L’emozione primaria del disgusto genera un comportamento di evitamento rispetto alla minaccia percepita e proprio questo aspetto, che ha consentito all’essere umano di adattarsi all’ambiente e sopravvivere nel tempo, oggi determina anche i nostri comportamenti politici.
Introduzione
Negli ultimi decenni, molti studi in psicologia e scienze politiche si sono dedicati a identificare la personalità, i fattori motivazionali e cognitivi che distinguono ideologie politiche antitetiche. Un consistente corpo di ricerca in questo ambito si è concentrato sulle emozioni implicate nei comportamenti politici, come l’affiliazione a un determinato partito, la comunicazione politica (per esempio nelle campagne elettorali) e la scelta del voto. Molti ricercatori hanno indagato le implicazioni del disgusto rispetto ai comportamenti politici. Tali studi si sono dimostrati talmente interessanti da trovare spazio in un intero capitolo dell’ultimo libro sull’avanzamento della ricerca riguardo l’emozione disgusto, edito da Springer (Powell e Consedine, 2021).
L’ideologia politica generalmente si riferisce a un insieme di credenze, valori e principi etici che descrivono il funzionamento e la struttura di una società (Erikson e Tedin 2003). L’ideologia politica è spesso concettualizzata come un continuum di opinioni che va da destra (estremamente conservatore) a sinistra (estremamente liberale; Everett, 2013). Queste diverse prospettive ideologiche spesso portano a opinioni e atteggiamenti divergenti in materia sociale ed economica (Shook et al., 2021).
Il disgusto è una delle emozioni di base, quindi universalmente condivisa, che ha funzione adattiva e genera un comportamento di evitamento (Rozin et al., 2016, clicca qui per approfondimenti).
Il disgusto nella politica
La maggior parte della letteratura sul disgusto e la politica si è concentrata sulla misura in cui il disgusto, in particolare la sensibilità al disgusto, è legato all’ideologia politica e agli atteggiamenti verso specifiche questioni politiche. In generale, ci sono prove che collegano una maggiore sensibilità al disgusto con un più forte sostegno alle ideologie e agli atteggiamenti politicamente conservatori (Shook et al., 2021). Infatti, sembra che i conservatori tendano a essere più timorosi della minaccia o della perdita, ad avere un maggiore bisogno di chiusura, a essere più intolleranti all’ambiguità; invece, i liberali tendono ad essere più aperti alle nuove esperienze, ad accettare il cambiamento e ad essere meno dogmatici (per una revisione si rimanda a Jost et al., 2003). La percezione della minaccia si configura come un fattore chiave nel determinare le scelte degli individui all’interno del continuum delle opinioni politiche, e la percezione della minaccia è la caratteristica adattiva del disgusto (ovvero quell’aspetto che evolutivamente ha consentito all’uomo di adattarsi all’ambiente e sopravvivere), che porta la persona ad allontanarsi dallo stimolo che lo provoca (Oaten et al., 2009).
L’esperienza del disgusto o la tendenza a essere più sensibili al disgusto, se considerata dalla prospettiva della gestione delle minacce, può portare gli individui a percepire il loro mondo sociale come più minaccioso o pericoloso (cioè, incoraggiare una visione del mondo più pericolosa; Shook et al., 2017a). Questa visione del mondo può, a sua volta, motivare l’adozione di ideologie conservatrici che promuovono la sicurezza e il controllo (Duckitt, 2001; Duckitt et al., 2002; Perry et al., 2013). Infatti, si pensa che gli individui adottino ideologie politicamente conservatrici come mezzo per gestire la percezione della minaccia (Jost et al., 2003), e i conservatori politici tendono a percepire il mondo come più pericoloso dei liberali politici (Altemeyer, 1998; Duckitt, 2001). Pertanto, la sensibilità al disgusto può aumentare la percezione della minaccia, che ha implicazioni sull’ideologia politica (Shook et al., 2021).
Quando si esaminano specifici atteggiamenti politici, il disgusto sembra essere più fortemente connesso con le questioni sociali, in particolare quelle che riguardano l’integrità individuale (ad esempio, aborto, matrimonio gay, vaccini, OGM, uso di droghe) e l’esclusione sociale (ad esempio, anti-immigrazione, anti-senzatetto; Shook et al., 2021).
Alcuni studi (Kaplan et al., 2007; Shook et al., 2017b; Stewart et al., 2019) hanno osservato che la sensibilità di disgusto è collegata agli atteggiamenti verso i candidati politici e che l’esposizione ai candidati politici opposti può evocare disgusto.
Disgusto e persuasione
Inoltre, il disgusto può essere usato come strumento persuasivo nella pubblicità delle campagne elettorali e nella retorica politica, con risultati contrastanti. Infatti, le comunicazioni persuasive politiche sono spesso progettate per suscitare delle risposte emotive con il fine di modificare atteggiamenti o motivare il cambiamento del comportamento, e il disgusto può risultare utile come strategia per plasmare l’atteggiamento dell’opinione pubblica e influenzare il voto (Petty et al., 2003; Gadarian e van der Vort 2018; Hatemi e McDermott 2012). Durante le campagne elettorali l’obiettivo può diventare quello di peggiorare l’immagine del candidato rivale, creando un’associazione tra il candidato avversario e i sentimenti di disgusto (Pinkleton et al. 2002). Tuttavia, queste strategie non sempre hanno l’effetto sperato. Ne è un esempio il caso Campbell –elezioni federali canadesi del 1993–, dove la sensibilità delle persone verso le anomalie fisiche ha causato rabbia e disgusto verso il candidato che palesemente tentava di suscitare disgusto nel pubblico evidenziando la paralisi facciale del rivale politico. Il tentativo è stato percepito come troppo offensivo e immorale, tanto che l’opinione pubblica ha finito per provare disgusto verso Campbell (Shook et al., 2021).
Tutto questo può quindi tradursi in un comportamento politico. Infatti, alcuni studi hanno riscontrato che la sensibilità al disgusto è correlata, e in alcuni casi predice, il comportamento del voto, quindi la scelta di un partito piuttosto che un altro (Shook et al., 2021).
Nel complesso, il modello coerente è che una maggiore sensibilità al disgusto è legata all’ideologia politica conservatrice (Shook et al., 2021), tuttavia sono necessari ulteriori studi che esplorino tale relazione.