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La nascita di un terapeuta sistemico (2022) – Recensione del libro

'La nascita di un terapeuta sistemico', curato da Canevaro e Ackermans, fu ideato partendo da stimoli e suggestioni emersi nel convegno dell’E.F.T.A. 2010

Di Alberto Vito

Pubblicato il 06 Mag. 2022

Il tema attorno a cui ruota il volume La nascita di un terapeuta sistemico sono le esperienze formative che coinvolgono direttamente le famiglie d’origine, i partner e, in alcuni casi, anche gli amici più importanti dei futuri terapeuti familiari.

 

Va dato merito al giovane editore napoletano Luigi Guerriero per aver dato vita, nonostante i tempi di crisi generalizzate, ad un progetto editoriale di testi di psicologia e di scienze umane, nato da pochi anni e in continua progressione. Il titolo più importante sinora è a mio avviso Quando volano i cormorani, il libro di Alfredo Canevaro, pubblicato per la prima volta nel 2009, andato esaurito e successivamente introvabile per problemi della precedente casa editrice (vedi recensione). Con la pubblicazione di La nascita di un terapeuta sistemico prosegue l’operazione editoriale di rendere nuovamente disponibili per i lettori italiani i testi di Canevaro. Questo, curato insieme al terapeuta familiare belga Alain Ackermans, fu ideato dai due curatori raccogliendo gli stimoli e le suggestioni emerse in un affollato convegno dell’E.F.T.A. (European Family Therapy Association) tenutosi a Parigi nel 2010 proprio sui temi al centro del volume. Il lavoro fu pubblicato simultaneamente nel 2013 in italiano e in francese, a testimonianza di uno sforzo di condivisione internazionale e raccoglie contributi di autori italiani, belgi, francesi e sudamericani. Il tema attorno a cui ruota il volume sono le esperienze formative che coinvolgono direttamente le famiglie d’origine, i partner e, in alcuni casi, finanche gli amici più importanti dei futuri terapeuti familiari.

Le principali scuole sistemiche reputano che il training debba essere il luogo privilegiato anche per il lavoro sulla “persona”, con l’eccezione dei casi in cui è lo stesso allievo a formulare una richiesta di uno spazio terapeutico personale, che deve essere individuato all’esterno del training gruppale. Proprio per questa caratteristica, la convocazione della famiglia dell’allievo, pur non strutturandosi come una seduta di terapia familiare, rappresenta un’occasione privilegiata di conoscenza dei propri vissuti emotivi e dei propri modelli relazionali. In effetti, sin dagli albori della terapia familiare negli Stati Uniti si sono confrontati due modelli: il primo, nato nella costa occidentale, enfatizzava il problem-solving e l’acquisizione delle abilità tecniche, mentre l’altra impostazione ha puntato sulla persona del terapeuta, dando spazio al lavoro sulla famiglia d’origine, al genogramma e alla ricerca di pattern trigenerazionali. Nel tempo, il lavoro sul Sé del terapeuta è apparso inevitabile, anche se non tutte le scuole ricorrono alla presenza reale dei familiari. Il tema dell’isomorfismo tra il processo terapeutico e il processo formativo è quindi un altro filo rosso che collega i diversi contributi.

Il libro è suddiviso in due parti ed è introdotto da una bella prefazione di Gigi Onnis, scomparso nel 2015, che dell’EFTA è stato co-fondatore e tenace animatore.

Nella prima, curata da Canevaro, sono ospitati i capitoli di Stefano Cirillo, Matteo Delfini e Anna Maria Sorrentino, che descrivono l’esperienza della Scuola Mara Selvini di Milano nel coinvolgere le famiglie d’origine degli allievi; di Matteo Selvini, in merito ad un gruppo multifamiliare per terapeuti esperti, di Alfredo Canevari e altri autori sudamericani che descrivono analoga esperienza condotta a Santiago del Cile; di Federico Cardinali e Gabriella Guidi, che presentano il loro lavoro sulla famiglia d’origine degli allievi strutturato in quattro tempi diversi.

La seconda parte, curata da Ackermann, contiene altri 5 capitoli, che fanno riferimento al modello di Chantal Van Cutsem e del Centro Studi della Famiglia e dei Sistemi (CEFS) di Bruxelles, all’esperienza francese dell’APRTF di Parigi, che parte dal modello di risonanza familiare, ispirato al concetto chiave formulato da Mony Elkaim, per finire con l’esperienza inglese di Mark Rivetti e Jeremy Woodcock, operanti a Bristol, che anticipano i temi della mindfulness, proponendo tecniche per trascendere il Sé nella formazione dei terapeuti sistemici. Le conclusioni del volume sono pure affidate a Ackermans, che si occupa di riepilogare i punti di contatto e le divergenze tra le varie modalità di lavorare sui legami familiari degli allievi nelle diverse realtà formative europee presentate.

Il libro mi pare particolarmente utile a chi si occupa di formazione, non esclusivamente in ambito sistemico, e a quanti sono interessati a comprendere l’evoluzione nel tempo delle teorie e delle prassi dei training per psicoterapeuti.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Canevaro Alfredo, Ackermans Alain (cur.), La nascita di un terapeuta sistemico. Il lavoro diretto con le famiglie d’origine dei terapeuti in formazione, Luigi Guerriero Editore, Napoli, 2022 (nuova edizione) pp.340
  • Canevaro Alfredo, Dove volano i cormorani, Luigi Guerriero Editore, Napoli, 2020
  • Intervista a Alfredo Canevaro, I maestri della Psicoterapia
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