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I gruppi sui social-media come fonte di informazione per le donne in gravidanza

La presenza di professionisti sulle piattaforme online può essere per le donne in gravidanza un’opportunità di reperire informazioni in modo affidabile

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 12 Ott. 2022

Le donne in gravidanza sembrano essere particolarmente motivate nella ricerca di notizie online e i siti offrono flessibilità e autonomia, aspetto apprezzato da molte madri.

 

La ricerca di informazioni durante la gravidanza

 La nozione di “buona madre” da diversi anni si sente frequentemente nei discorsi sociali e, sebbene talvolta si creda che la maternità e la nascita di un figlio vengano spontanee perché fondate su un istinto biologico innato, al giorno d’oggi tali concezioni idealistiche sono spesso superate (Lagan et al., 2010). Per tali ragioni le future mamme sono alla continua ricerca di ricevere consigli espliciti o informazioni da qualcuno su come educare i propri figli.

Solitamente le principali informazioni o suggerimenti sull’educazione sono trasmesse dagli amici, dalla famiglia, dagli operatori sanitari, dalla letteratura in merito o, più recentemente, dai media (Song et al., 2013). Nel Mondo Occidentale, infatti, molte donne necessitano di ricevere una risposta accurata e precisa alle loro domande ed esigenze, e di ricevere informazioni non contraddittorie durante l’assistenza prenatale (Hildingsson & Radestad, 2005). Numerosi studi, che hanno intervistato alcune ostetriche, confermano che le donne incinte desiderano fare delle scelte consapevoli dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie e aver vagliato le implicazioni delle diverse opzioni proposte. Inoltre, è emerso che le future mamme desiderano poter fare domande non soltanto in momenti di crisi o quando realmente hanno dei dubbi, ma quotidianamente, anche se l’ostetrica o il medico di riferimento non possono riceverle in quel momento (McCarthy et al., 2017). In aggiunta, una review del National Health Service England (NHS England, 2016) ha evidenziato come le donne si aspettino che i servizi di maternità possano dare loro consigli provenienti da più fonti, ma quasi nessuna oggi si ritiene soddisfatta delle informazioni ricevute dai medici e tenta quindi di cercarle altrove.

L’utilizzo di Internet ha permesso a diverse mamme di accedere a informazioni in modo molto rapido, stravolgendo il modo con cui erano solite confrontarsi con gli operatori sanitari. In rete è infatti possibile accedere a qualunque argomento d’interesse, da chiunque sia disposto a cercarlo; le donne in gravidanza sembrano essere particolarmente motivate nella ricerca di notizie online e i siti offrono flessibilità e autonomia, aspetto apprezzato da molte madri (Kennedy et al., 2017). Nella pratica accade che le informazioni non urgenti o semplici di cui le donne hanno bisogno non necessitano di un incontro fisico con un professionista della salute, riducendo drasticamente la necessità si recarsi in centri sanitari o attendere un appuntamento da un privato. In aggiunta, alcuni studi hanno mostrato che l’accesso rapido a internet può apportare anche benefici psicosociali in quanto riequilibra le disuguaglianze di potere tra madri e operatori sanitari (Van de Belt et al., 2010).

La grande quantità di informazioni reperibili ha però anche numerosi difetti tra cui la difficoltà di distinguerne la provenienza e la credibilità; inoltre è estremamente complicato capire quale notizia sia più affidabile tra le numerose proposte e se la visione delle informazioni su Internet sia guidata da motivazioni commerciali (Gao et al., 2013). Gran parte della ricerca affidabile e scientifica disponibile online utilizza un linguaggio troppo difficile e specifico per un pubblico generico, risultando così incomprensibile per la maggior parte delle persone e portandole così a prendere delle decisioni sbagliate.

Nonostante ciò, si ritiene che oggi le donne siano in una posizione privilegiata rispetto ad un tempo per reperire informazioni utili sulla gravidanza e fare scelte consapevoli basate su evidenze scientifiche (NHS England, 2016). Inoltre, con l’aumento dell’utilizzo dei social media, molte di loro sono iscritte a gruppi per donne incinte dove possono incontrare altre madri, scambiare con loro informazioni, condividere esperienze o offrire sostengo emotivo (Eysenbech et al., 2004).

Gravidanza e social media: parlare con i professionisti

Visti i numerosi gruppi online su differenti piattaforme, diversi studiosi si sono chiesti se la presenza di professionisti all’interno di essi potesse essere un’opportunità per le mamme di soddisfare i bisogni informativi delle donne a sostegno della scelta, o per raggiungere una continuità informativa o delle cure attraverso lo scambio di informazioni tra pazienti e professionisti (Heaton et al., 2012).

 Uno studio di McCarthy e colleghi ha esaminato quindi le esperienze delle donne che accedevano a consigli e informazioni sulla gravidanza tramite una piattaforma social-media creata appositamente e mediata da ostetriche, per poterne verificare i vantaggi.

Sono stati quindi creati due gruppi privati su Facebook nei quali sono state inserite due ostetriche qualificate. I dati sono stati raccolti in 35 settimane e includevano 4 focus group, interviste individuali con le partecipanti al gruppo e con le ostetriche; le interazioni postate sulla piattaforma durante l’intervento; infine, alcuni messaggi privati tra le singole partecipanti e le ostetriche. Su tali dati è stata svolta un’analisi tematica secondo il modello di Clarke e Braun (2013).

Dai risultati si evidenzia che le partecipanti hanno trovato molto utile ed efficace il gruppo supervisionato da ostetriche. È emerso infatti che nei gruppi si potessero condividere informazioni e ci si potesse confrontare su temi rilevanti per la gravidanza. Inoltre, le donne hanno dichiarato che la presenza delle ostetriche ha permesso loro di verificare l’attendibilità e la credibilità delle informazioni e ha contribuito a ridurre il sovraccarico di informazioni e la confusione (Jay et al., 2018). Per molte partecipanti il gruppo era considerato la fonte primaria di informazioni sul parto e sulla gravidanza.

In conclusione, i gruppi sui social media supervisionati da ostetriche offrono un modo molto efficace di fornire informazioni personalizzate e sostegno sociale alle donne in gravidanza. L’accesso al gruppo, infatti, non solo ha soddisfatto le esigenze di informazione e supporto delle madri, ma ha dato alle donne una nuova fonte di continuità relazionale, la quale è definita come una relazione terapeutica continuativa tra un paziente e uno o più operatori (Haggerty et al., 2003) ed è una caratteristica fondamentale dell’attuale offerta di assistenza alla maternità.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Clarke, V., & Braun, V. (2013). Teaching thematic analysis: Overcoming challenges and developing strategies for effective learning. The psychologist, 26(2).
  • Eysenbach, G., Powell, J., Englesakis, M., Rizo, C., & Stern, A. (2004). Health related virtual communities and electronic support groups: systematic review of the effects of online peer to peer interactions. Bmj, 328(7449), 1166.
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  • Haggerty, J. L., Reid, R. J., Freeman, G. K., Starfield, B. H., Adair, C. E., & McKendry, R. (2003). Continuity of care: a multidisciplinary review. Bmj, 327(7425), 1219-1221.
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  • Song, H., Cramer, E. M., McRoy, S., & May, A. (2013). Information needs, seeking behaviors, and support among low-income expectant women. Women & health, 53(8), 824-842.
  • Van De Belt, T. H., Engelen, L. J., Berben, S. A., & Schoonhoven, L. (2010). Definition of Health 2.0 and Medicine 2.0: a systematic review. Journal of medical Internet research, 12(2), e1350.
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