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Il ruolo del senso di colpa e della vergogna nelle abbuffate

Un nuovo studio ha confrontato gli effetti del senso di colpa e della vergogna sulle abbuffate e sugli episodi di vomito auto-indotto

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 11 Mag. 2022

Aggiornato il 08 Feb. 2024 14:49

Uno studio di Bottera e colleghi del 2020, ha tentato di distinguere la vergogna e il senso di colpa in relazione alle abbuffate e al vomito auto-indotto.

 

Il rapporto tra abbuffate e affettività negativa

I disturbi alimentari spesso hanno come fattore di rischio transdiagnostico l’affettività negativa (negative affect; NA), tanto che diversi studi hanno dimostrato un rapido aumento di affettività negativa nelle ore precedenti e successive alle abbuffate (Berg et al., 2015). Heatherton & Baumeister, nel 1991 hanno proposto la teoria della fuga che può fornire una possibile spiegazione all’associazione tra abbuffate e affettività negativa. Tale teoria afferma che le emozioni negative che implicano un’autovalutazione come la colpa e la vergogna, in modo molto più efficace rispetto alle emozioni negative non auto-valutative (e.g. tristezza) possono “essere fuggite” mettendo in atto dei comportamenti che facilitano un restringimento cognitivo. Le abbuffate possono quindi momentaneamente alleviare emozioni come il senso di colpa e la vergogna attraverso il restringimento cognitivo. Il senso di colpa è risultato infatti essere maggiore rispetto ad altre emozioni come ostilità, paura e tristezza nelle ore precedenti e successive a un episodio di abbuffata e potrebbe quindi essere un aspetto dell’affettività negativa particolarmente rilevante per il verificarsi di quest’ultima (Berg et al., 2013). In particolare sembra che il senso di colpa sia diminuito maggiormente e più velocemente negli individui con bulimia nervosa che non si sono impegnati nel vomito auto-indotto rispetto a quelli con anoressia nervosa.

Senso di colpa e vergogna: quale differenza?

È importante però distinguere la vergogna dal senso di colpa: sebbene si assomiglino apparentemente, la vergogna e il senso di colpa possono essere associate in modo diverso ai comportamenti di un disturbo alimentare, poiché hanno importanti differenze concettuali che implicano conseguenze diverse. La vergogna è concettualizzata come il sentirsi male con sé stessi in seguito ad una trasgressione (e.g.: sono una brutta persona); inoltre è indice di un problema all’interno del sé che provoca conseguenti giudizi all’identità più che alle circostanze (Tangney & Dearing, 2002). Il senso di colpa implica invece il sentirsi male per un comportamento e un’autovalutazione negativa in seguito a qualche fattore esterno; può essere quindi visto come un’esperienza emotiva adattiva che promuove l’impegno in situazioni sociali attraverso azioni correttive (Lewis, 1971). La vergogna invece non provoca nessuna azione riparativa, può essere un’esperienza emotiva che si tenta di evitare tramite comportamenti di un disturbo alimentare.

Gli studi che si sono occupati di studiare le oscillazioni del senso di colpa, tuttavia, hanno utilizzato la subscala del Positive and Negative Affect Schedule (PANAS-X; Watson & Clark, 1999) che non permette di distinguere la colpa dalla vergogna; alcuni risultati della letteratura affermano però che i pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA) mostrano una maggiore vergogna rispetto al senso di colpa (Oluyori, 2013). È possibile dunque che la vergogna sia un’altra componente importante della affettività negativa.

La relazione tra disturbi alimentari, vergogna e colpa

Sebbene molti studi abbiano studiato le relazioni tra la psicopatologia alimentare e gli stati affettivi, nessuno tra questi si è mai occupato di confrontare gli effetti della colpa e della vergogna sui comportamenti messi in atto dai pazienti con disturbi alimentari. Uno studio di Sanftner e colleghi del 1995, per esempio, ha sottolineato che la vergogna è più facilmente associata ad alcuni sintomi specifici tra i quali il desiderio di magrezza, il vomito auto-indotto e le abbuffate mentre il senso di colpa era negativamente associato ai comportamenti di un disturbo alimentare. La teoria della fuga suggerisce infatti che le abbuffate sono particolarmente efficaci per allontanare i sentimenti di vergogna; i comportamenti che seguono le abbuffate come il vomito auto-indotto, al contrario, possono essere interpretati come azioni riparative per tentare di annullare gli effetti di queste. È possibile quindi che il senso di colpa conseguente a un’abbuffata possa predire il vomito.

Abbuffate, vergogna e senso di colpa

Uno studio di Bottera e colleghi del 2020, ha tentato di distinguere la vergogna e il senso di colpa in relazione alle abbuffate e al vomito auto-indotto. Le ipotesi formulate dagli autori erano quindi che la tendenza a provare vergogna e la vergogna di stato fossero associate alle abbuffate in quanto queste ultime possono essere utilizzate per sfuggire alle esperienze stesse di vergogna; e che la tendenza a sentirsi in colpa e il senso di colpa di stato fossero positivamente associati al vomito negli gli individui che si abbuffano, in quanto può essere utilizzato come azione riparativa per le abbuffate. 347 partecipanti hanno completato le sottoscale di vergogna e colpevolezza del Test of Self-Conscious Affect (TOSCA-3; Tangney et al., 2000); la State Shame and Guilt Scale (SSGS; Marschall et al., 1994) per valutare la vergogna e il senso di colpa; la Eating Disorder Diagnostic Scale (EDDS; Stice et al., 2000) che valuta gli atteggiamenti e i comportamenti relativi al Disturbo Alimentare; infine le scale analogiche visive (VAS) utilizzate per valutare gli stati soggettivi (Wewers & Lowe, 1990) sono state create per valutare alcune variabili momentanee tra cui la fame, la voglia di abbuffarsi e la voglia di vomitare.

I risultati mostrano che la vergogna è associata soltanto alle abbuffate e all’impulso di abbuffarsi mentre il senso di colpa non risulta esserne significativamente legato. Inoltre, al contrario di quanto ipotizzato, il senso di colpa non è risultato associato al vomito auto-indotto tra coloro che si abbuffano. Tali risultati mostrano quindi che la vergogna e il senso di colpa hanno un ruolo differente nei sintomi di un disturbo alimentare: solo la vergogna sembra suscitare sempre il desiderio di abbuffarsi. 

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Berg, K. C., Crosby, R. D., Cao, L., Crow, S. J., Engel, S. G., Wonderlich, S. A., & Peterson, C. B. (2015). Negative affect prior to and following overeating-only, loss of control eating-only, and binge eating episodes in obese adults. International Journal of EDs, 48(6), 641–653.
  • Berg, K. C., Crosby, R. D., Cao, L., Peterson, C. B., Engel, S. G., Mitchell, J. E., & Wonderlich, S. A. (2013). Facets of negative affect prior to and following binge-only, purge-only, and binge/purge events in women with bulimia nervosa. Journal of Abnormal Psychology, 122(1), 111–118.
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  • Oluyori, T. (2013). A systematic review of qualitative studies on shame, guilt and eating disorders. Counselling Psychology Review, 28(4), 47–59.
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  • Tangney, J. P., Dearing, R., Wagner, P. E., & Gramzow, R. (2000). The Test of Self- Conscious A ect-3 (TOSCA-3): George Mason University. VA: Fairfax.
  • Tangney, J., & Dearing, R. (2002). Emotions and social behavior. Shame and guilt. New York, NY, US.
  • Tangney, J. P., Wagner, P., & Gramzow, R. (1992). Proneness to shame, proneness to guilt, and psychopathology. Journal of Abnormal Psychology, 101(3), 469–478.
  • Watson, D., & Clark, L. A. (1999). The PANAS-X: Manual for the positive and negative affect schedule-expanded form.
  • Wewers, M. E., & Lowe, N. K. (1990). A critical review of visual analogue scales in the measurement of clinical phenomena. Research in Nursing & Health, 13(4), 227–236.
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