expand_lessAPRI WIDGET

Sintomi della normalità. Mente e mentalità dell’epoca contemporanea (2021) di Fabio Monguzzi – Recensione

'Sintomi della normalità' propone una spiegazione ricca, stimolante, schietta ma soprattutto accurata e decisa, della nuova normalità che stiamo vivendo

Di Claudio Lombardo

Pubblicato il 05 Apr. 2022

Il testo di Monguzzi Sintomi della normalità. Mente e mentalità dell’epoca contemporanea propone un’analisi tra l’attuale normalità e la naturalità. Vivere e morire in modo normale o naturale?

 

Gli individui contemporanei effettuano esperienze in modo profondamente diverso rispetto al passato. Nel momento in cui ci allontaniamo dalla nostra natura ci distacchiamo sempre più da una continuità insopprimibile responsabile del buon funzionamento individuale e sociale. La sedimentazione di schemi instabili – progressivamente depositati sul nostro Io e sul nostro Sé – produce effetti psico-comportamentali nefasti: confusioni, pensieri ibridanti, incapacità della ricerca personale e via dicendo, di cui non si scorge un orizzonte ben definito: il desiderio, così come le decisioni, rispondono sempre al concetto dell’oltre, che intacca non solo i tratti individuali, ma la collettività.

In questo periodo storico abbiamo toccato con mano le conseguenze di un virus che ha infettato il nostro sistema (la sfera umana, politica, economica, etc.) alterando il clima formativo ed esponendoci ad una serie di tormenti e disagi. Tali implicanze analogiche, a titolo esemplificativo, ci fanno comprendere come i “rituali igienici” (igiene mentale, igiene sociale, etc.) rappresentino una categoria contro le diversificate tipologie di contaminazioni umane. Ulteriore analogia è possibile ritrovarla nell’organismo umano: la separazione nei visceri intestinali delle sostanze inutili da una parte e utili dall’altra; nei polmoni, una specie di digestione di grado superiore, è preso unicamente l’ossigeno ed eliminate le sostanze duraci. In tutt’e due i casi, per l’emergere di sintomi evidenti, il rifiuto (“l’innaturale”) non coincide mai con la “normalità”.

Una spiegazione ricca di contenuti, densa di spunti, schietta ma soprattutto accurata e decisa, tenta di far comprendere le dinamiche di un limite estremo: è il libro di Fabio Monguzzi, che definisce questo aspetto la “nuova normalità”, basata sui sintomi emergenti dell’attuale società, che sembrerebbe imporre una grave ipoteca all’educazione “caratterizzata da una diminuita capacità di previsione degli eventi, certezze assai provvisorie e orizzonti temporali molto limitati e facilmente reversibili”. Quello che in modo realistico e fascinoso vuole analizzare l’autore riguarda nello specifico l’essenziale: è un invito alla naturalità. Il testo di Monguzzi sposta la prospettiva mediante un’analisi tra l’attuale normalità e la naturalità. Vivere e morire in modo normale o naturale? La vita e la morte sono connessi al concetto del vissuto: si può essere vivi ma annientati dalla realtà di cui si fa parte e, per questo, morire. Così la morte può rappresentare uno stato subito, non compreso, non vissuto.

A differenza di molti testi che trattano simili tematiche, il libro Sintomi della normalità, evita l’esposizione eccessivamente macchinosa e ingessata (come si può sperimentare in molti testi accademici…). Gli argomenti presentati riguardano tanti aspetti che vengono analizzati con perizia scientifica abbinati a esempi pratici di vita quotidiana: il raggio dell’entusiasmo a comprendere i meccanismi insiti su molti aspetti della nostra esistenza, dell’epoca in cui viviamo.

Scrive, l’autore: “Se in precedenza esisteva una discontinuità tra momenti temporali, un tempo per il lavoro, per la scuola, per il gioco, per i pasti, per incontrare gli amici, ora vi è una maggiore continuità: si prosegue a lavorare a casa, si fanno i compiti mentre si chatta con gli amici e si parla con i genitori, si cucina mentre si ascolta la lezione dei figli, si scrivono sms agli amici e si stende il bucato. Gli impegni dei bambini sono molto serrati, scuola, sport, musica, lingue straniere, la loro agenda è sempre più simile a quella di un CEO di una multinazionale. L’organizzazione sociale è conformata a predisporre queste condizioni, a consentire queste modalità di vita, dilatando le possibilità“.

Le conclusioni sono quasi sempre racchiuse in una parola finale che rileva l’intero senso del discorso, come nel precitato paragrafo dove si mette in rilievo le tante possibilità dell’epoca contemporanea, ma il limite delle nostre capacità di saperle gestire, la poca maturità cerebrale nel coordinare l’intero sistema “complesso” (intrecciato, vasto, articolato) creato da noi stessi. Continua: “Lo sviluppo di una società altamente tecnologizzata e globalizzata, con mutamenti incessanti e rapidissimi, genera realtà in continuo mutamento rendendo vani i tentativi di definirsi, di riconoscere qualsiasi significato, di formarsi rappresentazioni stabili“.

È inevitabile che le tante possibilità (molte di queste non assorbite o amministrate) rimangano sospese come in un eloquio troncato; ne consegue instabilità.

La complessità, spiegata e approfondita nel libro, riguarda il progresso, lo sviluppo, la nostra intera evoluzione o è solo un evento vorticoso sul quale non abbiamo controllo e consapevolezza? Cosa genera? Quale futuro? La complessità è veloce, futuristica, metafisica sennonché “estranea” dato che, come riferisce l’autore: “Siamo costretti ad adottare una prospettiva molto diversa da quella nella quale lo sviluppo del pensiero era il risultato di piccoli mutamenti, riflessioni, verifiche, trasformazioni”. E per questo: “La società nel suo complesso possiede una specifica economia psichica caratterizzata da tensioni, equilibri, criticità e dominanze specifiche…“, come avremo modo di vedere nel corso di questo libro con la comprensione e il superamento degli aspetti più nefasti delle mentalità dominanti.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Fabio Monguzzi (2021). Sintomi della normalità. Mimesis Edizioni.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Condivisione e collettivismo: l'importanza dell'aiuto reciproco - Psicologia
Le naturali ragioni del collettivismo

La condivisione all'interno della società crea vicinanza e legami, caratteristiche utili alla coordinazione del gruppo verso grandi obiettivi

ARTICOLI CORRELATI
All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

Slacktivism: di cosa si tratta? Quando l’attivismo online può diventare dannoso

Sostenere cause sociali tramite l’attivismo online può fornire un aiuto prezioso, ma attenzione allo slacktivism, una forma superficiale e disinteressata di supporto

WordPress Ads
cancel