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Coppia e confini: la domanda non è perché, ma per chi ti auto-saboti?

Cosa avviene quando la coppia è in crisi? Quando i ruoli nella coppia cambiano e non si è pronti ad affrontare il cambiamento, si ha la crisi di coppia

Di Antonella Bascià

Pubblicato il 22 Feb. 2022

Cosa avviene quando la coppia è in crisi? Spesso, quando i ruoli nella coppia cambiano e non si è pronti ad affrontare il cambiamento, si ha la cosiddetta crisi di coppia. Ci sono diverse ragioni, motivi che portano la coppia a destabilizzarsi.

 

Secondo la definizione data dal vocabolario, la coppia è composta da ‘due persone conviventi legate da un rapporto amoroso stabile’ (Treccani online). Ma tutti sappiamo che non è così semplice perché nella coppia intervengono vari fattori e variabili, dati dal sistema di credenze familiari che ognuno di noi si porta dietro come uno zaino sulle spalle.

Quando si entra in relazione con l’altro, ci si compone con le rispettive credenze e si cerca l’incastro perfetto per essere in sintonia. Delle volte, l’incastro avviene in maniera naturale e altre volte bisogna smussarne gli angoli.

Ma cosa avviene quando la coppia è in crisi? Spesso, quando i ruoli nella coppia cambiano e non si è pronti ad affrontare il cambiamento, si ha la cosiddetta crisi di coppia.

Ad esempio, con la nascita di un figlio cambiano i ruoli sia all’interno della coppia, sia all’interno delle rispettive famiglie di origine: la coppia passa dall’essere figli all’essere genitori e i rispettivi genitori diventano nonni e così via.

Bisogna specificare però che a volte la coppia va in crisi ancor prima che un evento così importante si verifichi. Ci sono diverse ragioni, motivi che portano la coppia a destabilizzarsi.

Le tre aree della crisi

La letteratura sull’argomento ha individuato tre grandi aree che possono portare i partner alla crisi.

La prima area riguarda l’infrazione del ‘contratto di coppia’ che è spesso implicito. Tale contratto si sviluppa in maniera naturale all’interno della coppia, basti pensare ai partner che scegliamo e alla connessione che c’è tra scelta dell’altro e ‘i nostri bisogni personali di cura, affiliazione, ma anche disponibilità all’accudimento dell’altro’ (Ghezzi, 2004). Ed è proprio dai bisogni personali di ciascuno che si sviluppa il contratto, una sorta di ‘non detto’ e quando ad esempio uno dei due è stanco di avere il ruolo nella coppia di soccorritore, protettore perché magari vorrebbe essere a sua volta protetto e ‘curato’ da parte dell’altro, si ha la crisi (ibidem). In questo esempio specifico è come se si dicesse ‘non era nei patti, il bisognoso di cure e attenzioni ero io e non tu’ e dunque tale cambiamento viene visto come una sorta di tradimento.

Una seconda ragione della crisi potrebbe essere il desiderio di crescita personale e/o professionale che uno dei due mette in atto. Tale desiderio di autonomia di uno dei due partner può produrre turbamento inatteso e scombussolare l’equilibrio della coppia (ibidem).

La terza grande area è data da quello che gli psicoterapeuti sistemico relazionali chiamano come mancato svincolo dalla propria famiglia di origine e la mancanza di confini chiari tra la coppia e le rispettive famiglie di origine. Il mancato svincolo avviene quando uno dei due partner o entrambi non hanno mai abbandonato davvero la condizione di figli e quindi per questo vivono la relazione di coppia in modo immaturo e con difficoltà anche gravi (ibidem).

Confini diffusi e confini rigidi

Minuchin, psicoterapeuta familiare, definisce i confini come l’insieme di regole che consentono e definiscono il passaggio delle informazioni tra i vari membri della famiglia.

Egli differenzia due grandi categorie di confini: ‘confini diffusi’ e ‘confini rigidi’.

I confini diffusi si hanno in quelle famiglie in cui vi è mancanza di confine e ciò significa che trapelano, passano troppe informazioni, non vengono celati determinati contenuti e i problemi di un membro della famiglia diventano problemi di tutti (Minuchin, 1974). In sintesi, possiamo dire che in questo caso tutti sanno tutto di ciascun membro della famiglia.

Mentre, invece, i confini rigidi sono tipici delle famiglie definite da Minuchin come ‘disimpegnate’. In queste famiglie si ha la sensazione di non essere visti, ascoltati e di non appartenere realmente ad una famiglia (ibidem).

Ritornando alla crisi di coppia, quindi, è importante stabilire dei confini chiari (né troppo rigidi né troppo diffusi) e attuare un passaggio di informazioni limitate e pertinenti tra coppia e rispettive famiglie di origine (Minuchin, 1974). Ciò significa il capire quando la famiglia di origine richiama troppo l’attenzione distogliendo lo sguardo dalla coppia e mantenendo lo stato di perenne figlio/a.

L’autosabotaggio

Molti individui fanno fatica a svincolarsi dalle famiglie proprio perché ad un certo livello avvertono la sensazione di non poterlo fare, di non poter lasciare del tutto il nido. Forse perché hanno paura di lasciare da sola la mamma con il papà o viceversa, forse perché la madre e/o il padre non sono pronti a ritornare ad essere coppia, etc.

E qui si arriva all’argomento centrale e cioè per chi ti auto-saboti?

La parola ‘autosabotaggio’ ormai è entrata a far parte del linguaggio comune ed è quindi necessario comprendere cosa si intende con tale parola. L’autosabotaggio racchiude pensieri e comportamenti incentrati a ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. Questo fenomeno è più diffuso di quanto si pensa e tutti almeno una volta siamo stati ‘vittime’ di ciò senza rendercene conto (Villa M., 2021).

Delle volte la coppia non decolla per una serie di ragioni, ma altre volte ci si sabota e si fa di tutto per non farla funzionare e ciò ovviamente avviene in maniera inconscia. In questi casi è utile chiedersi per chi ci si sabota, forse per continuare a mantenere l’omeostasi della famiglia e mantenere così lo status quo? Oppure perché nella storia personale risulta proibita una coppia che funziona forse perché la narrazione familiare è segnata da separazioni, da coppie non felici, etc. Questi sono solo alcuni esempi che hanno l’obiettivo di farvi riflettere in quanto la vera domanda non è perché ci si auto-sabota, ma per chi.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ghezzi, D. (2004). Terapia con le coppie, un protocollo consolidato. Terapia familiare, n. 74, 11-41.
  • Minuchin, S. (1974). Famiglie e terapia della famiglia. Roma: Astrolabio.
  • Villa, M. (2021). Basta autosabotaggio! Sblocca le tue qualità e raggiungi i tuoi obietti – Recensione del libro di Judy Ho. State of Mind. Consultato il 30 gennaio 2022.
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