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Albert Camus. L’inferno e la ragione (2023) di Domenico Canciani – Recensione

Una poderosa biografia intellettuale e politica di Albert Camus, dedicata alla singolarità della sua storia di vita, con larga dovizia di particolari

Di Alberto Vito

Pubblicato il 05 Mag. 2023

È apparso per Castelvecchi Editore un imponente volume dedicato alla vita e all’opera letteraria di Albert Camus, con l’accattivante e suggestivo sottotitolo: L’inferno e la ragione”.

 

 L’autore è Domenico Canciani, già docente di Lingua e cultura francese presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, con una proficua e seguita produzione editoriale. Negli anni, oggetto dei suoi studi sono state la storia intellettuale della Francia e del Maghreb nel XX secolo, con uno sguardo attento alle minoranze, ai conflitti linguistici e culturali, al confronto interreligioso. Inoltre, per anni ha approfondito e divulgato in Italia l’opera di Simone Weil, scrivendo numerosi saggi su di essa, tra cui “Simone Weil. Le Courage de penser” (Beauchesne, 2011), sintesi delle sue ricerche, che ha ricevuto il prestigioso Prix Biguet de l’Académie Française. Collabora regolarmente con i “Cahiers Simone Weil” e pubblica per lo più in francese e in italiano. I suoi lavori sono stati tradotti in tedesco, spagnolo e polacco.

Il volume è una poderosa biografia intellettuale e politica di Albert Camus, verso cui Canciani non nasconde la propria ammirazione. Tra i numerosi intellettuali politicamente attivi in Francia nel periodo tra le due grandi guerre mondiali, in una fase di straordinaria vivacità culturale, la sua predilezione va all’autore de “La peste”, anche per la singolarità della vicenda biografica che lo contraddistinse. Infatti, l’appartenenza originaria allo strato più povero della comunità francese d’Algeria ha accordato al suo impegno un’urgenza e un senso di responsabilità che altri intellettuali e scrittori, soprattutto parigini, non avrebbero potuto avere con lo stesso rigore e analoga intensità. Camus non ha mai evitato il confronto con il contesto coloniale dove si è formato, successivamente con la guerra d’Algeria, alla quale proverà a ribellarsi in ogni modo, ma anche con il terrorismo e con i totalitarismi derivati da iniziali idee di liberazione. Proprio la sua integrità morale con la schiettezza che lo caratterizzò, la coerenza tra le sue azioni e le sue idee, lo posero spesso in una posizione di sofferta solitudine, solo parzialmente attenuata dall’assegnazione del premio Nobel per la letteratura avvenuta nel 1957. In ogni caso, osserva Canciani, Camus non ha mai smesso di proclamarsi innanzitutto uno scrittore, impegnato con i suoi mezzi a realizzare opere d’arte capaci di assumere su di esse il peso delle vicende umane, a partire da quelle degli ultimi e dei più deboli. Come dirà proprio nel discorso di ringraziamento per il Nobel, il destino dell’artista è quello di chi, spinto a questa vocazione magari proprio perché inizialmente si sentiva diverso, deve imparare che può alimentare la propria arte solo riconoscendo la sua somiglianza con tutti gli esseri umani, non isolandosi e sottomettendosi alla verità più umile e universale. Un altro aspetto che rivela la profondità del suo pensiero, da attento conoscitore –tra gli altri– di Dostoevskij, è che per lui ogni rivolta storica ha in sé la possibilità di innalzarsi dal proprio piano naturale, ovvero quello delle lotte di emancipazione sociale, per poter giungere al piano metafisico, ove sono racchiuse le domande ineludibili sul significato del male.

Nel libro, la vita di Camus viene ricostruita con larga dovizia di particolari e risulta evidente il gran lavoro di ricerca che ha preceduto la stesura del testo. Oltre alle opere letterarie, sono state utilizzate  la consultazione della produzione giornalistica e anche le corrispondenze epistolari avute da Camus con altri intellettuali con cui si confrontò a lungo quali Jean Grenier, René Char, Jean Sénac e il nostro Nicola Chiaromonte, con cui vi fu amicizia e un fitto dialogo dal 1945. La ricchissima bibliografia è completata dalla sezione dedicata alle opere su Camus (biografie, testimonianze, monografie, saggi e articoli) e da un ulteriore settore, concernente gli scritti di autori che hanno interagito con lui o influenzarono il suo pensiero e il suo periodo storico, valutati pertinenti con gli scopi e la mole del presente lavoro.

 Il poderoso libro di quasi 400 pagine consta di 10 capitoli, oltre ad un preludio e un prologo, dedicati alle varie fasi della vita di Camus, dalle sue vicende private, alle sue amicizie, al suo impegno, alla sua ricca produzione scritta. Il primo capitolo è rivolto all’infanzia, vissuta vicino al mare a Belcourt, un quartiere povero di Algeri, dove prima la scuola e poi la scrittura gli consentirono un destino assai diverso da quello segnato per tanti suoi coetanei nella stessa condizione sociale. Mentre punto d’approdo conclusivo del volume è “Il primo uomo”, il romanzo incompiuto pubblicato postumo, in cui Camus ha voluto tutto ricapitolare recuperando la propria storia, quella dei piccoli coloni e dell’Algeria. Il manoscritto venne ritrovato sul luogo dell’incidente stradale che nel gennaio del 1960 costerà la vita allo scrittore, ad appena 47 anni, e verrà pubblicato per la prima volta in Francia, da Gallimard, nel 1994, a cura della figlia Catherine.

Mentre altri proprio oggi si dedicano alla riscoperta dell’attualità di Sartre, trovo particolarmente meritorio e giusto aver voluto fissare l’attenzione su un vero gigante del pensiero, la cui modernità ha contribuito a renderlo parzialmente incompreso. Sono certo che il lavoro di Canciani dedicato a Camus, un autore profondamente algerino e anche francese ma soprattutto universale, susciterà l’interesse sia degli specialisti che degli appassionati di storia culturale e politica del XX secolo, ricevendo il consenso che merita.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Canciani, D, (2023). Albert Camus. Roma: Castelvecchi Editore.
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