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“Sogno o son desto?”: un’indagine sulla relazione fra sogni e confine con la realtà

Secondo l'ipotesi di continuità del sogno, i sogni sono il proseguimento e il riflesso della vita di veglia; come risultano legati quindi alla personalità?

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 01 Apr. 2022

Nell’ambito della personalità, un individuo che ha confini molto spessi tra fantasia e realtà possiede una buona concentrazione, mantiene i pensieri e i sentimenti completamente separati ed è assolutamente chiaro su quando è sveglio, dorme o sogna, non sperimentando nessuno stato intermedio. Le persone con confini sottili di personalità, invece, sembrano essere più propense a fare sogni dal contenuto bizzarro.

 

Non importa il modo in cui pensiamo al contenuto della nostra mente – se pensiamo in termini quotidiani di pensieri, sentimenti, ricordi; sia se ne parliamo in termini di psicologia cognitiva riferendoci a processi percettivi, semantici e di memoria; sia se parliamo in termini psicoanalitici di Es, Io, Super-Io ecc – stiamo parlando di parti, regioni o processi, che in un certo senso vengono considerati separati l’uno dall’altro e che, tuttavia, sono ovviamente collegati. I confini tra loro non sono separazioni assolute, giacché possono essere relativamente spessi o impermeabili da un lato, e relativamente sottili o permeabili dall’altro. Gli psicologi hanno esplorato molti aspetti diversi dei confini, inclusi quelli relativi a pensieri e sentimenti, a stati di consapevolezza o coscienza, al ritmo sonno-sogno-veglia, all’identità sessuale e così via.

Personalità e confini

Nell’ambito della personalità, un individuo che ha confini molto spessi tra fantasia e realtà possiede una buona concentrazione, mantiene i pensieri e i sentimenti completamente separati ed è assolutamente chiaro su quando è sveglio, dorme o sogna, non sperimentando nessuno stato intermedio. Ha inoltre un delineato senso di identità sessuale, un’identità di gruppo definita e tenderà a vedere il mondo in termini di bianco e nero, noi contro di loro, bene contro male. All’altro estremo, una persona con confini sottili può avere difficoltà a concentrarsi, sarà profondamente immersa nel sogno ad occhi aperti o nella fantasticheria, così che a volte il confine tra vita reale e fantasia, sonno e veglia può essere poco chiaro. Allo stesso modo, accetterà mescolanze nell’identità sessuale e talvolta immaginerà di appartenere al sesso opposto. Non si sentirà solidamente membro di un gruppo, ma potrà definirsi un “cittadino del mondo” e sarà incline a pensare in termini di sfumature di grigio, piuttosto che in bianco e nero. Questi esempi si trovano alle due estremità del continuum che va da confini molto spessi a quelli molto sottili. La maggior parte di noi si trova da qualche parte nel mezzo, possedendo un misto di tali confini (Hartmann & Kunzendorf, 2006).

I sogni differiscono in base ai confini di personalità?

Tornando alle persone con confini sottili, recentemente è stato trovato che esse sono propense a fare sogni dal contenuto bizzarro. Ciò è in linea con l’ipotesi di continuità del sogno (Schredl, 2003), una teoria secondo cui i sogni sono il proseguimento e il riflesso della vita di veglia. Di conseguenza, se prendiamo in considerazione gli aspetti che riguardano l’assottigliamento dei confini, in particolare quelli relativi alla facilità di immaginarsi del sesso opposto, o addirittura come un animale o un oggetto, si potrebbe ipotizzare che le persone con confini sottili possano sognare più spesso di essere qualcuno o qualcos’altro.

Questa plausibile relazione è stata indagata da Schredl (2019) in una ricerca che ha coinvolto 444 partecipanti, principalmente studenti 23enni, delle università di Heidelberg, Mannheim e Landau. Ai partecipanti è stato proposto di partecipare ad uno studio intitolato “Sonno, sogni e personalità”, compilando una batteria di questionari contenente la Dream Frequency Recall Scale (Schredl, Berres, Klingauf, Schellhaas, & Göritz, 2014), il TDQ (Dumel, Nielsen, & Carr, 2012; Nielsen et al., 2003) ed il Boundary Questionnaire (Hartmann, 1991).

Per indagare la frequenza con cui vengono ricordati i sogni è stato chiesto ai partecipanti di valutarsi su una scala da 0 a 6 (Schredl, Berres, Klingauf, Schellhaas, & Göritz, 2014). La frase utilizzata era “Quante volte ti sei ricordato dei tuoi sogni negli ultimi due mesi?” ed i punteggi andavano da 0=mai a 6=quasi ogni mattina. Successivamente ai partecipanti è stato chiesto di compilare il TDQ (Dumel, Nielsen, & Carr, 2012; Nielsen et al., 2003). I ricercatori si sono focalizzati principalmente su 4 items della scala: “hai mai sognato di: appartenere al genere opposto; essere un oggetto (es. sasso o albero); essere un animale; tornare bambino?” a cui i partecipanti potevano rispondere “sì” o “no”.

Per valutare l’interazione fra realtà e fantasia dei partecipanti è stata utilizzata la versione tedesca del Boundary Questionnaire (Hartmann, 1991). Questo questionario valuta dodici aree fra cui la qualità del sonno, la natura dei sogni, le esperienze, i pensieri e le sensazioni inusuali e le relazioni interpersonali. Gli items presi maggiormente in considerazione nelle analisi erano “Ho ricordi di quando avevo meno di tre anni”, “Riesco facilmente ad immaginarmi come animale”, “A volte mi sembra che il mio corpo cambi dimensione o forma”, “Riesco ad immaginare facilmente come sarei se appartenessi al genere opposto” (Hartmann, 1991).

Confini di personalità e sogni: i risultati dello studio

I risultati dello studio indicano che vi è una relazione tra l’avere confini sottili e l’essere qualcosa, qualcun altro o l’essere più giovane nel sogno. Gli aspetti della vita durante la veglia in merito al concetto di personalità costituita da immaginazione, pensieri e fantasie si riflettono nei sogni e ciò conferma l’ipotesi di continuità del sogno (Schredl, 2003).

Nello specifico, più del 99% dei sogni non includeva la rappresentazione dell’io onirico sotto forma di qualcuno o qualcos’altro (vedi Mathes & Schredl, 2014; Mathes et al., 2014), mentre molto più frequente è stato riscontrato il desiderio di essere più giovani che può essere attribuito a episodi di memoria autobiografica manifestata nei sogni (Malinowski & Horton, 2014). In altre parole, il pensiero fantasioso delle persone con confini sottili nella vita reale si riflette nei loro sogni. Per quanto concerne la differenza di genere, è emerso che gli uomini sognano più spesso di essere un animale mentre le donne hanno riferito di aver sognato più spesso di appartenere al sesso opposto.

In sintesi, a livello concettuale lo studio del contenuto del sogno può aiutare ad approfondire la comprensione del costrutto di confine, in particolare il mondo interiore delle persone che presentano tali confini, la loro immaginazione e le fantasie diurne (Harrison & Singer, 2013–2014). La ricerca futura potrebbe approfondire la relazione che intercorre tra gli argomenti onirici e la teoria della mente, ovvero se le persone che hanno spiccate capacità di assumere la prospettiva di un’altra persona sognano più spesso di essere qualcun altro.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dumel, G., Nielsen, T. A., & Carr, M. (2012). Age and sex differences in dream diversity. International Journal of Dream Research, 5(Suppl), S67–S68.
  • Hartmann, E., & Kunzendorf, R. G. (2006). Boundaries and dreams. Imagination, Cognition and Personality, 26, 101–115.
  • Hartmann, E. (1991). Boundaries in the mind. New York, NY: Basic Books.
  • Harrison, A., & Singer, J. (2013–2014). Boundaries in the mind: Historical context and current research using the Boundary Questionnaire. Imagination, Cognition and Personality, 33(1–2), 205–215.
  • Malinowski, J. E., & Horton, C. L. (2014). Memory sources of dreams: The incorporation of autobiographical rather than episodic experiences. Journal of Sleep Research, 23, 441–447.
  • Mathes, J., Schredl, M., & Göritz, A. S. (2014). Frequency of typical dream themes in most recent dreams: An online study. Dreaming, 24(1), 57–66.
  • Mathes, J., & Schredl, M. (2014). Analyzing a large sample of diary dreams – How typical are typical dreams? Somnologie, 18, 107–112.
  • Nielsen, T. A., Zadra, A. L., Simard, V., Saucier, S., Stenstrom, P., Smith, C., & Kuiken, D. (2003). The typical dreams of Canadian university students. Dreaming, 13, 211–235.
  • Schredl, M. (2019). Being Someone or Something Else in the Dream: Relationship to Thin Boundaries. Imagination, Cognition and Personality, 40(1), 43–51.
  • Schredl, M., Berres, S., Klingauf, A., Schellhaas, S., & Göritz, A. S. (2014). The Mannheim Dream questionnaire (MADRE): Retest reliability, age and gender effects. International Journal of Dream Research, 7, 141–147.
  • Schredl, M. (2003). Continuity between waking and dreaming: A proposal for a math- ematical model. Sleep and Hypnosis, 5, 38–52.
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