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La Flash Technique: da intervento integrativo a nuovo paradigma nel trattamento del trauma psicologico

La Flash Technique permette di rielaborare un ricordo disturbante senza accedervi in modo diretto e vivido, evitando il contatto con la parte peggiore

Di Massimo Amabili, Daniela Pozzi

Pubblicato il 16 Feb. 2023

La Flash Technique è una tecnica inizialmente pensata e proposta come intervento integrativo nella fase di Preparazione del Protocollo standard EMDR e che sta suscitando sempre maggiore interesse.

 

EMDR e Flash Technique

 Negli ultimi vent’anni sono state proposte diverse forme di psicoterapia basate sull’evidenza scientifica per il trattamento del trauma psicologico: infatti, da diversi anni, fonti autorevoli tra cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno indicato che “la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale individuale o di gruppo (CBT) focalizzata sul trauma oppure la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari (EMDR) dovrebbero essere indicate per bambini, adolescenti e adulti con disturbo post-traumatico da stress” (OMS, 2013).

Altre tecniche di effettiva efficacia stanno suscitando un interesse sempre maggiore e un crescente impiego al fine di ridurre la sofferenza psicoemotiva. Tra di esse spicca la Flash Technique, messa a punto negli ultimi 5 anni dal Dott. Phil Manfield, supervisore e docente EMDR, tecnica che è stata inizialmente pensata e proposta proprio come intervento integrativo nella fase di Preparazione del Protocollo standard EMDR.

Nell’esperienza clinica, dopo anni di studio e applicazione, la Flash Tecnique si sta rivelando un intervento completo, in grado di favorire una piena risoluzione di PTSD semplici e complessi e una riparazione efficace delle conseguenze delle esperienze traumatiche sul funzionamento psichico e relazionale dei pazienti.

Non è raro – nell’esperienza di tanti terapeuti anche senior – che alcuni pazienti con trauma complesso manifestino forti resistenze sia ad accedere sia a nominare l’evento traumatico poiché sentono di poterne essere emotivamente travolti, compromettendo così la possibilità di rielaborazione dello stesso. In queste situazioni delicate, in cui il rivivere l’esperienza traumatica non è sostenibile per il paziente, è giusto che i terapeuti che hanno quotidianamente a che fare con il trauma e le sue conseguenze, inizino ad utilizzare una serie di strumenti che rendano possibile rielaborare in sicurezza le esperienze traumatiche che i pazienti portano. Infatti, tale elaborazione in sicurezza al tempo dell’esperienza traumatica non è stata possibile, a causa della forza soverchiante del trauma o di un ambiente che non ha potuto/saputo fornire adeguato sostegno.

La Flash Technique facilita l’elaborazione di quei ricordi traumatici che per il paziente sono difficili da tollerare emotivamente. Infatti, dalle recenti ricerche scientifiche, emerge che il paziente trattato con la Flash Technique riesce a elaborare il ricordo traumatico senza dover necessariamente focalizzare l’attenzione sul materiale traumatico, evitando in tal modo abreazioni inutili e eventuali sintomi dissociativi. Con la Flash Technique il paziente può rielaborare un ricordo altamente disturbante senza accedervi in maniera diretta e vivida, evitando quindi utilmente il contatto con la parte peggiore del ricordo e le emozioni ad essa associate. Tale processo risulta in tal modo molto sostenibile e breve e non crea ulteriori effetti disturbanti secondari, né al paziente né al terapeuta, anche quando si tratti di eventi particolarmente traumatici.

La procedura della Flash Technique

La procedura richiede ai pazienti di identificare il ricordo (che sia un’immagine, una sensazione, una esperienza, un incubo, una metafora..) che devono elaborare e successivamente di tenere l’attenzione su una esperienza positiva (focus emozionale positivo).

Al paziente, mentre è coinvolto nel ricordo dell’esperienza positiva, viene chiesto di fare stimolazione bilaterale attraverso il tapping (divenuta familiare ai terapeuti soprattutto attraverso EMDR) e di chiudere e aprire velocemente gli occhi.

La stimolazione bilaterale, la focalizzazione su un focus positivo, l’interruzione proposta con il veloce aprire-chiudere gli occhi sono ingredienti fondamentali operativi utili a riavviare un processo che aiuta la persona a guadagnare in breve tempo la prospettiva più aggiornata e sostanzialmente adulta sugli eventi e sulle conseguenze delle esperienze difficili, senza che si debba rivivere l’esperienza traumatica.

Si riducono in tal modo i rischi di una ritraumatizzazione per il paziente e di una esposizione alla traumatizzazione vicaria per il terapeuta.

Il terapeuta chiede, in un bel match tra protocollo e creatività clinica, mentre il paziente è coinvolto nel ricordo dell’esperienza positiva, di aprire e chiudere velocemente gli occhi (eye blinking).

 La tecnica è in piena e vivace evoluzione: se originariamente veniva chiesto di richiamare il ricordo traumatico in modo molto veloce, in modo che le persone non entrassero a lungo in contatto consapevole con i contenuti del ricordo e le emozioni associate (“come passare rapidamente il dito su una fiamma”), in una delle versioni più recenti non si chiede nemmeno più al paziente di rievocare il ricordo e si procede semplicemente agendo l’interruzione attraverso la parola “Flash” e lo sbattere delle palpebre. Ricerche e riflessioni e ottimizzazione del processo implicito ed esplicito della Flash Technique sono in corso, supportati dalle esperienze dei terapeuti che si avvicinano all’utilizzo di questo approccio e del paradigma teorico pratico sottostante (Manfield & Engel, 2018).

Ma quali sono le ipotesi sui meccanismi di azione della FT?

Funziona. Perché funziona?

Come funziona la Flash Technique

La ricerca ha già dato le prime risposte. Le ipotesi più accreditate sembrerebbero indicare che il ricordo viene fatto transitare dalla memoria a lungo termine alla memoria di lavoro dove arriva e rimane in maniera conscia per poco, per poi permanere in maniera inconscia mentre il paziente focalizza su un focus emozionale positivo e procede con una stimolazione bilaterale. Questo sembrerebbe permettere di aggirare le difese dei pazienti. Infatti, esistono diversi studi che supportano il principio secondo il quale l’esposizione subliminale o l’esposizione inconscia a stimoli temuti può portare ad una significativa diminuzione della reattività nei soggetti nei confronti degli stessi stimoli.

Ad esempio Paul Siegel (2009), in un rigoroso studio ha lavorato su un’esposizione a immagini di ragni di durata così breve a tal punto che i soggetti fobici erano inconsapevoli di aver visto tali immagini. I risultati hanno mostrato che un’esposizione breve non verbalizzabile è più efficace nel ridurre la fobia verso i ragni rispetto alla visione di una durata meno breve che consente al nostro cervello di diventarne conscio. Nello studio citato gli effetti sono a lungo termine e si mantengono ancora dopo un anno. L’operazione compiuta dalle aree del cervello deputate all’elaborazione del trauma è infatti impedita dal disturbo correlato all’esperienza traumatica e riattualizzato dal ricordo. L’accesso alle informazioni disfunzionali è “protetto” dai meccanismi difensivi dei pazienti, che in tal modo trovano una sorta di adattamento all’evento. Le aree deputate all’elaborazione quindi sono vivamente attivate durante l’esposizione molto breve, quando il paziente non è consciamente consapevole dell’esposizione e non sente alcun disturbo. Ciò suggerisce che le aree del cervello che elaborano il trauma possono essere estremamente attivate durante la Flash Technique, mentre la persona non sta percependo alcun disturbo e quindi è meno probabile che si attivino anche meccanismi difensivi.

Questo rappresenterebbe un nuovo modo -per il cervello e per la mente- di (ri)consolidare quei particolari ricordi nella memoria. La consapevolezza conscia sembra quindi non necessaria ai processi di elaborazione e al riconsolidamento nella memoria. Altri studi hanno permesso di cambiare le conoscenze sulla memoria di lavoro. Fino a poco tempo fa la memoria di lavoro era pensata essere esclusivamente conscia. Recentemente è stato scoperto che, una volta identificato, un ricordo può essere mantenuto in forma non verbalizzabile e tale ricordo può essere utilizzato o modificato anche al di fuori della consapevolezza (Wong, 2021).

La procedura della Flash Technique permette lo sviluppo della cosiddetta prospettiva adulta adattiva. Le persone non sono più troppo coinvolte e “osservano” cosa sta accadendo piuttosto che “sentire” e rivivere cosa (non) sta (più) accadendo. Dagli studi che usano la risonanza magnetica funzionale (Wong,2021) sappiamo che il cervello elabora meglio il trauma quando non è in modalità attacco o fuga. Quindi, questa è una tecnica che può far sì che la persona non si spaventi e possa elaborare meglio. Il trauma crea una interruzione nella vita psichica di una persona e diventa nel cervello un nodo traumatico attorno al quale si possono creare modalità di adattamento che possono poi irrigidirsi e creare ulteriori problemi nella vita della persona.

Il “Flash” e il focus positivo sono utilizzati con il fine di interrompere la riattivazione traumatica. Il battito degli occhi (eye blinking) è una breve interruzione del focus emozionale positivo e sembra permettere al cervello di accedere brevemente e in modo spontaneo alla memoria traumatica attraverso le connessioni tra Sostanza Grigia Periacqueduttale- Amigdala-Ippocampo, ma senza la cosapevolezza della persona (Wong, 2021). Il focus metodologico della Flash Technique è sulla possibilità di interrompere la ricorsività dell’esperienza non risolta, facilitando lo spostamento e il guadagnare un’altra prospettiva. Molto interessanti sono anche i punti di condivisione e contatto con i meccanismi di azione e gli esiti di rapido sollievo del sistema di Neurofeedback Dinamico Non Lineare Neuroptimal. Tale Sistema di allenamento cerebrale basa il suo funzionamento proprio sull’uso di una interruzione per permettere la riorganizzazione spontanea e adattiva del cervello in una modalità di interazione dinamica con il Sistema.

Flash Technique e Neuroptimal si situano e incoraggiano la collocazione della terapia del trauma e dei disturbi in cui esitano le esperienze traumatiche dentro un paradigma teorico nuovo e antico, che rinnova e rilegge molte delle teorie del trauma e della cura alla luce di scoperte e riflessioni ed esplorazioni cliniche.

 

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Massimo Amabili
Massimo Amabili

Psicologo e Psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale.

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