Il termine Trauma Sessuale Militare (Military Sexual Trauma – MST) comprende qualsiasi aggressione, abuso, molestia, subiti da qualcuno durante il servizio attivo, in addestramento o in servizio inattivo
Trauma Sessuale Militare: definizione e prevalenza
Il termine Trauma Sessuale Militare (Military Sexual Trauma – MST) comprende qualsiasi aggressione, abuso, molestia, intimidazione, coercizione, abuso di potere da parte di un superiore o attenzione indesiderata, come commenti verbali, pressioni per ottenere favori sessuali e contatti fisici, subiti da qualcuno durante il servizio attivo, in addestramento o in servizio inattivo (Allard et al., 2011; Department of Defense Sexual Assault Prevention and Response, 2012; Department of Veteran Affairs [VA], 2004).
Il Trauma Sessuale Militare è un problema pervasivo, che colpisce circa 1 donna su 4 e 1 uomo su 100 nell’esercito (Military Sexual Trauma Support Team, 2012; Department of Veteran Affairs [VA], 2004). Un numero crescente di studi ha mostrato un collegamento tra il trauma sessuale militare e i comportamenti rischiosi, autodistruttivi e compromettenti per la salute, quali l’abuso di sostanze (Yalch et al., 2018), compromissione del comportamento sessuale (Blais et al., 2021), comportamenti alimentari disfunzionali (Blais et al., 2017) e aumento di comportamenti suicidari (Bryan et al., 2015). Il trauma sessuale militare sembra inoltre avere collegamenti con complicanze a livello di salute fisica (Godfrey et al., 2015), e con il rischio di sviluppare patologie mentali (Gilmore et al., 2016).
Date alcune caratteristiche, come ad esempio le dinamiche di spiegamento (la lunga durata e l’elevato stress), l’ipermascolinità (il sessismo, il basso rapporto tra uomini e donne) e la mancanza di conseguenze per tali atti, i contesti militari possono creare un ambiente particolarmente favorevole alla violenza sessuale (Burns et al., 2014). Per esempio, l’ipermascolinità è associata a una maggiore tolleranza e accettazione verso le molestie sessuali e gli stupri, e le istituzioni che aderiscono a ideali maschili più stereotipati tendono ad avere tassi più elevati di violenza sessuale (Ilies et al., 2003). Molteplici sono, inoltre, le barriere legate al mondo militare che ostacolano la rivelazione e la ricerca di un trattamento per i traumi sessuali militari, compresi i vincoli di riservatezza, la paura di essere puniti attraverso incarichi di servizio, la paura dell’ostracismo, della stigmatizzazione e della vicinanza all’aggressore (Holland et al., 2016). Tutto questo può portare tali individui a cercare modi alternativi per affrontare il trauma sessuale, come ad esempio i comportamenti a rischio (Weiss et al., 2015).
Trauma sessuale militare e comportamenti a rischio
Forkus e colleghi (2021) hanno fornito una revisione sistematica della letteratura disponibile sul trauma sessuale militare e comportamenti a rischio, al fine riassumere la natura della relazione tra queste due variabili. I risultati della revisione, che ha esaminato 15 studi sull’argomento, hanno rivelato che i traumi sessuali militari sono associati a comportamenti suicidari. I risultati ottenuti confermano la letteratura precedente che ha indicato la violenza sessuale come un fattore di rischio per i comportamenti sucidiari (ad esempio, Devries et al., 2013) e sono coerenti con teorie secondo le quali i comportamenti suicidari vengono utilizzati per modulare i sintomi o il disagio legati al trauma vissuto (Davis et al., 2014; Smith et al., 2014).
Un risultato interessante risiede nella relazione riscontrata tra Traumi Sessuali Militari e Disturbi alimentari, confermando i risultati ottenuti da Chen e colleghi (2010), che hanno identificato la violenza sessuale come un fattore di rischio per l’insorgere di una patologia alimentare. In particolare, è stata riscontrata una correlazione con i comportamenti di restrizione alimentare, e con l’utilizzo di purghe o di lassativi, ma nessun collegamento con le abbuffate.
I comportamenti alimentari disfunzionali possono emergere quando le emozioni sono percepite come dirompenti e ingestibili, così che, le persone, per regolare le emozioni indesiderate, possono fare affidamento su modelli alimentari disadattivi al fine di riavere una percezione di controllo, percezione che è stata compromessa dall’esperienza traumatica (Forkus et al., 2021).
Per quanto riguarda l’uso di sostanze a seguito di un trauma sessuale militare, è emersa una relazione significativa tra il trauma sessuale militare e Disturbi da Abuso di Sostanze, quali alcool, droga e fumo (Ryan et al., 2015), supportando i quadri empirici e teorici che collegano violenza sessuale e uso di sostanze ( Xu et al., 2013). Nel contesto del trauma (ad esempio, nel disturbo da stress post-traumatico – PTSD), le sostanze vengono utilizzate con lo scopo di evitare o alleviare i sintomi e l’angoscia generati dal trauma (Baker et al., 2004).
Esaminando i comportamenti illegali e/o aggressivi, la revisione suggerisce un’associazione significativa tra trauma sessuale militare e comportamenti rischiosi, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima di poter trarre conclusioni, data la poca numerosità di studi che hanno indagato questa associazione. Inoltre, c’è una vasta gamma di comportamenti rischiosi che non sono ancora stati valutati in relazione ai traumi sessuali militari, come il gioco d’azzardo, le spese avventate, la guida spericolata e l’uso problematico della tecnologia (Frokus et al., 2021).
L’attuale revisione sistematica di Frokus e colleghi (2021) fa progredire la letteratura fornendo un forte sostegno all’associazione tra trauma sessuale militare e un’ampia gamma comportamenti a rischio. I risultati ottenuti da questa revisione suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche e approfondimenti sulla relazione tra trauma sessuale militare e comportamenti a rischio ad esempio, quelli con risultati incoerenti o che, ad oggi, sono stati poco studiati (Frokus et al., 2021).