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Sintomi da somatizzazione e abuso sessuale: una scoping review

I sintomi somatici variano in un'ampia gamma di tipologie e possono causare una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e altre aree importanti

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 16 Feb. 2023

Aggiornato il 22 Feb. 2023 14:34

Iloson e colleghi (2021) hanno condotto una scoping review sul tema, con l’obiettivo di indagare (1) la portata e la natura della ricerca attuale sui sintomi della somatizzazione nelle donne che hanno subito abusi sessuali e (2) l’esistenza di sintomi specifici di somatizzazione che possono essere collegati all’abuso sessuale.

 

Il disturbo da sintomi somatici

 Il disturbo da sintomi somatici appartiene a una categoria di disturbi psichiatrici in cui il paziente presenta vari sintomi fisici che suggeriscono una condizione medica (Iloson et al., 2021). Questi, però, non possono essere completamente spiegati da una condizione medica nota o da una malattia organica (Iloson et al., 2021). Il disturbo da somatizzazione è stato infatti definito come “una tendenza a sperimentare e comunicare angoscia e sintomi somatici non spiegati da esami patologici, non attribuibili a una malattia fisica che spingono però a cercare aiuto medico per essi” (Lipowski, 1988). Lo sviluppo e la persistenza di questi sintomi inspiegabili vengono comunemente definiti come somatizzazione (Iloson et al., 2021). È importante precisare che, il termine “malattia psicosomatica”, viene talvolta confuso o usato come sinonimo di somatizzazione. Tuttavia, il concetto di malattia psicosomatica implica una malattia organica, in cui i fattori mentali giocano un ruolo importante nello sviluppo della stessa (Malmquist, 2001). I sintomi della somatizzazione variano in un’ampia gamma di tipologie, come dolori provenienti da diverse parti del corpo, sintomi gastrointestinali, sessuali e pseudo-neurologici (Mai, 2004). Possono causare una significativa compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti (Harris et al., 2009). I sintomi spesso variano nel tempo e la sofferenza da somatizzazione può indurre una persona a ricorrere ripetutamente a cure mediche (Barsky et al., 2006). Il paziente può consultare diversi operatori sanitari, sottoporsi a numerosi accertamenti con costi elevati e soffrire a lungo prima di ricevere la diagnosi (Orzechowska et al., 2021). Inoltre, il paziente vive i sintomi come reali. Non si tratta quindi di una simulazione (Iloson et al., 2021).

La somatizzazione dell’adulto è stata collegata a traumi infantili e dell’età adulta, compresi quelli sessuali, sia negli uomini che nelle donne (Paras et al., 2009; Waldinger et al., 2006). L’abuso fisico, psicologico o sessuale subìto nell’infanzia può causare sintomi mentali e fisici a lungo termine. Nelle donne, uno studio di Granot e colleghi (2018) ha dimostrato che il trauma sessuale influisce sul livello di somatizzazione in misura maggiore rispetto ai traumi non sessuali. Anche diversi studi precedenti hanno riportato associazioni tra sintomi somatici e abuso sessuale (Mcnutt et al., 2002; Morse, 1997).

Come affermato in precedenza, i pazienti adulti con disturbo da somatizzazione si rivolgono a molti specialisti e hanno più visite di emergenza rispetto ai pazienti non affetti da somatizzazione (Barsky et al., 2006). Tra le donne dei Paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Novergia e Svezia) che si rivolgono a un ginecologo, il 38%-66% ha riferito di aver subito un abuso fisico, il 19%-37% un abuso emotivo e il 17%-33% un abuso sessuale (Wijma et al., 2003). La maggior parte delle donne, tra il 92%-98%, non aveva espresso la propria esperienza al ginecologo durante l’ultima visita (Iloson et al., 2021).

La scoping review di Iloson e colleghi

Iloson e colleghi (2021) hanno quindi condotto una scoping review sul tema, con l’obiettivo di indagare (1) la portata e la natura della ricerca attuale sui sintomi della somatizzazione nelle donne che hanno subito abusi sessuali e (2) l’esistenza di sintomi specifici di somatizzazione che possono essere collegati all’abuso sessuale (Iloson et al., 2021). A differenza di una revisione sistematica, una scoping review non ha l’obiettivo di valutare la qualità delle evidenze (Arksey & O’Malley, 2005), bensì è tipicamente utilizzata per “mappare” la letteratura rilevante nel campo di interesse. Pertanto, un limite della scoping review è che non è stata effettuata alcuna valutazione della qualità metodologica (Iloson et al., 2021).

 In generale, questa scoping review (Iloson et al., 2021) ha incluso un totale di 7 articoli. Quattro dei sette studi inclusi in questa revisione hanno valutato il dolore dopo un abuso sessuale, in particolare il dolore muscoloscheletrico cronico (Ulirsch et al., 2014), il dolore intestinale (Grinsvall et al., 2018), il dolore acuto (Fishbain et al., 2014) e il dolore cronico (Fishbain et al., 2014; Symes et al., 2014). Due studi (Grinsvall et al., 2018; Ulirsch et al., 2014) non sono stati in grado di dimostrare una significativa associazione, tuttavia uno dei due studi (Ulirsch et al., 2014) ha riportato una soglia del dolore più bassa, l’altro (Grinsvall et al., 2018) invece ha mostrato un aumento della gravità del dolore nel tempo dopo un abuso sessuale. In due studi (Gerber et al., 2008; Pallotta et al., 2014) è stata evidenziata un’associazione tra abuso sessuale e aumento dei sintomi somatici. Uno studio (Bradford et al., 2012) ha mostrato che le donne con sintomi della sindrome dell’intestino irritabile hanno riferito una storia di abuso sessuale più spesso dei controlli sani. I seguenti risultati sul legame tra dolore e abuso sessuale sono in parte in contraddizione con le ricerche precedenti (Iloson et al., 2021). Per esempio, una revisione di Nelson e colleghi (2012), comprendente 108 studi, ha esaminato i sintomi fisici medicalmente inspiegabili in adulti sopravvissuti ad abusi sessuali infantili e ha trovato un’associazione con diversi sintomi, ad esempio gastrointestinali, ginecologici, respiratori superiori, dolore pelvico cronico, cefalea e fibromialgia (Nelson et al., 2012). Una revisione di Barker e colleghi (2019) ha invece rilevato che la violenza sessuale da parte di un partner è associata a un rischio maggiore di dolore e altri sintomi somatici.

Il fatto che questa revisione (Iloson et al., 2021) non sia riuscita a identificare un legame tra l’abuso sessuale e il dolore come sintomo specifico come hanno fatto gli studi citati, può essere dovuto alle diverse strategie di ricerca utilizzate, che hanno portato all’inclusione di studi diversi. Il dolore come sintomo singolo infatti non è stato incluso nella strategia di ricerca di Iloson e colleghi (2021), a meno che non facesse parte della somatizzazione. Per quanto riguarda gli altri sintomi somatici, i risultati della revisione sono più coerenti con le ricerche precedenti, in cui è stata identificata un’associazione tra sintomi somatici e abuso sessuale (Mcnutt et al., 2002; Morse, 1997).

In conclusione quindi, non è stato possibile individuare alcun sintomo somatico specifico di somatizzazione dopo un abuso sessuale. Sei dei sette studi suggeriscono però un legame tra il trauma sessuale e l’aumento della presenza di diverse forme di sintomi somatici aspecifici, come il dolore e la sindrome dell’intestino irritabile (Iloson et al., 2021). L’associazione tra abuso sessuale e dolore è risultata incoerente (Iloson et al., 2021). Sono necessari quindi ulteriori studi prospettici sui sintomi che i pazienti presentano in relazione alla somatizzazione indotta da un precedente trauma sessuale.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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