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Composizione musicale e sinestesia: il documentario su Ennio Morricone

La sinestesia può aiutare a aumentare il coinvolgimento nella composizione musicale e può così diventare uno strumento educativo e di apprendimento musicale

Di Concetta Papapicco

Pubblicato il 12 Apr. 2022

La parola sinestesia deriva dal greco antico e significa ‘sensazione’, in senso esteso, ‘incrocio di sensazioni’, ed indica la capacità di stimolazione di un senso di risvegliare la sensazione di un altro.

 

Il 17 Febbraio 2022, nella sale cinematografiche italiane, è stato distribuito “Ennio”, un emozionante omaggio di Giuseppe Tornatore al compositore italiano Ennio Morricone, scomparso nel luglio 2020. 

Che cos’è la sinestesia?

Nella trama, si fa spesso riferimento alla genialità di Ennio Morricone, il quale ha composto delle “immortali” melodie e colonne sonore per il cinema. Nei quadri narrativi, che si intersecano attraverso interviste a registi e compositori, emergono chiari riferimenti a ciò che, in psicologia, è conosciuta come sinestesia (Baron-Cohen & Harrison, 1997). Si tratta di quella condizione che coinvolge il sistema sensoriale/percettivo, in cui le stimolazioni provenienti da una via sensoriale o cognitiva inducono a delle esperienze, automatiche e involontarie, in un secondo percorso sensoriale o cognitivo. La parola sinestesia deriva dal greco antico e significa ‘sensazione’, quindi, in senso esteso, ‘incrocio di sensazioni’, cioè la capacità di stimolazione di un senso di risvegliare la sensazione di un altro. È studiato da medici e psicologi come un disturbo della percezione, soprattutto quando questa sensazione secondaria si verifica involontariamente e intensamente, come una sensazione reale. Ci sono diversi tipi di sinestesie. Il tipo più frequente è il grafema-colore, ma sono molto comuni anche le sinestesie che coinvolgono suoni e colori, suoni e colori musicali, nomi di note musicali e colori. Avendo il suono come stimolo primario, si possono trovare anche la sinestesia suono-movimento, suono-odore, suono-gusto, suono-temperatura, suono-tatto. 

Sinestesia e composizione musicale

Su questa base, alcune ricerche, come quella di Bragança (2010), studiano il rapporto tra sinestesia e composizione musicale, da cui emerge che la sinestesia può essere un modo per aumentare il coinvolgimento e, quindi, può diventare un vero e proprio strumento educativo e di apprendimento musicale. Invero, alcune qualità sinestetiche sono intercambiabili, cioè lo stesso brano musicale può essere percepito come trasparente, in una sinestesia visiva, o leggero, in un riferimento tattile di pressione, o freddo, dalla sinestesia tattile del calore. I parametri sonori contribuiscono insieme, ma spesso con pesi diversi, alla produzione di sinestesia. Così, una sinestesia del movimento come la percezione dell’agitazione in un passaggio musicale ha un forte contributo del parametro ritmico, ma può essere rafforzata da un dato timbro o record. Un senso di leggerezza può essere costruito combinando intensità, tono, registrazione e parametri ritmici.

La sinestesia, quindi, ha un’applicazione diretta nell’analisi fenomenologica della musica, creando la base per una metodologia di analisi musicale che parte dalla percezione sinestetica della musica e dalla comprensione delle costruzioni che condizionano tali percezioni. L’approccio sinestetico può anche aiutare lo studente di composizione a mettere in relazione alcuni risultati sonori (sinestetici) con alcuni sistemi di costruzione musicale.

Sinestesia intrasensoriale ed extrasensoriale nella musica

Studi successivi, come quello di Egido (2011) introducono, più specificamente, la differenza tra sinestesia intrasensoriale ed extrasensoriale nella composizione musicale. Infatti, nella sinestesia extrasensoriale si hanno sensi diversi, ognuno dei quali è associato ad una proprietà degli oggetti che, di solito, viene percepita attraverso il suo senso corrispondente, ma, per una ragione neurologica, questa relazione cambia e, quindi, una proprietà dell’oggetto è percepita da un senso diverso. La sinestesia intrasensoriale, invece, comprende un solo sistema sensoriale caratterizzato da proprietà diverse (esempio il timbro, l’intensità e la durata del suono), in modo tale che, nello stesso sistema sensoriale, una proprietà del suono è riconosciuto come se fosse un altro.

Il compositore sinestesico

In questo panorama, si possono porre due quesiti: come si riconosce un compositore sinestesico? E cosa cambia nella cultura contemporanea? Per rispondere alla prima domanda, è necessario considerare, come affermato sempre da Bragança (2010), che per riconoscere un “talento” sinestesico è necessario saper studiare efficacemente il fenomeno. Infatti, l’analisi dalla sinestesia può essere intesa come una branca dell’approccio fenomenologico all’analisi musicale. La fenomenologia affronta la questione della relazione tra soggetto e oggetto, affrontando la visione positivista, che considera reale solo la conoscenza risultante dai fatti osservati. Questa corrente di pensiero postula che la verità si trova quando un soggetto osserva con neutralità il mondo esterno, dotando, quindi, lo studio del fenomeno di un rigoroso metodo scientifico. Si presenta così una dicotomia tra soggetto e oggetto, in cui il mondo esterno esiste come verità indipendente, in attesa di un soggetto che, dall’esterno di questo mondo, decifra le sue leggi fondamentali. Il positivismo si manifesta nello studio musicologico quando si isola una partitura della percezione musicale e dell’intero contesto, per studiarla con una meticolosa metodologia di analisi, scoprendone le leggi compositive.

Nel mondo contemporaneo, invece, la rivoluzione digitale e, soprattutto, i sistemi immersivi e altamente multimodali (ad esempio la Realtà Virtuale o Realtà Aumentata) aprono a riflessioni innovative (De Blasio, 2012) sui mezzi a disposizione di un compositore, che potrebbero mettere in crisi i paradigmi fino ad ora conosciuti sulla sinestesia.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Baron-Cohen, S. E., & Harrison, J. E. (1997). Synaesthesia: Classic and contemporary readings. Blackwell Publishing.
  • Bragança, G. F. F. (2010). Parâmetros para o estudo da sinestesia na música. Per musi, 80-89.
  • De Blasio, A. (2012). Sulla sinestesia. Bologna: Archetipolibri.
  • Egido, F. (2011). Intrasensory Synesthesia in Musical Composition. Proceedings VI International Congress Synesthesia, Science & Art.
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