Forme essenziali di comunicazione
I social network hanno costruito il loro successo su nuove forme di linguaggio. I post di Facebook, i 180 caratteri di Twitter (poi diventati 280), le foto di Instagram, i video di TikTok. Hanno tutti in comune l’uso di un linguaggio che è anzitutto veloce e, il più delle volte, immediato.
I social hanno indiscutibilmente cambiato il nostro modo di comunicare e i più intellettuali li annoverano tra gli artefici di una sorta di imbruttimento sociale, indicandoli come colpevoli del generale svuotamento di senso delle parole e dei messaggi che veicolano. Non credo sia così, penso che abbiano accolto un generale bisogno di forme più essenziali di comunicazione. Una di queste è la “storia”, che al momento è il contenuto che pare riscuotere maggior successo.
Le storie di “88 divagazioni”
Esistono poi contenuti simili, delle storie brevi, che non sono veicolate da immagini e restano nella testa e nelle viscere dello spettatore molto più delle canoniche 24 ore a cui siamo abituati. Mi riferisco all’ultimo lavoro letterario di Alberto Vito, “88 Divagazioni. Psicologia, ricordi e altri pensieri”, edito da La valle del tempo.
Il testo propone 88 stories narrative, 88 immagini letterarie su tematiche di psicologia, attualità, politica, mescolate ad aneddoti personali che sembrano pescati quasi casualmente dal cassetto dei ricordi dell’autore e che hanno la capacità di collegare il personale all’universale, permettendo al lettore di rispecchiarsi in esperienze che solo in apparenza non lo riguardano. E Vito riesce a farlo coniugando un linguaggio attuale, perché essenziale, semplice e diretto, ad un modo di riflettere sulle cose, di entrarvi dentro, che è senza tempo.
Forse non è un caso che l’autore sia uno psicoterapeuta di lunga esperienza: le 88 divagazioni hanno il sapore di impressioni che stimolano il lettore ad un’esistenza piena, viva, produttiva dal punto di vista esistenziale. Penso sia uno di quei libri che fanno venire voglia di spendere bene la propria vita.
Un’umanità terapeuticamente sconvolgente
Per gli addetti ai lavori della psicologia, o per i semplici appassionati, c’è poi la parte del libro più legata alla clinica, dove Vito presenta il proprio lavoro con tutta la forza di un’umanità che è terapeuticamente sconvolgente, raccontando piccoli spezzoni di casi clinici sui quali si potrebbe “stare” per ore, oppure ripercorrendo qualche vecchio “errore di gioventù” che permette di vedere la persona che sta dietro il professionista, regalando allo psicoterapeuta meno esperto un po’ di clemenza nei confronti di se stesso.
Il risultato è un testo fresco che coinvolge il lettore in uno scrolling quasi bulimico: viene voglia di vedere il video successivo, la foto seguente, il prossimo commento o, nel caso di Vito, la prossima storia, nel senso più vero del termine.
