Il volume “Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR). Il protocollo, le attività e le competenze per insegnare il programma” offre una descrizione precisa del protocollo, che può essere utile soprattutto per gli istruttori che iniziano i primi percorsi di gruppo, ma anche per chi è più esperto, per valutare la propria aderenza al protocollo.
La ricerca scientifica ci dice che le persone sono più felici quando riescono a vivere nel momento presente. Negli ultimi anni, e ancora maggiormente dopo la pandemia di COVID, le pratiche della mindfulness hanno avuto una diffusione fortissima in ambito sanitario ed extrasanitario. Il percorso di riduzione dello stress basato sulla mindfulness (MBSR), messo a punto da Jon Kabat- Zinn alla fine degli anni 70 e ideato per lenire il disagio di pazienti affetti da dolore cronico, rappresenta ancora oggi la porta di accesso alla mindfulness per tantissime persone. Possiamo trovare gruppi MBSR in palestre di yoga, ospedali, scuole, luoghi di lavoro, carceri, etc. Questo prezioso percorso non è mai stato realmente manualizzato, anche se il testo di riferimento di Kabat-Zinn “Vivere momento per momento” descrive ampliamente le pratiche che vengono proposte. Probabilmente nelle intenzioni di Kabat-Zinn c’era in questo modo la possibilità di lasciare una certa flessibilità agli istruttori di personalizzare e adattare un po’ il percorso alle situazioni, senza irrigidirsi troppo su una procedura standard.
Il libro di Woods e Rockman si propone di supplire alla mancanza di manualizzazione dell’MBSR, descrivendo nel dettaglio ognuno degli otto incontri del percorso e comprendendo anche il mini-ritiro che solitamente si svolge tra il sesto e il settimo incontro. Vengono forniti interessanti e utili consigli anche per la presentazione del percorso, momento importante di conoscenza tra l’istruttore e i potenziali partecipanti. Avere una descrizione precisa del protocollo può essere utile soprattutto per gli istruttori che iniziano i primi percorsi di gruppo, ma anche per chi è più esperto per valutare la propria aderenza al protocollo. La questione dell’aderenza può essere abbastanza interessante al giorno d’oggi, anche perché non essendoci ancora un sistema di monitoraggio degli istruttori di mindfulness (tipo albo riconosciuto), non è infrequente trovare un percorso MBSR dove in realtà vengono proposte pratiche diverse da quelle che hanno ricevuto diverse validazioni da studi di evidenza.
Ci sono diversi esempi di enquiry (il dialogo contemplativo tra insegnante e partecipante che supporta l’indagine dell’esperienza derivante dalla pratica della mindfulness), che a tratti ho trovato però un po’ semplicistiche, forse in uno stile troppo pragmatico americano.
Il libro non si limita alla descrizione dettagliata dell’MBSR, ma tratta anche altri concetti fondamentali per gli istruttori di mindfulness, come quello di “embodiement” (cioè l’incarnare l’attitudine della mindfulness), secondo il quale il principale strumento per trasmettere agli altri l’essenza della mindfulness è il proprio impegno attivo a praticarla.
Viene anche presentato il “TRIAP”, uno strumento di autovalutazione ideato da Woods che consente di decostruire e studiare ogni seduta secondo alcuni parametri (Tema, Razionale, Intenzione, Abilità Pratiche).
Il libro può rappresentare un’ottima integrazione ai libri di Kabat-Zinn per migliorare le competenze degli istruttori di mindfulness.