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Dimmi se ti disgusta e ti dirò chi voti.

Di Daniele Bruni

Pubblicato il 31 Ott. 2011

Aggiornato il 27 Ago. 2019 12:55

Disgust-© snaptitude - Fotolia.comNonostante alla gente piaccia credere che le proprie convinzioni siano frutto di una scelta puramente razionale, un crescente corpo di ricerca ha trovato un’associazione tra le scelte politiche e le risposte neurofisiologiche di fronte a determinati stimoli.

I risultati della scoperta provengono da un recente studio effettuato su persone sottoposte alla visione di immagini raccapriccianti ad esempio, l’immagine di un uomo che sta mangiando dei vermi. I soggetti che si erano dichiarati come politicamente conservatori, hanno reagito con un disgusto particolarmente profondo, soprattutto coloro che avevano espresso la propria opposizione al matrimonio tra coppie gay.

Lo studio suggerisce che le predisposizioni neurofisiologiche delle persone contribuiscono a modellare i loro orientamenti politici, hanno dichiarato i ricercatori Kevin Smith e John Hibbing della University of Nebraska-Lincoln. Secondo gli autori quindi, la reazione istintiva e soggettiva del disgusto profondo ha probabilmente anche un effetto sulle convinzioni razionali senza che vi sia consapevolezza della sua influenza.

Figure 1 - Licenza d'uso: Creative Commons - Retrievable from: "Disgust Sensitivity and the Neurophysiology of Left-Right Political Orientations" - http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0025552
Sopra: un esempio del tipo di immagine disgustosa mostrata ai partecipanti al test. Sotto: le differenze nella risposta di disgusto tra i sostenitori (a sinistra) e i contrari (a destra) al matrimonio gay. Immagini: Smith et al./PLoS One.

Le scoperte di Smith e Hibbing pubblicate il 19 Ottobre 2011 sul Public Library of Science One sono le ultime e più recenti di una serie di indagini sugli aspetti neurofisiologici della morale e della politica. Altri ricercatori in passato hanno dimostrato che gli individui politicamente conservatori tendono ad avere uno stile cognitivo più rigido e strutturato rispetto ai liberali, notoriamente riconosciuti come individui più aperti e disponibili alla accettazione delle ambiguità; è stato inoltre dimostrato che i conservatori hanno anche tempi di reazione più brevi di fronte ad uno stimolo potenzialmente pericoloso (sono cioè anche i più veloci nel sentirsi minacciati da qualcosa).

 

Il disgusto è particolarmente interessante per i ricercatori perché è un’emozione fondamentale, un elemento emotivo che ha caratteristiche primordiali. Sembra infatti che i sentimenti di ripugnanza morale traggano origine da processi neurobiologici paralleli alle emozioni di ripugnanza per il cibo avariato. In sintesi, negli studi effettuati tramite questionari, le persone inclini a profondi sentimenti di disgusto tendono a fare scelte politiche tipiche del versante conservatore.

I partecipanti al test (27 femmine e 23 maschi residenti di Lincoln, Nebraska, con un’età media di 41 anni, selezionati da un pool più ampio di 200 persone sottoposti ad un sondaggio politico) sono stati sottoposti alla visione di una serie di immagini “disgustose” e “non disgustose”. Tramite degli elettrodi applicati sulla loro pelle sono stati misurati i cambiamenti della conduttanza cutanea, uno tra gli indicatori fisiologici della risposta emotiva.

In linea con le precedenti osservazioni, si è visto che i conservatori politici reagivano con un disgusto significativamente superiore rispetto ai liberali politici. La presenza di convinzioni coscienti sulla legittimità o meno del matrimonio tra coppie gay, tema strettamente legato alle nozioni di purezza morale, sono risultate particolarmente predittive.

“È un grande esempio dell’esistenza di un ponte sempre più solido tra biologia e scienze politiche”, ha detto Jonathan Haidt, psicologo della New York University che studia il rapporto tra il disgusto e la moralità.

Smith e Hibbing sono stati attenti a sottolineare i limiti del loro lavoro. Il rapporto di causa ed effetto non è chiaro, ma il sospetto è che la popolazione graviti attorno alle convinzioni politiche che si adattano ai loro sentimenti. Potrebbe anche essere però che siano le stesse convinzioni politiche a modificare il modo in cui le persone percepiscano emozioni e sentimenti.

Riconoscere il ruolo della biologia significa evitare inutili ostilità e conflitti con le persone che non sono d’accordo con il nostro orientamento politico. Secondo questo punto di vista, sarebbe preferibile considerare le persone con convinzioni morali diverse dalle nostre non come semplicemente stupide o cattive, ma come influenzate da abitudini diverse radicate nella mente.

“Dopo tutto, se le differenze politiche sono riconducibili in parte al fatto che le persone variano nel modo in cui fisicamente hanno esperienza del mondo, la certezza che ogni particolare visione del mondo sia oggettivamente la più corretta può diminuire, riducendo l’arroganza che alimenta il conflitto politico”, scrivono Smith and Hibbing.

 

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