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Persone Altamente Sensibili o Narcisisti Vulnerabili?

Vista la rilevanza clinica del tema, lo studio di Jauk et al. (2022) indaga se l’Alta Sensibilità e il Narcisismo Vulnerabile siano sovrapponibili fra loro

Di Micol Agradi

Pubblicato il 06 Gen. 2023

Dallo studio di Jauk et al. (2022) emerge una correlazione significativa fra Persone Altamente Sensibili e con Narcisismo Vulnerabile e una loro convergenza nel riferirsi a un medesimo profilo di personalità di stampo nevrotico-introverso, a basso funzionamento (Jauk et al., 2022).

 

Cosa si intende con persone altamente sensibili?

 Il termine “Persone Altamente Sensibili” nasce da Elaine Aron nel 1996 quando, per la prima volta, fece riferimento a un tipo di persone caratterizzate da una spiccata sensibilità alla stimolazione sensoriale, facilmente eccitabili e molto attente all’impressione estetica. Secondo la letteratura, esse impiegherebbero un’elaborazione più profonda dello stimolo, a livello neurale, in quanto altamente consapevoli dei dettagli nel contesto e, per questo, facilmente sovrastimolabili (Aron et al., 2012). Se questo caratteristico tratto di personalità ha certamente dei vantaggi evolutivi, in termini di maggiore reattività ai segnali ambientali, d’altro canto porta con sé inevitabili costi: avere più velocemente accesso alle risorse, infatti, richiede energia e un notevole stato di iperattivazione (Jauk et al., 2022). In questo senso, non sorprende la narrazione dicotomica di Aron (1996) nel descrivere questo funzionamento di personalità: se da un lato esso può apparire come una benedizione, in quanto la sensibilità di queste persone è vissuta come un “dono” che le differenzia dal resto del mondo, dall’altro può essere percepito come un fardello, perché l’intera esistenza diventa qualcosa di stimolante, in ambito lavorativo, sentimentale e quotidiano (Arabi, 2020).

Alla luce di questa panoramica introduttiva, gli studiosi hanno ipotizzato che le Persone Altamente Sensibili, nel tentativo di trasformare un aspetto potenzialmente sfavorevole della loro personalità in qualcosa di positivo (il “superpotere” della sensibilità; Arabi, 2020), possano maturare un senso di unicità e specialità (Jauk et al., 2022). In questo caso, essi sarebbero portati a idealizzare questa parte del loro funzionamento e, così, a pretendere dagli altri un trattamento diverso e di favore. Se queste sono le condizioni, tali caratteristiche non sembrano essere così lontane da quelle centrali nella definizione di narcisismo, dove l’auto-esaltazione e il senso di diritto sono fondamentali (Krizan e Herlache, 2018).

Alta sensibilità e narcisismo vulnerabile

La questione che viene allora posta dagli autori ha lo scopo di capire se l’alta sensibilità di queste persone sia un costrutto distinto dal narcisismo o se, al contrario, essa condivida con questo delle caratteristiche e dei meccanismi di regolazione del Sé. Del resto, si tratta di un tema rilevante dal punto di vista clinico, specie alla luce della qualità della narrazione pubblica, che tende ad attribuire una valenza interamente positiva all’alta sensibilità e una completamente negativa al narcisismo (Koepernik et al., 2021). In realtà, identificare e comprendere le strategie di regolazione del Sé potenzialmente narcisistiche tramite un’elevata sensibilità non porterebbe a patologizzare, bensì ad aiutare l’individuo nella sua crescita personale, compresa da una prospettiva più completa (Jauk et al., 2022).

A livello procedurale, gli autori hanno indagato la sovrapposizione fra le misure che operazionalizzano l’alta sensibilità (Highly Sensitive Person Scale, Aron e Aron, 1997) e il narcisismo (Hypersensitive Narcissism Scale, Hendin e Cheek, 1997; Pathological Narcissism Inventory, Pincus et al., 2009) considerando, per quest’ultimo, la sua variante vulnerabile, ossia quella più sensibile (Hendin e Cheek, 1997; Wink, 1991). I risultati generati dagli studi hanno rivelato considerazioni in linea con l’ipotesi sopra formulata, che convergono cioè nell’affermare correlazioni significative fra i due costrutti nel delineare un profilo di personalità nevrotico e introverso, a ridotto funzionamento (Jauk et al., 2022). Entrambi i costrutti, infatti, mostrerebbero livelli sostanziali di sensibilità agli stimoli esterni, percepiti come troppo intensi. Anche se le Persone Altamente Sensibili avvertirebbero questa sensibilità più verso stimoli non sociali (ad esempio, rumori forti), mentre i narcisisti vulnerabili più in relazione a stimoli sociali correlati al sé (come l’attenzione o la critica altrui; Hendin e Cheek, 1997), entrambe le forme di sensibilità condividerebbero:

  • una generale irritabilità, a causa dell’intensa stimolazione esterna;
  • un conseguente senso di fragilità interiore, abbinato a un atteggiamento evitante nei confronti di qualsiasi forma di disagio.

La correlazione fra la facilità all’eccitazione, tipica dell’alta sensibilità, e il senso di diritto al benessere, tipico del narcisismo, potrebbe essere esemplificata da una pretesa simile alla seguente: “Merito di stare bene, ma sono fragile; quindi, sia io che gli altri dovremmo prenderci cura di me”.

L’utilità clinica

Alla luce dei risultati ottenuti, il fatto che le Persone Altamente Sensibili possano mostrare tendenze narcisistiche, di stampo vulnerabile, è un risultato importante dal punto di vista della pratica clinica. Esso significa che gli individui ipersensibili potrebbero non mostrare in generale delle tendenze narcisistiche, ma che quelli che maturano un senso di fragilità interiore, accostato a un atteggiamento evitante nei confronti del malessere (dato dalla sovraeccitazione), potrebbero sviluppare aspetti di narcisismo e diritto basati sulla vulnerabilità. Questo condurrebbe non solo a problematiche di stampo interpersonale, ma anche a psicopatologia e, dunque, a un più ridotto funzionamento di personalità (Jauk et al., 2022). Di fatto, pensarsi come una persona fragile potrebbe innescare cicli di feedback di esperienze negative, ritiro e rinforzo negativo (Smith et al., 2018), che portano ad adottare strategie narcisistiche di regolazione del Sé volte a idealizzare aspetti problematici della propria personalità, a nascondere questi dagli altri o a condividerli solo con quelli che appartengono alla stessa “comunità sensibile” (PAS vs non-PAS). Ciò, in ultima istanza, non farebbe altro che amplificare i sintomi, attraverso il ritiro sociale (Cohen e Wills, 1985), e rinvigorire l’idea di sé come un essere “temporalmente diverso” (Hendin e Cheek, 1997). In quest’ottica, una mentalità pensata per prendersi cura di sé potrebbe rivelarsi potenzialmente autolesionista a lungo termine, ed è su questa questione di confine che dovrebbe iniziare a dirigersi l’attuale attenzione clinica (Jauk et al., 2022).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Arabi, S. (2020). The highly sensitive person's guide to dealing with toxic people: How to reclaim your power from narcissists and other manipulators. New Harbinger Publications, Inc.
  • Aron, E. (1996). The highly sensitive person: How to thrive when the world overwhelms you. Broadway Books.
  • Aron, E. N., & Aron, A. (1997). Sensory‐processing sensitivity and its relation to introversion and emotionality. Journal of Personality and Social Psychology, 73(2), 345–368. DOI: 10.1037/0022-3514.73.2.345
  • Aron, E. N., Aron, A., & Jagiellowicz, J. (2012). Sensory processing sensitivity: A review in the light of the evolution of biological responsivity. Personality and Social Psychology Review, 16(3), 262–282. DOI: 10.1177/ 1088868311434213
  • Cohen, S., & Wills, T. A. (1985). Stress, social support, and the buffering hypothesis. Psychological Bulletin, 98(2), 310–357.
  • Hendin, H. M., & Cheek, J. M. (1997). Assessing hypersensitive narcissism: A reexamination of Murray's narcism scale. Journal of Research in Personality, 31(4), 588–599. DOI: 10.1006/jrpe.1997.2204
  • Jauk, E., Knodler, M., Frenzel, J., Kanske P. (2022). Do highly sensitive persons display hypersensitive narcissism? Similarities and differences in the nomological networks of sensory processing sensitivity and vulnerable narcissism. Journal of Clinical Psychology, 1-27. DOI: 10.1002/jclp.23406
  • Koepernik, T., Jauk, E., & Kanske, P. (2021). Lay theories of grandiose and vulnerable narcissism. Current Psychology. DOI: 10.1007/s12144-020-01296-w
  • Krizan, Z., & Herlache, A. D. (2018). The narcissism spectrum model: A synthetic view of narcissistic personality. Personality and Social Psychology Review, 22(1), 3–31. DOI: 10.1177/1088868316685018
  • Pincus, A. L., Ansell, E. B., Pimentel, C. A., Cain, N. M., Wright, A. G. C., & Levy, K. N. (2009). Initial construction and validation of the pathological narcissism inventory. Psychological Assessment, 21(3), 365–379. DOI: 10. 1037/a0016530
  • Smith, R., Alkozei, A., Killgore, W. D. S., & Lane, R. D. (2018). Nested positive feedback loops in the maintenance of major depression: An integration and extension of previous models. Brain, Behavior, and Immunity, 67, 374–397. DOI: 10.1016/j.bbi.2017.09.011
  • Wink, P. (1991). Two faces of narcissism. Journal of Personality and Social Psychology, 61(4), 590–597. DOI: 10. 1037/0022-3514.61.4.590
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