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L’abito fa il monaco

L'abbigliamento influenza i processi psicologici propri e altrui. In psicologia si parla di enclothed cognition, vediamo di cosa si tratta

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 07 Lug. 2023

L’abbigliamento che indossiamo potrebbe influire sui nostri stati psicologici e sulle nostre prestazioni. Questo fenomeno è indicato col termine “enclothed cognition”. Alla luce delle recentiscoperte, gli individui possono scegliere intenzionalmente di indossare abiti che inducano stati psicologici più desiderabili e migliorino le prestazioni legate al compito.

Introduzione

 Gli esseri umani hanno inventato l’abbigliamento almeno 100.000 anni fa. Sebbene continui a servire per proteggere gli individui da circostanze ambientali avverse, le funzioni dell’abbigliamento sono varie. Gli stili di abbigliamento (e talvolta i requisiti) variano da una regione geografica all’altra, da una religione all’altra, da una fascia d’età all’altra e da una professione all’altra. Nella nostra cultura occidentale, un grande scopo dell’abbigliamento è il fattore estetico. Ciò che indossiamo può essere un modo implicito e non verbale per esprimere la nostra personalità. Ma non solo. Numerose ricerche hanno documentato gli effetti che l’abbigliamento ha sulla percezione e sulle reazioni degli altri. Lo stile di abbigliamento degli studenti influenza la percezione della bravura accademica tra i coetanei e gli insegnanti (Behling & Williams, 1991), i pazienti sono più propensi a tornare da terapeuti vestiti in modo formale che da terapeuti vestiti in modo casual (Dacy & Brodsky, 1992) e i professionisti del servizio clienti vestiti in modo appropriato suscitano intenzioni di acquisto più forti di quelli vestiti in modo inappropriato (Shao, Baker, & Wagner, 2004). Tuttavia, gli abiti che indossiamo hanno potere sugli altri come pure su noi stessi.

L’enclothed cognition

Gli psicologi cognitivi Hajo Adam e Adam Galinksy della Northwestern University hanno esaminato gli effetti psicologici e di performance che l’indossare specifici capi di abbigliamento ha sulla persona che li indossa. Per questo fenomeno hanno coniato il termine “enclothed cognition”. L’enclothed cognition coglie l’influenza sistematica che gli abiti hanno sui processi psicologici di chi li indossa. Fa parte di un campo di ricerca più ampio che esamina il modo in cui gli esseri umani pensano sia con il cervello sia con il corpo, un’area di studio nota come embodied cognition.

Gli esperti di embodied cognition hanno scoperto che i nostri processi di pensiero si basano su esperienze fisiche che attivano concetti astratti associati. Ad esempio, l’esperienza fisica di pulirsi è associata al concetto astratto di purezza morale (Zhong & Liljenquist, 2006). A causa di questo significato simbolico, è stato dimostrato che la pulizia fisica influenza i giudizi di moralità (Schnall, Benton & Harvey, 2008). In modo simile, provare calore fisico aumenta i sentimenti di calore interpersonale (Williams & Bargh, 2008), annuire con la testa mentre si ascolta un messaggio persuasivo aumenta la suscettibilità alla persuasione (Wells & Petty, 1980), e portare una cartellina pesante aumenta i giudizi di importanza (Jostman et al., 2009). Gli autori sostengono che l’esperienza di indossare i vestiti innesca concetti astratti associati e i loro significati simbolici. In particolare, si ritiene che indossare i vestiti faccia sì che le persone “incarnino” l’abbigliamento e il suo significato simbolico. Di conseguenza, quando un capo di abbigliamento viene indossato, esercita un’influenza sui processi psicologici di chi lo indossa, attivando i concetti astratti associati attraverso il suo significato simbolico –in modo simile al modo in cui un’esperienza fisica, che per definizione è già incarnata, esercita la sua influenza. L’abbigliamento può cambiare il modo di pensare, sentire, percepire e comprendere se stessi durante le situazioni e le esperienze.

La storia di 3 studi

Adam e Galinsky (2012) hanno condotto tre studi sull’enclothed cognition. Nel primo studio, i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi. A un gruppo è stato chiesto di indossare un camice bianco, mentre all’altro abiti casual. Poi i partecipanti sono stati sottoposti a un test di attenzione selettiva che misurava la loro capacità di notare le incongruenze. I partecipanti che indossavano il camice bianco hanno commesso quasi la metà degli errori rispetto a quelli che indossavano abiti casual.

 Nel secondo studio, hanno riunito i partecipanti per testare l’aumento dell’attenzione. A un gruppo è stato detto di indossare un camice da medico e all’altro di indossare un camice da pittore. I camici da medico e da pittore erano identici. A ciascun gruppo è stato poi chiesto di osservare una coppia di immagini simili per individuare quattro piccole differenze. I partecipanti che indossavano il camice da medico hanno trovato più differenze rispetto a quelli che indossavano il camice da pittore. Questo indica una maggiore attenzione.

Nel loro ultimo studio, volevano scoprire se il semplice guardare un oggetto fisico, come un camice, potesse influenzare il comportamento. Alcuni partecipanti indossavano quello che veniva loro descritto come un camice da medico o da pittore. Altri sono stati istruiti a guardare il camice di un medico che si trovava di fronte a loro. Utilizzando lo stesso compito di ricerca visiva dell’esperimento 2, il gruppo che indossava il camice da medico ha mostrato una maggiore attenzione sostenuta.

Quindi, cosa succede esattamente quando le persone hanno comportamenti diversi se indossano lo stesso capo di abbigliamento, ma gli viene detto che appartiene a professioni diverse? O quando indossano l’abito invece di guardarlo? I ricercatori ritengono che l’abbigliamento abbia un significato simbolico. Sostengono che l’influenza degli abiti dipende sia dal fatto di indossarli sia dal significato che essi suscitano nei loro schemi psicologici. Ad esempio, i medici (che indossano il camice) sono generalmente ritenuti altamente intelligenti, precisi e scientifici. I pittori sono generalmente ritenuti creativi e liberi. Di conseguenza, quando una persona attribuisce uno stereotipo simbolico a un capo di abbigliamento mentre lo indossa, allora la caratteristica, la forza e/o l’abilità simboleggiata dall’abbigliamento stesso sembra avere effetti misurabili sugli stati psicologici e sulle prestazioni.

Conclusione

In conclusione, la enclothed cognition è un concetto che evidenzia il potente impatto che le nostre scelte di abbigliamento possono avere sui nostri pensieri, sui nostri comportamenti e sul nostro umore generale. È importante essere consapevoli del significato simbolico degli abiti che indossiamo e scegliere quelli che si allineano con la nostra mentalità e i nostri obiettivi. Comprendendo il potere della enclothed cognition, possiamo usare l’abbigliamento a nostro vantaggio e creare una mentalità positiva e sicura.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Adam, H. & Galinsky, A.D., Enclothed Cognition, Journal of Experimental Social Psychology (2012).
  • Behling, D.U., & Williams, E.A. (1991). Influence of dress on perception of intelligence and expectations of scholastic achievement. Clothing and Textiles Research Journal, 9, 1-7.
  • Cosimetti, I. (2012). Enclothed Cognition: Come i vestiti influenzano i nostri pensieri. State of Mind.
  • Dacy, J.M., & Brodsky, S.L. (1992). Effects of therapist attire and gender. Psychotherapy, 29, 486-490.
  • Jostman, N. B., Lakens, D., & Schubert, T. W. (2009). Weight as an embodiment of importance. Psychological Science, 20, 1169-1174.
  • Shao, C. Y., Baker, J., & Wagner, J. A. (2004). The effects of appropriateness of service contact personnel dress on customer expectations of service quality and purchase intention: The moderating influences of involvement and gender. Journal of Business Research, 57, 1164–1176.
  • Schnall, S., Benton, J., & Harvey, S. (2008). With a clean conscience: Cleanliness reduces the severity of moral judgments. Psychological Science, 19, 1219-1222.
  • Zhong, C.-B., & Liljenquist, K. (2006). Washing away your sins: Threatened morality and physical cleansing. Science, 313, 1451-1452.
  • Wells, G. L., & Petty, R. E. (1980). The effects of overt head movements on persuasion: Compatibility and incompatibility of responses. Basic and Applied Social Psychology, 1, 219-230.
  • Williams, L.E., & Bargh, J.A. (2008). Experiencing physical warmth promotes interpersonal warmth. Science, 322, 606-607.
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