expand_lessAPRI WIDGET

Sconfitta, entrapment e ideazione suicidaria: quale relazione?

La previsione di ideazione suicidaria, tentativi e decessi è ancora insufficiente: servono più dati prospettici per far luce sui potenziali percorsi causali

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 24 Apr. 2023

L’obiettivo dello studio di Höller et al. (2022) è stato quello di fornire ulteriori prove sulla relazione causale tra sentimento di sconfitta, entrapment (interno ed esterno) e ideazione suicidaria, come proposto dal modello integrato motivazionale volitivo.

I concetti di sconfitta ed entrapment

 La sconfitta e l’entrapment (NdR – in italiano si tradurrebbe con intrappolamento) sono stati proposti come due importanti costrutti clinici con rilevanza transdiagnostica nello sviluppo di depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico (Siddaway et al., 2015). Gilbert e Allan (1998) descrivono la sconfitta come un sentimento di impotenza e umiliazione, mentre l’entrapment è caratterizzato dall’incapacità di fuggire da situazioni insopportabili (Gilbert & Allan, 1998). Hanno proposto che l’entrapment consiste in due sottotipi: l’entrapment interno e quello esterno, dove l’entrapment esterno descrive la sensazione di essere intrappolati da circostanze esterne e l’entrapment interno si riferisce all’essere intrappolati da aspetti interni come i propri pensieri (Owen et al., 2018). Inoltre, per quanto riguarda la rilevanza transdiagnostica del sentimento di sconfitta e dell’entrapment, è stato empiricamente testato che entrambi sono predittori per i tentativi di suicidio (O’Connor et al., 2013) e per l’ideazione suicidaria (Rasmussen et al., 2010; Wetherall et al., 2018), sottolineando il loro ruolo centrale nello sviluppo dell’ideazione e del comportamento suicidario in generale, nonostante la differenziazione tra entrapment interno ed esterno.

Il modello integrato motivazionale volitivo del comportamento suicidario

La recente ricerca sul suicidio si concentra sulla distinzione tra i predittori dell’ideazione suicidaria e quelli dell’effettivo comportamento suicidario nell’ambito delle cosiddette “ideation-to-action theories” (Klonsky et al., 2018), come il modello integrato motivazionale volitivo del comportamento suicidario (Modello IMV – Integrated Motivational–Volitional Model; O’Connor & Kirtley, 2018). Il modello integrato motivazionale volitivo presuppone che i sentimenti di sconfitta e di entrapment siano di centrale importanza nello sviluppo dell’ideazione suicidaria (O’Connor & Kirtley, 2018). Il modello integrato motivazionale volitivo è un quadro teorico relativamente nuovo, che consiste in tre fasi diverse. La fase pre-motivazionale, che comprende il contesto biopsicosociale, la vulnerabilità individuale e gli eventi di vita negativi e si basa su modelli di stress-diatesi del suicidio (Mann et al., 1999). La seconda fase è la fase motivazionale, che descrive lo sviluppo dell’ideazione suicidaria includendo i costrutti di sconfitta ed entrapment (senza però distinguere tra entrapment interno ed esterno) (O’Connor & Kirtley, 2018). L’ultima fase del modello integrato motivazionale volitivo è quella volitiva, in cui si verifica l’effettivo comportamento suicidario (O’Connor & Kirtley, 2018). Il modello integrato motivazionale volitivo propone che i sentimenti di sconfitta portino a sentimenti di entrapment e, di conseguenza, allo sviluppo di idee suicidarie (O’Connor & Kirtley, 2018).

Sentimento di sconfitta, entrapment e ideazione suicidaria

I risultati delle ricerche recenti sono eterogenei, con maggiori evidenze di un’associazione tra l’entrapment interno e quello esterno con l’ideazione suicidaria e una generale mancanza di studi che indagano la relazione differenziale tra entrapment interno ed esterno e ideazione suicidaria (Höller et al., 2022). Purtroppo, c’è mancanza di dati prospettici in questo settore. Finora solo Owen et al. (2018) hanno fornito dati prospettici con la distinzione tra entrapment interno ed esterno (Höller et al., 2022). Alla luce del fatto che, anche dopo decenni di ricerca, i dati sulla previsione di ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e decessi risultano ancora insufficienti (Franklin et al., 2017), diventa chiaro che si rendono necessari più studi prospettici che abbiano il potenziale di far luce sui potenziali percorsi causali che portano all’ideazione e al comportamento suicidario (Höller et al., 2022). Pertanto, sono assolutamente necessarie ulteriori prove sulla relazione causale tra sentimento di sconfitta, entrapment (interno ed esterno) e ideazione suicidaria, come proposto dal modello integrato motivazionale volitivo, basate su un disegno prospettico appropriato, che questo studio cercherà di fornire (Höller et al., 2022). Inoltre, la maggior parte degli studi ha indagato popolazioni generali o campioni di studenti, ma mancano studi su pazienti psichiatrici ricoverati a causa di un tentativo di suicidio o di una grave ideazione suicidaria (Höller et al., 2022). Questo studio mira a colmare queste due importanti lacune, non solo fornendo dati prospettici, ma anche esaminando un campione di individui ad alto rischio di suicidio (Höller et al., 2022).

Lo studio di Höller et al. (2022)

L’obiettivo dello studio è quello di indagare empiricamente se il senso di sconfitta, l’entrapment interno ed esterno e l’ideazione suicidaria sono associati e se il percorso postulato nel modello integrato motivazionale volitivo dalla sconfitta, all’entrapment, fino all’ideazione suicidaria può essere confermato prospetticamente.

In questo studio si ipotizza che: (1) sentimenti di sconfitta siano associati all’entrapment interno ed esterno, e che (2) il senso di sconfitta possa prevedere l’entrapment interno ed esterno in modo prospettico. Per quanto riguarda l’ideazione suicidaria, si ipotizza che (3) la sconfitta e l’entrapment interno, ma non quello esterno, siano associati all’ideazione suicidaria e che (4) la sconfitta e l’entrapment interno, ma non quello esterno, possano prevedere l’ideazione suicidaria nel tempo.

Un campione di 308 pazienti psichiatrici (53% donne) di età compresa tra i 18 e gli 81 anni è stato valutato per i quattro costrutti subito dopo l’ammissione in un reparto psichiatrico e successivamente a sei, nove e dodici mesi dopo l’ammissione (Höller et al., 2022).

I risultati dello studio

In linea con la prima ipotesi, i risultati hanno indicato che il sentimento di sconfitta era associato sia all’entrapment interno che a quello esterno.

 La seconda ipotesi ha potuto essere confermata solo in parte in quanto il senso di sconfitta non era in grado di prevedere l’entrapment interno, né quello esterno né la variazione dell’entrapment esterno nel tempo. L’associazione tra l’entrapment (interno ed esterno) e i sentimenti di sconfitta è in linea con le ipotesi del modello integrato motivazionale volitivo (O’Connor & Kirtley, 2018) e con precedenti ricerche empiriche (Carvalho et al., 2013; Gilbert & Allan, 1998). Tuttavia, il modello integrato motivazionale volitivo indica che i sentimenti di sconfitta portano all’entrapment nella fase motivazionale, suggerendo un percorso prospettico, che ha potuto essere confermato solo in parte per l’entrapment interno, ma non per quello esterno.

In linea con la terza ipotesi, la sconfitta e l’entrapment interno sono stati associati all’ideazione suicidaria. L’entrapment esterno non è stato associato né all’ideazione suicidaria né alla variazione dell’ideazione suicidaria, evidenziando ancora una volta l’importanza di distinguere tra entrapment interno ed esterno.

Per la quarta ipotesi, che proponeva che il sentimento di sconfitta e l’entrapment interno, ma non quello esterno, fossero in grado di prevedere l’ideazione suicidaria nel tempo, i risultati sono stati contrastanti. L’entrapment interno, ma non il sentimento di sconfitta, può predire l’ideazione suicidaria nel tempo. L’entrapment interno e la sconfitta, ma non l’entrapment esterno, potevano prevedere un cambiamento nell’ideazione suicidaria nel tempo. È interessante notare che l’associazione tra l’entrapment interno e l’ideazione suicidaria, era positiva. Pertanto, su brevi periodi di tempo (come giorni o ore, dato che i questionari chiedevano di rilevare i sentimenti di sconfitta o entrapment e l’ideazione suicidaria negli ultimi giorni), alti livelli di entrapment interno coincidevano con alti livelli di ideazione suicidaria, il che è in linea con le ipotesi del modello integrato motivazionale volitivo.

Tuttavia, in questo campione, l’ideazione suicidaria e tutti gli altri costrutti valutati sono diminuiti nel tempo. In altre parole, i partecipanti si sono sentiti sempre meglio in tutte le variabili nel corso dello studio, mostrando i punteggi più alti nella valutazione iniziale e i punteggi più bassi nella valutazione finale.

In generale, quindi, i risultati evidenziano l’importanza di distinguere tra entrapment interno ed esterno e la loro specifica associazione con l’ideazione suicidaria. Le percezioni di entrapment interno sono di importanza centrale quando si sperimenta l’ideazione suicidaria e dovrebbero essere considerate nella pratica clinica.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Suicidio post dimissioni ospedaliere: valutazione del rischio e prevenzione
Suicidio post-dimissioni ospedaliere: è possibile prevenirlo?

Una valutazione accurata del rischio suicidario e del contesto di reinserimento del paziente sono fondamentali per prevenire i suicidi post-ricovero

ARTICOLI CORRELATI
Adolescenti e crisi della salute mentale: cosa è cambiato
La crisi della salute mentale tra gli adolescenti statunitensi

Il declino della salute mentale tra gli adolescenti si è intensificato con la pandemia, al punto che negli Stati Uniti si parla di emergenza nazionale

Suicidio e prevenzione: l'uso di tecnologie d' informazione e comunicazione
Prevenzione della suicidalità tramite l’uso di tecnologie d’ informazione e comunicazione

Nell'ultimo periodo è progredito rapidamente l'uso di strumenti tecnologici adibiti alla comunicazione e lo scambio di dati nella prevenzione del suicidio

WordPress Ads
cancel