Gli autori del libro “Il colloquio di valutazione psicosociale in gravidanza e dopo il parto” mostrano l’importanza di un’ottica bio-psico-sociale, che favorisce una comprensione globale dei numerosi aspetti della persona, collocabili sia nella dimensione biologica, sia in quella psicologica, che in quella sociale.
È ancora molto diffusa nel nostro contesto sociale l’idea che la gravidanza e il post partum siano dei periodi idilliaci in cui la donna e tutto il nucleo familiare sperimentano esclusivamente emozioni positive; dall’altro estremo, quando vengono messi in luce fatti di cronaca quali il suicidio nel periodo successivo al parto o l’infanticidio, questa fase di vita viene vista come particolarmente a rischio. Benché queste due esperienze esistano, molto più frequenti sono le situazioni in cui la donna si trova a sperimentare delle ambivalenze verso il bambino e/o la nuova situazione che sta vivendo, con malesseri e disagi che dovrebbero essere sempre presi in carico. Lo strumento che ci presentano gli autori, che costituisce l’inizio dell’intervento, è il colloquio di valutazione psicosociale.
Ma cosa si intende per colloquio di valutazione psicosociale? Nel volume viene definito un importante strumento per approfondire le conoscenze riguardanti la salute bio-psico sociale della donna gravida o della neomamma nelle situazioni di disagio, difficoltà e malessere prenatali. L’ottica utilizzata è appunto quella bio-psico-sociale, che favorisce una migliore comprensione sia del grado di benessere, sia dei livelli di disagio o di malessere; questo approccio favorisce infatti una comprensione globale dei numerosi aspetti della persona, collocabili sia nella dimensione biologica, sia in quella psicologica, che in quella sociale: aspetti neuroendocrini e ormonali, biochimici, immunologici, muscolo-scheletrici e viscerali, esperienza personale, storia individuale e familiare passata (anche in termini intergenerazionali) e, infine, rapporti interpersonali, legami esistenti o recenti esperienze relazionali.
Ciò che invece i professionisti talvolta tendono erroneamente a fare è rilevare esclusivamente alcuni aspetti, quelli più legati alla propria formazione, trascurandone altri che sono ugualmente fondamentali per una comprensione completa della storia della donna e del suo contesto di vita.
Molto utili per facilitare la comprensione i quadri riassuntivi, gli schemi e i casi clinici esemplificativi che si trovano lungo tutto il corso del volume.
Viene spiegato anche come trattare situazioni delicate come l’ideazione suicidiaria e il rischio di compiere atti lesivi verso il bambino, offrendo indicazioni su come avvicinarsi a tali tematiche con tatto e gradualità.
Infine viene indicato come offrire una restituzione alla donna su quanto emerso durante i colloqui e come progettare il piano di intervento.
In ogni fase, gli autori mettono in evidenza quanto sia imprescindibile offrire un ascolto empatico, non giudicante, accogliente e competente.
In definitiva, questo libro è rivolto a tutti i professionisti sanitari e sociali per intercettare i bisogni e le richieste implicite della donna durante la gravidanza e nel post-partum; è un utile ripasso per psicologi e psicoterapeuti che lavorano o vorrebbero lavorare nell’ambito perinatale, ed ancor più utile per medici, ostetriche, assistenti sociali ed altre figure che lavorano a contatto con le donne in gravidanza e nel periodo dopo il parto.