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Lasciamole andare. Spunti e appunti di una dipendente affettiva (2021) – Recensione

"Lasciamole andare" esplora le tematiche e i numerosi substrati di una condizione da cui a volte sembra impossibile sfuggire: la dipendenza affettiva

Di Cristi Marcì

Pubblicato il 14 Dic. 2022

La dipendenza affettiva, spiega l’autrice in “Lasciamole andare. Spunti e appunti di una dipendente affettiva”, comporta la graduale elaborazione di una percezione distorta del proprio valore e del partner, in grado di regolare e confermare la valenza dei nostri stati emotivi.

 

Quando la testimonianza è il seme in grado di far fiorire una maggiore consapevolezza

Non sempre è facile dar voce a quanto di più insito e profondo si cela al proprio interno e non sempre le emozioni si lasciano accompagnare da un nome in grado di dar loro un significato, legittimandone la presenza. Perché, se da un lato riconoscere qualcosa di estraneo sembra porre una distanza tra noi e gli altri, al contempo accoglierlo consapevolmente può essere la chiave di svolta. Scriverlo e tramandarlo richiede coraggio, determinazione, ma ancor più una nuova lente tramite la quale guardare quelle nuove compagne di viaggio che tra le pagine di questo libro si avrà il piacere di conoscere grazie alle testimonianze che l’autrice, M. Carmen Vitali, vuole donare a chiunque desideri leggerla.

Quale riflesso di un’esperienza vissuta in prima persona, il libro esplora le tematiche e i numerosi substrati di una delle condizioni del nostro tempo che difficilmente si riconosce e dalla quale a volte sembra impossibile sfuggire: quella della dipendenza affettiva.

Una modalità relazionale patologica in grado di compromettere in modo significativo e progressivo la qualità della vita di chi ne è affetto. Essa infatti risulta essere una condizione in grado di riflettere e confermare una dinamica relazionale/affettiva rispetto alla quale la propria vita e i propri bisogni vengono messi al servizio di un Altro all’infuori di noi. Nella vita di coppia pertanto la nostra persona acquista valore esclusivamente in funzione di un riconoscimento esterno, in questo caso di un partner dal quale difficilmente siamo in grado di prendere le distanze.

In funzione di chi vivo?

Attraverso questa condizione si assiste ad uno sbilanciamento vero e proprio rispetto al quale uno dei due attori della relazione erge l’altra persona ad una posizione che automaticamente innesca una distanza che ci si impone di raggiungere e dinanzi alla quale il proprio valore cede il posto alla disistima.

La relazione patologica che si instaura principalmente con noi stessi, comporta la graduale elaborazione di una percezione distorta del proprio valore e della persona all’infuori di noi, in grado regolare e confermare la valenza dei nostri stati emotivi.

Questi ultimi nondimeno risentono di un investimento energetico rivolto non tanto alla propria persona, quanto piuttosto verso il partner percepito quale regolatore esterno; l’unico in grado di dare una direzione alla nostra vita, ormai connotata da una serie di ingredienti, che altro non fanno se non renderci più schiavi di quello che ritenevamo essere un amore sano.

Tra questi (ingredienti) l’autrice annovera:

  • Paura ossessiva dell’abbandono
  • Difficoltà a dire di no
  • Bisogno di approvazione da parte del partner
  • Difficoltà a porre dei confini

Isolamento dalle relazioni sociali per essere sempre disponibili

Una panoramica preliminare dietro la quale si cela un mondo e un modo di vivere le relazioni con sé stessi e gli altri in grado di riportarci indietro nel tempo.

Se da un lato infatti i primi stili di attaccamento e le prime esperienze infantili riflettono un valido spunto di riflessione da cui partire, dall’altro la consapevolezza e la riscoperta di una propria autonomia lo sono ancor di più.

La dipendenza quale nuova opportunità

Attraverso le testimonianze dell’autrice e di altre donne che come lei hanno vissuto le numerose sfumature di questa condizione, il libro offre una nuova lente attraverso la quale riappropriarsi della propria vita e ancor più della propria indipendenza, valorizzando oltremodo quello che la dipendenza affettiva sembra portare con sé, ossia una nuova opportunità. Spesso infatti non sempre siamo in grado di scorgere il doppio volto di una situazione che ci troviamo a vivere e rispetto alla quale cerchiamo di dare numerose spiegazioni pur di non perderla, eppure lasciare andare qualcosa significa imparare a creare il giusto distacco da quello che più ci faceva soffrire e in funzione del quale valorizzavamo la nostra vita e i nostri desideri. Significa anche correre il rischio di scoprire una felicità rinnovata capace di farci sentire pienamente completi. In sintonia con i nostri bisogni e pronta a farci conoscere una nuova forma d’amore: quella per sé stessi.

 

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SCRITTO DA
Cristi Marcì
Cristi Marcì

Psicologo, Specializzando in Psicoterapia

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Vitali, M. C. (2021). Lasciamole andare…spunti e appunti di una dipendente affettiva. Marna Edizioni, Bergamo, 2021.
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