia

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 01 Ago. 2023

Introduzione

Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. (Karl Popper, 1972).

Karl Popper: uno dei più eminenti filosofi del XX secolo.

La sua vasta opera ha lasciato un’impronta significativa nella filosofia della scienza e nel pensiero critico, aprendo nuove prospettive e sfidando le concezioni tradizionali. Attraverso la sua visione innovativa e la sua incessante ricerca di verità, Popper ha gettato le basi per un approccio scientifico più rigoroso e un pensiero critico più profondo, influenzando diversi campi del sapere e contribuendo in modo significativo alla nostra comprensione della conoscenza umana e del progresso scientifico.

In questo articolo, esploreremo la vita e le idee di Karl Popper –senza alcuna pretesa di esaustività– evidenziando l’importanza del suo pensiero e l’impatto duraturo nel panorama intellettuale e, più specificatamente, nell’area della psicologia.

Breve biografia di Popper

Karl Popper nasce nel 1902 a Vienna, in Austria.

Inizialmente attratto dal marxismo, si distanzia da questa ideologia a causa delle restrizioni filosofiche imposte dal materialismo storico di Marx. Abbraccia il liberalismo sociale e promuove un approccio scientifico critico.

Il cambiamento fondamentale nelle sue convinzioni ideologiche si verifica nel 1919, quando assiste a una conferenza di Albert Einstein a Vienna. L’incontro con l’approccio scientifico di Einstein ha un profondo impatto su Popper. Grazie a questo incontro, riconosce che l’atteggiamento scientifico non cerca solo di verificare le teorie, ma si basa sulla ricerca di esperimenti cruciali che possano confutare le teorie, pur non potendole mai confermare definitivamente. Questo atteggiamento critico diventa un pilastro fondamentale del pensiero di Popper e influenza la sua visione della conoscenza e del progresso della conoscenza scientifica.

Negli anni ’20 frequenta le lezioni di filosofia, psicologia e matematica presso l’Università di Vienna. Viene influenzato dal matematico Hans Hahn, da cui impara a vedere la storia del pensiero come una successione di problemi, e dagli insegnamenti di filosofi come Ludwig Wittgenstein. Le lezioni fanno parte di un programma di formazione pedagogica, dopo la quale gli viene offerta l’opportunità di insegnare alla scuola secondaria. Negli anni trascorsi all’Istituto Pedagogico inizia il complesso processo che trasforma Popper da un aspirante insegnante a un filosofo maturo.

Negli anni ’30, pubblica il suo lavoro più importante, “La logica della scoperta scientifica”, in cui introduce il concetto di falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non-scienza.

Poi ottiene il dottorato in Filosofia e, a causa delle sue origini ebraiche e dell’avvento del nazismo, nel 1937 decide di emigrare in Nuova Zelanda, dove diventa docente di filosofia presso l’Università di Canterbury. In seguito, si trasferisce nel Regno Unito, dove insegna logica e metodo scientifico alla London School of Economics.

Durante la sua carriera, Popper sviluppa una stretta amicizia e collaborazione con l’economista liberale Friedrich von Hayek. Entrambi ritengono che sia il nazismo che il socialismo condividano un errore metodologico di fondo. Hanno influenzato reciprocamente le loro idee e si sono uniti nella lotta al totalitarismo. Inoltre, Popper sostiene l’importanza della democrazia, della libertà individuale e della responsabilità sociale.

Karl Popper muore nel 1994 a Londra, lasciando un’eredità duratura nel campo della filosofia della scienza e oltre. Il suo pensiero critico continua a essere studiato e discusso ancora oggi in tutto il mondo.

Breve rassegna delle opere

Nel corso della sua lunga carriera, Popper scrive in modo ampio e prolifico su diversi argomenti, dalla musica alla storia, la logica e la matematica, la scienza, le scienze sociali e la politica, lasciando un’impronta storica indelebile.

Tra le sue opere più influenti, come accennato precedentemente, spicca “La logica della scoperta scientifica” (1934). Questo libro ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo la scienza, introducendo il concetto di falsificabilità come criterio di demarcazione tra ciò che è scientifico e ciò che non è scientifico, detto pseudoscienza. Popper critica il verificazionismo e sottolinea l’importanza di proporre teorie scientifiche che possano essere confutate attraverso l’osservazione e l’esperimento.

Ma Popper non si limita solo alla filosofia della scienza. Nel suo libro “La società aperta e i suoi nemici” (1945), affronta il tema del totalitarismo e difende i valori della democrazia, della libertà individuale e dell’apertura sociale. Con grande audacia e acume filosofico, esamina le minacce che il totalitarismo rappresenta per una società aperta ed esorta alla difesa dei principi democratici.

Nel corso della sua carriera, Popper continua a esplorare le profondità della conoscenza umana. In “La conoscenza oggettiva” (1972), affronta il problema dell’induzione e sviluppa la sua teoria dell’evoluzione della conoscenza. Sostiene che il progresso del sapere si basa sull’eliminazione progressiva delle teorie erronee e sull’approssimazione della verità.

“Il realismo e lo scopo della scienza” (1981) vede Popper confrontarsi con la filosofia del realismo scientifico. In questo lavoro, argomenta che la scienza non può mai raggiungere una verità definitiva, ma può avvicinarsi a essa attraverso la falsificazione delle teorie erronee.

Infine, nel suo libro intitolato “La libertà è più importante dell’uguaglianza” (2000), Popper affronta il tema del libero arbitrio e dell’indeterminismo. Sostiene che l’indeterminismo è fondamentale per la libertà umana e per l’apertura della società.

Attraverso queste opere, Karl Popper ha lasciato un’impronta significativa nel panorama filosofico e ha stimolato il pensiero critico in diverse aree del sapere. La sua eredità continua a essere discussa in tutto il mondo, testimoniando l’importanza del suo contributo al progresso della conoscenza umana.

Il pensiero di Popper

Karl Popper ritiene che il problema centrale della filosofia sia il “problema della cosmologia”, ovvero il problema di comprendere il mondo, compresi noi stessi e la nostra conoscenza, come parte del mondo. L’obiettivo di Popper è quello di stabilire una teoria che spieghi lo stato e la crescita della conoscenza e che possa essere applicata a tutti i settori dell’attività umana in cui si cerca la conoscenza.

Perseguendo questo intento, arriva a risolvere due problemi filosofici tradizionali: il problema della demarcazione tra scienza e non-scienza (con quale criterio decidiamo quale ipotesi è scientifica?) e il problema dell’induzione (come impariamo dall’esperienza?).

La risposta tradizionale alla prima domanda è che tutte e solo le teorie consolidate appartengono alla scienza; mentre la risposta tradizionale alla seconda è che l’esperienza porta ad aderire alle teorie consolidate.

Le risposte di Popper sono ben diverse.

In primo luogo, afferma che sono scientifiche quelle ipotesi che sono in grado di essere testate sperimentalmente, dove i test di un’ipotesi comprendono i tentativi di confutarla. In secondo luogo, sostiene che l’apprendimento dall’esperienza è l’atto stesso di rovesciare una teoria con l’aiuto di quell’esperienza: impariamo dall’esperienza ponendo ripetutamente ipotesi esplicative e confutandole sperimentalmente, avvicinandoci così alla verità per gradi.

Così Popper sviluppa una filosofia incentrata sulla fallibilità della conoscenza. Egli sostiene che la conoscenza scientifica non si basa su solide fondamenta, ma emerge piuttosto da un processo incerto e in continua evoluzione. Secondo Popper, la base empirica della scienza oggettiva non è assoluta, assomiglia invece a un edificio eretto su palafitte in una palude. Queste palafitte rappresentano le teorie scientifiche che vengono conficcate nel terreno incerto della conoscenza.

La filosofia di Popper, conosciuta come razionalismo critico, offriva un’alternativa al dogmatismo e al relativismo. Respinge l’idea che la conoscenza richieda una giustificazione e mette invece l’accento sulla critica e sulla crescita della conoscenza attraverso ipotesi e confutazioni. Popper criticava quelle teorie che basavano la conoscenza sull’autorità della ragione o dell’esperienza, poiché ogni autorità può rivelarsi fallibile e insufficiente.

A differenza di altri filosofi, Popper respinge l’idea che le teorie scientifiche possano essere giustificate o dimostrate vere tramite l’induzione o la verifica. Sostiene che le teorie possono solo essere confutate e che il progresso scientifico derivi dalla verifica e dalla confutazione delle ipotesi. La filosofia della scienza di Popper non si basa sulla giustificazione o sulla ricerca di fondamenti certi, ma sulla critica e sulla risoluzione dei problemi. Infatti, la visione di Popper della razionalità è strettamente legata alla critica e all’uso della ragione. Egli sottolinea l’importanza di essere aperti alle critiche e di cambiare le proprie opinioni di fronte a critiche valide. Secondo Popper, la ragione non è una proprietà della conoscenza, ma un compito dell’essere umano, una capacità che si esprime attraverso critiche e confutazioni incessanti, che porta a innovazione e progresso.

Verificazionismo VS Falsificabilità

Karl Popper introduce il concetto di falsificabilità come criterio di demarcazione per distinguere la scienza dalle pseudoscienze. Alcuni esempi di pseudoscienze possono essere l’astrologia, la grafologia, la numerologia, la frenologia, l’ufologia e la lettura delle carte. Secondo Popper, una teoria scientifica deve essere formulata in modo tale da poter essere sottoposta a tentativi di falsificazione, ovvero deve poter essere sottoposta a prove empiriche che potrebbero confutarla, e potenzialmente respinta se i risultati sperimentali non la supportassero.

Questo approccio contrasta fortemente con il verificazionismo, l’idea che la scienza possa essere basata sulla verifica empirica delle teorie. Popper critica il verificazionismo, sostenendo che la verifica completa di una teoria è impossibile, in quanto nuovi dati potrebbero sempre metterla in discussione. Al contrario, la falsificabilità consente di mettere alla prova le teorie scientifiche in modo critico e rigoroso. Inoltre, il verificazionismo stesso è soggetto a una sfida auto-referenziale, in quanto sostenere che solo le affermazioni verificabili hanno significato e valore non è verificabile empiricamente.

Un esempio concreto dell’applicazione della falsificabilità si può trovare nella fisica. Le teorie fisiche, come la teoria della relatività di Einstein, possono essere sottoposte a test sperimentali che cercano di confutarle. Ad esempio, esperimenti che misurano la curvatura della luce nelle vicinanze di una massa enorme, come il Sole, possono fornire prove per confutare o supportare la teoria della relatività generale. Se i risultati degli esperimenti fossero in contrasto con le previsioni della teoria, ciò potrebbe indicare che la teoria è falsificata e richiede un aggiustamento o un’alternativa.

La falsificabilità costituisce una caratteristica essenziale del metodo scientifico, poiché permette di sottoporre le teorie a test critici e di abbandonarle in caso di evidenze contrarie. Essa spinge i ricercatori a cercare prove che possano confutare le teorie esistenti e a sviluppare nuove teorie più accurate ed efficaci. 

Popper sostiene che il progresso scientifico si ottiene attraverso il rifiuto delle false teorie, piuttosto che la conferma di quelle vere, rendendo così il progresso scientifico un processo di eliminazione delle teorie erronee. Attraverso la falsificazione, la scienza progredisce nel suo percorso di scoperta e comprensione del mondo naturale, distinguendosi così dalla pseudoscienza, che spesso manca di tale rigore e apertura critica. Questo approccio critico e auto-correttivo è ciò che permette alla scienza di progredire, eliminando teorie obsolete e sostituendole con spiegazioni più solide e accurate.

La concezione di conoscenza secondo Popper

Karl Popper sviluppa una concezione della conoscenza scientifica come un processo evolutivo in continuo miglioramento. Secondo Popper, la scienza non può mai raggiungere una verità definitiva, ma può progredire attraverso la selezione delle teorie tramite la confutazione.

Come visto poc’anzi, Popper sostiene che il progresso scientifico non avviene accumulando prove a favore di una teoria, ma piuttosto cercando di confutarla. Le teorie scientifiche vengono formulate con ipotesi audaci e specifiche che possono essere sottoposte a rigorosi test empirici. Se una teoria viene confutata da prove sperimentali od osservazioni che non la supportano, allora viene respinta o modificata per dare spazio a nuove teorie più accurate. La critica e la falsificabilità giocano un ruolo fondamentale nel miglioramento della comprensione scientifica secondo Popper. La comunità scientifica è chiamata a esaminare attentamente le teorie e ad affrontare le sfide sollevate dalle prove empiriche, affinché possano emergere teorie più solide e coerenti. Il metodo della falsificabilità proposto da Popper incoraggia i ricercatori a essere aperti al cambiamento e all’adattamento delle teorie in base alle evidenze disponibili. Questa prospettiva dinamica e critica sulla conoscenza scientifica stimola il progresso, consentendo un continuo raffinamento e avanzamento delle teorie nel corso del tempo.

Secondo Popper, quindi, la conoscenza scientifica è un processo evolutivo in cui le teorie vengono selezionate tramite la confutazione. Il ruolo della critica e della falsificabilità è cruciale per migliorare la comprensione scientifica e favorire il progresso verso teorie più accurate. Questa visione dinamica della scienza sfida la concezione di conoscenza come qualcosa di statico e offre un quadro in cui la sfida delle teorie esistenti è fondamentale per l’avanzamento della nostra comprensione del mondo naturale. Dunque, il progresso scientifico non è un cammino lineare verso una verità assoluta, ma piuttosto un processo di approssimazione progressiva della verità attraverso la falsificazione delle teorie errate. Questa visione della scienza apre la porta al pluralismo scientifico, in cui diverse teorie possono coesistere e competere tra loro.

Implicazioni pratiche del pensiero di Popper

Karl Popper ha avuto un impatto significativo su diverse discipline, tra cui la filosofia della scienza, la politica e le scienze sociali.

Riguardo la filosofia della scienza, Popper sosteneva che le teorie scientifiche dovrebbero essere falsificabili e sottoposte a test rigorosi, anziché essere derivate solo dall’osservazione. Criticava anche l’idea che la scienza potesse essere neutrale rispetto ai valori personali e ha promosso un approccio trasparente e collaborativo, in cui le teorie scientifiche sono sottoposte a un esame critico e riviste tra pari. L’enfasi posta sull’importanza delle congetture e delle confutazioni nella scoperta scientifica ha contribuito a promuovere una cultura dell’innovazione e della creatività nella scienza. Gli scienziati sono incoraggiati a proporre nuove teorie e ipotesi e a testarle attraverso rigorose sperimentazioni e osservazioni.

Inoltre, la critica di Popper all’induzione ha contribuito a sfidare l’idea che le teorie scientifiche possano essere derivate dalla sola osservazione. Popper ha sostenuto che le teorie scientifiche vengono proposte e poi sottoposte a test rigorosi, piuttosto che derivare dall’osservazione. Ciò ha contribuito a promuovere un approccio alla ricerca scientifica più deduttivo e basato su ipotesi, quindi a plasmare lo sviluppo del metodo ipotetico-deduttivo, oggi ampiamente utilizzato nella ricerca scientifica.

La filosofia di Popper ha avuto anche implicazioni pratiche sul modo in cui viene condotta e valutata la ricerca scientifica. Ad esempio, le sue idee hanno contribuito a promuovere l’uso di esperimenti in doppio cieco, dove sia partecipanti che ricercatori non conoscono alcune informazioni della ricerca, in modo da eliminare i pregiudizi che potrebbero derivarne e aumentare l’affidabilità delle scoperte scientifiche. Ancora, ha promosso l’uso della revisione tra pari e della replica degli esperimenti come mezzo per valutare l’affidabilità della ricerca scientifica.

Nel campo della politica, Popper ha criticato il totalitarismo e ha sottolineato l’importanza della democrazia e del controllo del potere politico. Sosteneva che gli individui dovrebbero essere liberi di perseguire i propri obiettivi e interessi, purché non danneggino gli altri. Le sue idee hanno contribuito a una maggiore consapevolezza della libertà individuale e dell’autonomia nelle istituzioni politiche.

Nelle scienze sociali, Popper ha incoraggiato un approccio basato sull’evidenza e un pensiero critico. Ha sfidato l’idea che il cambiamento sociale sia inevitabile o predeterminato e ha invitato gli scienziati sociali a evitare grandi previsioni sul futuro. Ha anche sottolineato l’importanza del benessere degli individui e ha criticato l’idea che la ricerca sociale possa essere neutrale rispetto ai valori.

Complessivamente, le idee di Popper hanno influenzato il modo in cui la scienza, la politica e le scienze sociali vengono condotte e comprese oggi. Ha promosso un approccio critico, rigoroso e basato sull’evidenza nella ricerca scientifica, e ha incoraggiato un approccio trasparente e collaborativo nella produzione di conoscenza.

I contributi alla psicologia

Karl Popper ha influenzato anche il campo della psicologia attraverso il suo approccio critico e scientifico. Nello specifico, ha sottolineato l’importanza dei test empirici e dell’osservazione nella valutazione delle teorie. Egli credeva che la psicologia dovesse essere fondata su evidenze concrete e che la ricerca empirica fosse cruciale per sviluppare una comprensione accurata del comportamento umano. L’osservazione diretta dei fenomeni psicologici e la raccolta di dati empirici rappresentano strumenti fondamentali per valutare l’efficacia e la validità delle teorie psicologiche.

Popper ha criticato il comportamentismo, un approccio psicologico dominante nel periodo in cui sviluppava le sue teorie. Egli contestava la tendenza del comportamentismo a ridurre il comportamento umano a semplici risposte a uno stimolo, trascurando gli aspetti cognitivi e mentali dell’esperienza umana. Inoltre, ha contestato il determinismo psicologico, l’idea che il comportamento umano sia completamente determinato da cause interne o esterne. Sosteneva che il determinismo assoluto era incompatibile con la libertà umana e che la psicologia doveva invece considerare l’individuo come un agente libero, capace di prendere decisioni consapevoli. Perciò, ha evidenziato l’importanza di considerare gli aspetti cognitivi e mentali dell’esperienza umana nella ricerca psicologica. Suggeriva di approfondire i processi di pensiero, la percezione, la memoria e la comprensione, riconoscendo che questi aspetti giocano un ruolo cruciale nell’analisi e nella comprensione del comportamento umano. Questo, insieme alle nuove idee degli psicologi del tempo, ha aperto nuove prospettive nella psicologia, consentendo di studiare in modo più approfondito le dimensioni cognitive dell’esperienza umana.

È importante riconoscere l’impatto duraturo di Popper nella disciplina psicologica e la rilevanza di continuare ad applicare i principi scientifici da lui sostenuti nella ricerca contemporanea. L’approccio basato sulla falsificabilità e sui test empirici continua a essere un pilastro fondamentale per una psicologia scientifica e rigorosa. Mantenere l’attenzione sulla validità empirica delle teorie psicologiche e sulla critica razionale rappresenta un modo essenziale per progredire nella comprensione della complessità della mente umana e per sviluppare interventi di cura più efficaci.

Conclusioni

Karl Popper ha lasciato un’impronta indelebile nella filosofia della scienza e nel pensiero critico a partire dal XX secolo. Attraverso la sua visione innovativa e il suo incessante impegno per la ricerca della verità, Popper ha gettato le basi per un approccio scientifico più rigoroso e un pensiero critico più profondo. La sua concezione della falsificabilità come criterio di demarcazione ha contribuito a distinguere la scienza dalla pseudoscienza e ha promosso un metodo di indagine basato sulla verifica e confutazione delle teorie.

La sua influenza continua a essere significativa nel modo in cui comprendiamo e pratichiamo la scienza, nonché nel modo in cui affrontiamo le questioni epistemologiche e le sfide intellettuali della nostra società. Il pensiero di Popper continua a essere studiato e discusso in tutto il mondo, a testimonianza del suo significativo contributo al progresso intellettuale e alla nostra comprensione della realtà.

La vita di Popper fu dedicata a dimostrare che la conoscenza certa è al di là della portata umana, non è qualcosa di assoluto, piuttosto un processo continuo di avvicinamento alla verità, grazie alla critica e il rifiuto di teorie erronee.

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SCRITTO DA
Gloria Angelini
Gloria Angelini

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Gattei, S. (2008). Introduzione a Popper. Editori Laterza.
  • Gattei, S. (2009). Karl Popper’s philosophy of science: rationality without foundations. Routledge.
  • Maxwell, N. (2017). Karl Popper, Science and Enlightenment. UCL Press.
  • Parvin, P. (2010). Karl Popper. Major Conservative and Libertarian Thinkers. Bloomsbury Publishing USA.
  • Popper, K. R. (2002). Conoscenza oggettiva. Un punto di vista evoluzionistico. Armando editore.
  • Weinert, F. (2023). Karl Popper: Professional Philosopher and Public Intellectual. Springer Nature.
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