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Psicologia investigativa (2022) di David Canter e Donna Youngs – Recensione

“Psicologia Investigativa" nasce per consentire l'approfondimento di una disciplina nata all’estero ma che si sta sempre più affermando anche in Italia

Di Simona Meroni

Pubblicato il 14 Apr. 2023

Per Psicologia Investigativa si intende il risultato dell’osservazione e dello studio del comportamento criminale al fine di comprenderlo e fornire così un ausilio nell’azione penale e di indagine.

 

 Criminal Minds, Mindhunter, Black Bird, Dexter, sono solo alcuni dei titoli più o meno recenti e più o meno di successo che vedono come protagonisti serial killer e la relativa squadra di investigatori deputati alla loro cattura.

Possiamo dunque pensare che, ormai, alcuni termini e meccanismi di indagine facciano parte dell’immaginario comune, spesso distorcendo e rimandando impressioni fantasiose e talvolta discoste dalla realtà.

Il ricco e dettagliato manuale “Psicologia Investigativa. Profilazione degli autori di reato e analisi criminale” non nasce per “correggere”, bensì per formare e consentire un completo approfondimento di una disciplina nata all’estero ma che si sta sempre più affermando anche in Italia.

La particolarità del volume non risiede solo nella sua ricchezza di fonti e di esempi, che consentono una lettura scorrevole e una comprensione del testo molto semplice, ma anche e soprattutto nei box di approfondimento alla fine di ogni capitolo, che consentono una autoverifica e hanno lo scopo di stimolare un eventuale formatore in aula.

Il testo è sicuramente lungo e richiede tempo e concentrazione, ma ci accompagna lungo la nascita e le successive trasformazioni di una vera e propria disciplina, partendo da una definizione chiara e immediata, che – come sottolineato – vuole portare la Psicologia Investigativa non tanto fuori dagli schermi tv, quanto più “oltre”.

Per Psicologia Investigativa si intende dunque il risultato dell’osservazione e dello studio del comportamento criminale al fine di comprenderlo e fornire così un ausilio nell’azione penale e di indagine.

La base teorica da cui partire prende le mosse dal crimine e non dalla motivazione, studia i rapporti dell’offender con l’ambiente e le vittime, rintracciando temi dominanti e analizzando le storie criminali pregresse.

Tutto questo, dunque, già ci pone in un quadro complesso e articolato, dove viene sottolineata la metodicità del procedere e soprattutto l’esistenza di linee guida e di un processo strutturato.

Particolarmente interessante risulta anche la sincera sottolineatura di ciò che spesso le fiction (e, talvolta, i romanzi) omettono: la scarsa formazione degli agenti, la presenza di un contesto omertoso, errori umani.

La prima parte del manuale sottolinea come sin dalla nascita della disciplina è stato facile cadere in errore, pensando che fosse sufficiente l’intuito per procedere, ignorando invece l’importanza del metodo scientifico che ad oggi l’accompagna.

David Canter, autore del testo, fu dunque il primo a rendersi conto di questa necessità, sviluppando così un metodo sistematizzato in tre step:

  • analisi delle informazioni;
  • quali conclusioni trarre dalle informazioni acquisite;
  • agire sugli elementi precedenti al fine di formulare una decisione.

Il libro presenta così l’evoluzione e la storia della Psicologia Investigativa soffermandosi e approfondendo anche la storia dei precursori volontari e involontari della disciplina dall’Ottocento ad oggi, accompagnando il lettore nella verifica puntuale del proprio apprendimento con domande mirate che stimolano anche la messa in discussione.

 Presenta casi di crimini passati (es: il vampiro di Dusseldhorf, lo strangolatore di Boston etc) cercando di far comprendere quali elementi hanno portato alla risoluzione del caso e quali lo hanno ostacolato o sono stati poi modificati nel corso dello sviluppo della storia della psicologia investigativa.

Il testo è sicuramente rivolto a personale tecnico, per fornire una formazione guidata o un auto approfondimento, ma risulta decisamente interessante e scorrevole anche per gli appassionati.

Fortunatamente, e questo forse è il suo tratto distintivo, non si limita ad attirare l’attenzione sul criminale o sui delitti, trasformandosi in un “giallo ben congegnato” ed evidenzia in modo sincero (e dunque utile) gli errori pregressi e gli strumenti sviluppati per “correggerli”.

Il Manuale risulta suddiviso in tre sezioni, ciascuna – come già sottolineato – approfondita, ben organizzata, fornita di box riassuntivi ad inizio e fine capitolo, domande conclusive per stimolare l’apprendimento e il confronto:

  • Parte I: la strada verso la Psicologia Investigativa, che fornisce un’ampia e ben discussa genesi della disciplina;
  • Parte II: fondamentali, che illustra gli strumenti teorico-pratici (e la loro evoluzione) imprescindibili e ad oggi in uso;
  • Parte III: profilare le azioni criminali, che classifica e differenzia le diverse tipologie di “reato” con una puntuale analisi delle stesse.

Sebbene si potrebbe pensare che la parte più interessante o discorsiva sia la III, sicuramente la lettura delle prime due consente, come sottolineato in apertura, di non cascare nell’errore di credere di essere in un telefilm o in un romanzo ben scritto.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Canter, D. & Youngs D. (2022). Psicologia investigativa. Profilazione degli autori di reato e analisi criminale. Fioriti Editore.
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