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Come il BMI può influenzare la soddisfazione corporea nelle donne di mezza età

In che modo l'indice di massa corporea (BMI) influenza la soddisfazione corporea? E in quale grado se ne rileva l'effetto tra le donne di mezza età?

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 03 Mar. 2022

Le ragazze più giovani attribuiscono maggiore importanza al peso corporeo rispetto alle donne di mezza età, sebbene, anche tra queste, sembra esserci una relazione tra indice di massa corporea e soddisfazione del proprio corpo.

 

Immagine corporea e indice di massa corporea

Nella società odierna, spesso gli standard di bellezza irrealistici proposti dai media influenzano le donne che, molto più frequentemente degli uomini, desiderano mantenere un’immagine corporea impeccabile e un aspetto giovanile. Questo, secondo una prospettiva evolutiva, accade perché sono giudicate attraenti in base ad alcuni requisiti che indicano la fecondità, la forma fisica e il potenziale materno (Buss & Schmitt, 1993). Diversi studi mostrano che, tra le donne di mezza età, la qualità della vita e la soddisfazione corporea sono correlate tra loro: quando le donne perdono la capacità riproduttiva, la stima del corpo tende a diminuire. Il periodo della menopausa è caratterizzato da cambiamenti corporei, ormonali, dell’umore e della condizione fisica generale, che influenzano la qualità di vita e sono considerati un fattore di rischio per la scarsa stima del proprio corpo (Mangweth-Matzek et al., 2013). Inoltre, molti risultati presenti in letteratura, evidenziano una relazione tra l’indice di massa corporea (Body Mass Index; BMI) e la stima del proprio corpo, sia negli uomini che nelle donne. Un BMI più basso è associato solitamente ad una stima più alta, sebbene alcuni autori sostengano che la misura in cui ciascun individuo attribuisce importanza alle dimensioni del proprio corpo possa influenzare tale associazione (Pilafova et al., 2007). A supporto di ciò, uno studio di Mendelson e Andrews del 2000, ha dimostrato che, tra i diciottenni di un college, un BMI elevato prediceva una bassa autovalutazione dell’aspetto fisico solo tra coloro che ritenevano il peso importante.

Indice di massa corporea e autostima

Tendenzialmente le ragazze più giovani attribuiscono maggiore importanza al peso corporeo rispetto alle donne di mezza età, sebbene, anche andando avanti con gli anni, sembra esserci una relazione tra l’indice di massa corporea e la soddisfazione del proprio corpo (Slevec & Tiggemann, 2011). Quest’ultima può essere influenzata da alcune caratteristiche di personalità: una visione ottimistica, per esempio, può modificare gli effetti della percezione negativa di sé causati dall’invecchiamento (Wurm & Benyamini, 2014). Infine, alcuni autori si sono occupati di studiare la relazione che intercorre tra stima del proprio corpo e autostima globale; tale relazione è controversa in quanto alcuni vedono l’immagine corporea come componente dell’autostima globale, altri invece ipotizzano che non tutti gli aspetti della stima del proprio corpo siano associati ugualmente all’autostima globale (Davison & McCabe, 2005). Rosenberg, ad esempio, nel 1989 concettualizzò l’autostima globale come una valutazione complessiva del proprio valore (orientamento positivo o negativo verso se stessi). Un’alta autostima globale sembra infatti essere la convinzione di essere una persona ‘relativamente buona’ e di valore, non per forza migliore di altre persone; una bassa autostima è invece l’espressione di una mancanza di soddisfazione e di un malcontento verso sé stessi (Rosenberg et al., 1995).

Indice di massa corporea e stima del proprio corpo nelle donne di mezza età

Dal momento che non è chiaro ad oggi quali elementi della considerazione corporea siano più influenti nell’autostima globale, Olchowska-Kotala nel 2018 ha condotto uno studio con l’obiettivo di identificare i predittori della stima del corpo ed esaminare il legame tra autostima globale e stima corporea, in un campione di donne di mezza età. 67 donne tra i 44 e i 64 anni sono state incluse nel campione e sono stati sottoposti loro diversi test: la Body Esteem Scale (BES- Lipowska & Lipowski, 2013) per valutare la stima del corpo, tramite tre sottoscale (attrazione sessuale, preoccupazione per il peso e condizione fisica); il Rosenberg Self-Esteem Scale (RSES- Rosenberg, 1989) per valutare l’autostima; il questionario OPEB per valutare l’ottimismo (Czerw, 2010). Successivamente, siccome esiste una grande variabilità tra i sintomi della menopausa, l’autrice ha presentato alle donne una lista di sintomi comuni chiedendo a ciascuna di loro di indicare quali avessero sperimentato nell’ultimo mese (Jane & Davis, 2014) e di descrivere la storia mestruale recente. Infine, dopo aver calcolato il BMI effettivo è stato calcolato quello ideale, accompagnato da alcune domande sul comportamento di controllo del peso.

I risultati mostrano che la stima del corpo nelle donne di mezza età è stata predetta dall’indice di massa corporea: più basso era il BMI delle donne, più erano soddisfatte del loro corpo. Inoltre altri predittori sono risultati essere l’ottimismo, l’autostima e i sintomi della menopausa. È emerso infatti che la stima del corpo nelle donne può essere aumentata sviluppando un atteggiamento ottimistico verso la vita, che spesso è considerato una risorsa psicologica (Conversano et al., 2010). In aggiunta, analizzando i dati, è possibile notare che più sintomi della menopausa una donna ha sperimentato, peggiore era la sua stima del proprio corpo. Tuttavia, il numero di sintomi sperimentati potrebbe non essere correlato allo stato della menopausa in cui si è. Infine è risultato che, sebbene il BMI fosse il principale predittore della stima del corpo, l’autostima globale era più fortemente correlata ai sentimenti sull’aspetto e sulla condizione fisica rispetto ai sentimenti sulla dimensione del corpo: è possibile, quindi, che i sentimenti relativi alle dimensioni corporee influenzino l’autostima solo negli individui con sentimenti estremamente negativi o positivi sulle loro dimensioni corporee. In conclusione i risultati di tale studio forniscono alcune indicazioni per dei possibili interventi clinici per le donne di mezza età: coloro che hanno una scarsa immagine corporea, per esempio, potrebbero beneficiare di interventi volti a promuovere una prospettiva ottimistica (Olchowska-Kotala, 2018).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Buss, D. M., & Schmitt, D. P. (1993). Sexual strategies theory: A contextual evolutionary analysis of human mating. Psychological Review, 100(2), 204–232. doi:10.1037/0033- 295X.100.2.204
  • Conversano, C., Rotondo, A., Lensi, E., Vista, O. D., Arpone, F., & Reda, A. M. (2010). Optimism and its impact on mental and physical well-being. Clinical Practice and Epidemiology in Mental Health, 6, 25–29. doi:10.2174/1745017901006010025
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  • Davison, T. E., & McCabe, M. P. (2005). Relationships between men’s and women’s body image and their psychological, social, and sexual functioning. Sex Roles, 52(7/8), 463–475. doi:10.1007/s11199-005-3712-z
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  • Lipowska, M., & Lipowski, M. (2013). Polish normalization of the Body Esteem Scale. Health Psychology Report, 1, 72‒81. doi:10.5114/hpr.2013.40471
  • Mangweth-Matzek, B., Hoek, H. V., Rupp, C. I., Kemmler, G., Pope, H. G., & Kinzl, J. (2013). The menopausal transition—A possible window of vulnerability for eating pathology. International Journal of Eating Disorders, 46(6), 609–616. doi:10.1002/eat.22157
  • Mendelson, M. J., Mendelson, B. K., & Andrews, J. (2000). Self-esteem, body esteem, and body-mass in late adolescence: Importance model needed? Journal of Applied Developmental Psychology, 21(3), 249–266. doi:10.1016/S0193-3973(99)00035-0
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  • Rosenberg, M., Schooler, C., Schoenbach, C., & Rosenberg, F. (1995). Global self-esteem and specific self-esteem: Different concepts, different outcomes. American Sociological Review, 60(1), 141–156. doi:10.2307/2096350
  • Slevec, J. H., & Tiggemann, M. (2011). Predictors of body dissatisfaction and disordered eating in middle-aged women. Clinical Psychology Review, 31(4), 515–524. doi:10.1016j. cpr.2010.12.002
  • Wurm, S., & Benyamini, Y. (2014). Optimism buffers the detrimental effect of negative self- perceptions of ageing on physical and mental health. Psychology and Health, 29(7), 832– 848. doi:10.1080/08870446.2014.891737
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