expand_lessAPRI WIDGET

L’umorismo come strumento per combattere l’ansia da Coronavirus

Gli studi sull'umorismo legato al Covid evidenziano come esso possa favorire un senso di affiliazione e appartenenza, con l’induzione di emozioni positive

Di Alberto Dionigi

Pubblicato il 10 Mar. 2022

L’evolversi della situazione pandemica ed il continuo emergere di materiale divertente e ironico legato al COVID-19, hanno portato numerosi ricercatori a valutare il ruolo e le funzioni dell’umorismo nell’affrontare questa situazione.

 

Introduzione

Gli ultimi 40 anni hanno visto un notevole aumento dell’interesse scientifico per quanto riguarda il ruolo dell’umorismo nella promozione della salute. Uno degli aspetti maggiormente studiati riguarda la relazione fra umorismo e ansia (Menéndez-Aller et al., 2020): le ricerche finora condotte mostrano che le persone dotate di un maggiore senso dell’umorismo tendono ad avere minori livelli di ansia e stress (Dionigi et al., 2021; Martin & Ford, 2018; Kuiper, 2012). Questo  è vero in una vasta platea di situazioni e, negli ultimi due anni, sono stati diversi gli studi per valutare il ruolo dell’umorismo nel mediare l’ansia e la paura da COVID-19. Inoltre, l’umorismo è spesso ispirato da circostanze tragiche: questo è accaduto anche durante l’epidemia da COVID-19. Ciò è principalmente dovuto al fatto che l’umorismo rappresenta una strategia adattiva di coping individuale e le persone ne fanno riscorso spesso in situazioni in cui, sebbene si attivino per fronteggiare l’evento temuto, non ci riescono. In questi casi l’umorismo funge da regolatore delle emozioni negative e favorisce strategie cognitive quali il reappraisal cognitivo, la distrazione ed il distanziamento (Kuiper et al., 2014).

Nel marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di pandemia da Coronavirus. Una situazione che mai ci saremmo immaginati e che, ancor prima che venissero messi ben a fuoco i rischi collegati, ha visto ben presto comparire sui social media contenuti di stampo umoristico legati al Coronavirus (Vicari & Murru, 2020). La pandemia di COVID-19, comportando minacce per la salute e la vita delle persone poste dalla malattia stessa e dalle sue complicanze, ha portato ad enormi cambiamenti nel funzionamento quotidiano delle persone, molti dei quali possono essere visti come cambiamenti negativi. Questi fattori possono aumentare il disagio psicologico e, di conseguenza, portare allo sviluppo di sintomi da disturbo d’ansia generalizzata.

La ricerca su Covid-19 e umorismo

L’evolversi della situazione pandemica ed il continuo emergere di materiale divertente e ironico legato al COVID-19, hanno portato numerosi ricercatori a valutare il ruolo e le funzioni dell’umorismo nell’affrontare questa situazione senza precedenti. Le ricerche scientifiche variano notevolmente nella loro qualità e rientrano in diverse grandi categorie quali, ad esempio, ricerche volte a valutare quale materiale umoristico viene maggiormente apprezzato e le funzioni svolte dall’umorismo pandemico. L’umorismo, in questo caso, può essere una risorsa preziosa per far fronte alla paura degli effetti imprevedibili del virus SARS-Cov-2 (Torres et al., 2020).

Fin da subito i social media sono diventati importanti strumenti per tenersi in contatto e per divulgare informazioni, ma anche per proporre materiale divertente volto a sdrammatizzare la situazione. Uno dei primi studi in questo ambito è stato condotto da Bischetti e collaboratori (2021): con un sondaggio su larga scala completato durante le prime fasi del lockdown in Italia, i ricercatori hanno studiato l’apprezzamento (divertimento e avversione) di diversi formati di umorismo legato al Covid-19 che venivano condivisi sui social media. I risultati hanno mostrato che l’apprezzamento dell’umorismo legato al coronavirus è legato a fattori demografici e alla distanza emotiva (e fisica) dal rischio percepito. Il rischio percepito di infezione ha amplificato l’avversione all’umorismo Covid-19, mentre la distanza chilometrica dalla zona del primo focolaio di contagio italiano ha favorito il divertimento in termini globali: chi risiedeva più lontano da Bergamo reputava i meme sul COVID-19 come più divertenti. Con l’aumentare dell’età e nelle donne, l’umorismo Covid-19 è stato giudicato più avverso. Gli individui che utilizzano abitualmente l’umorismo come strategia di coping hanno valutato l’umorismo Covid-19 più divertente e meno avverso. Allo stesso modo, Amici (2020), nel suo studio anch’esso condotto durante il lockdown in Italia, conclude che l’umorismo può favorire un senso di affiliazione e appartenenza, attraverso l’induzione di emozioni positive. Inoltre, l’effetto distanziante dell’umorismo aiuta le persone a percepire gli eventi in corso come meno minacciosi. Sempre in occasione della prima ondata, è stata condotta una raccolta intensiva di barzellette, meme, fake news e teorie del complotto (Meder, 2021), mostrando come il contenuto servisse a esprimere frustrazioni, veicolare sentimenti aggressivi in modo umoristico e mitigare paura e sentimenti di sfiducia che stavano crescendo.

Uno studio americano (Olah & Ford, 2021) ha mostrato che lo stress e l’ansia da COVID-19 variano in base all’utilizzo di determinati stili umoristici: chi utilizza un umorismo auto-rinforzativo mostra minore stress e disperazione e mostra di impegnarsi maggiormente in comportamenti protettivi. In secondo luogo, le persone con uno stile di umorismo auto-svalutativo hanno mostrato il pattern contrario: hanno percepito più stress e disperazione a causa del COVID-19 e quindi hanno riferito di aver intrapreso comportamenti meno protettivi.

In un altro studio turco (Kasapoğlu, 2022) è stata studiata la relazione fra spiritualità, autoefficacia, ansia da COVID-19 e disperazione, mostrando come spiritualità, autoefficacia e ansia da COVID-19 hanno effetti diretti sulla disperazione. Inoltre, l’effetto della paura del COVID-19 sulla disperazione era in parte mediato dalla consapevolezza e dall’umorismo. Livelli più elevati di paura del COVID-19 erano associati ad una minore consapevolezza e un minore senso dell’umorismo. Al contrario, una minore consapevolezza e un minore senso dell’umorismo erano associati a livelli più elevati di disperazione.

Uno studio longitudinale (Bitterly & Schweitzer, 2021) condotto in 11 diversi periodi di tempo ha mostrato come lo spingere le persone a generare contenuti umoristici durante la pandemia aiuta a ridurre significativamente l’ansia da Coronavirus. Nel loro studio i ricercatori hanno messo a confronto diverse tipologie di umorismo, umorismo generale e direttamente collegato al Coronavirus, mostrando come entrambi i tipi di umorismo siano efficaci nel diminuire l’ansia da Coronavirus. Uno studio israeliano (Reizer et al., 2022) ha esaminato il contributo dell’ottimismo e degli stili umoristici nel promuovere il benessere soggettivo durante il lockdown del 2020. I ricercatori hanno osservato che l’ottimismo e l’umorismo adattivo hanno aiutato le persone a ridurre la paura del COVID-19 mentre l’utilizzo di umorismo disadattivo ha mostrato correlazioni negative con il benessere percepito. Inoltre, le analisi di mediazione hanno indicato che sia la paura del COVID-19 che l’interdipendenza tra lavoro e famiglia hanno mediato le associazioni dirette tra ottimismo e benessere, nonché le associazioni tra umorismo disadattivo e benessere.

Infine, è interessante notare che molte persone, sia ricercatori che gente comune, si sono domandate se fosse corretto ed etico ridere di questa situazione. Uno degli aspetti più dibattuti in questo ambito, riguardava il fatto se fosse adeguato utilizzare l’umorismo per contrastare l’ansia generata dal coronavirus, anche a fronte delle morti avvenute. Per questo motivo Miczo (2021) ha condotto un’analisi qualitativa del contenuto di 20 testate giornalistiche. La maggior parte delle analisi tematiche ha mostrato che i media hanno concluso che era eticamente appropriato ridere della pandemia. Ciò è principalmente dovuto al fatto che la funzione principale assolta dall’umorismo fosse quella di distrazione e strategia di coping funzionale. In una situazione in cui le persone cercano disperatamente di sconfiggere la pandemia, si sono attivamente aggrappate all’umorismo per far fronte a ciò che non potevano cambiare. Inoltre, va ricordato che l’umorismo legato a eventi tragici, viene prodotto e condiviso rapidamente, contemporaneamente allo sviluppo della situazione e che solitamente si riferisce ai temi più scottanti. In questi casi si parla di ‘ciclo umoristico’ (Attardo, 2001), in quanto le battute, i meme e le vignette sul Covid-19 sono state create in un lasso di tempo circoscritto e avevano un tema di base comune.

Conclusioni

Generalmente, gli studi finora condotti mostrano come l’umorismo sia uno strumento efficace nel ridurre significativamente lo stress e l’ansia associati alla pandemia. Consente alle persone di prendere le distanze in modo sano dalla realtà incerta del mondo colpito dal coronavirus, che è al di fuori del loro controllo. Questi studi forniscono ulteriori prove empiriche che l’umorismo è davvero una risorsa personale che svolge un ruolo importante nel far fronte all’ansia correlata alla pandemia SARS-Cov-2. I risultati sono congruenti con i risultati precedenti che mostrano che l’umorismo positivo è correlato negativamente al disturbo d’ansia generalizzato e alla paura del COVID-19 (Akimbekov & Razzaque, 2021; Cancelas-Ouviña, 2021; Dionigi et al., 2021).

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Umorismo: strategie di distanziamento cognitivo-affettivo e uso in terapia
Umorismo: strategie di distanziamento cognitivo-affettivo

L'umorismo cambia il significato di una situazione in una meno grave, implicando cambiamenti cognitivi corrispondenti a modificazioni nella risposta emotiva

ARTICOLI CORRELATI
L’umorismo è una cosa seria. Intervista a Luca Nicoli, sull’uso dell’umorismo e del gioco nella pratica psicoanalitica

Intervista al Dott. Luca Nicoli sull’utilizzo dell’umorismo e del gioco con i pazienti nella pratica psicoanalitica

Meme definizione modalita di diffusione e significato culturale
Meme e psicologia culturale: contesti e valori dietro a semplici immagini

I meme sono unità che riflettono contesti e significati specifici, maggiormente percepibili da alcuni e meno percepibili da altri

WordPress Ads
cancel