La vaccinazione è un tema che crea preoccupazione durante la pandemia di COVID-19.
Dato che questo virus si diffonde molto velocemente in tutto il mondo (World Health Organization, 2020), i tassi crescenti di infezione e di mortalità, soprattutto nelle persone con malattie croniche, hanno portato all’ottimizzazione di un vaccino che potesse essere rilevante non solo per la salute fisica, bensì anche per il funzionamento psicologico, per le conseguenze psicosociali e per l’economia mondiale (Bashir et al., 2020; Norouzi et al., 2020; Iacob et al., 2021). Considerando il numero crescente di persone contrarie al vaccino, l’intenzionalità a vaccinarsi è stata studiata in modo approfondito (Greenberg et al., 2019), valutando i fattori che possono influenzare tale presa di decisione: si evidenziano la preoccupazione per la pandemia e la minaccia della malattia (Ashbaugh et al., 2013; Liao et al., 2013), l’abitudine di fare il vaccino antiinfluenzale (Schmid et al., 2017), la fiducia nei confronti delle informazioni fornite sulla sicurezza della somministrazione del vaccino, i confronti sociali con persone che vogliono vaccinarsi (Podlesek et al., 2011), l’età, il livello di istruzione (Bonfiglioli et al., 2013) e le categorie sociali esposte a rischio di infezione (Bish et al., 2011; Iacob et al., 2021).
Vaccino e modello di credenza sulla salute
I due quadri teorici prevalenti, su cui si basano la maggior parte degli studi sull’intenzione a vaccinarsi, e che spiegano il 60% della varianza di tali intenzioni contro il papillomavirus (HPV; Bennet et al., 2012), sono la teoria del comportamento pianificato (Gallagher e Povey, 2006) e il modello di credenza sulla salute (HBM; Cummings et al., 1979). Nello specifico, l’HBM è uno dei modelli più utilizzati nella ricerca sanitaria (Skinner et al., 2015), strutturato in quattro componenti: la suscettibilità della malattia, cioè la probabilità percepita di contrarla; la gravità percepita; i benefici riguardo le azioni preventive e il trattamento; infine le barriere percepite nell’attuare le raccomandazioni (Janz e Becker, 1984; Iacob et al., 2021). Le componenti aggiunte successivamente riguardano i dati demografici, l’autoefficacia e il controllo percepito (DiClemente e Peterson, 1994). Liao e colleghi (2013) evidenziarono come la componente HBM, collegata all’intenzione vaccinale, riguardasse principalmente la minaccia percepita della malattia per le sue conseguenze sulla salute. La preoccupazione pandemica è vista come una risposta emotiva alla malattia (Ro et al., 2017) e include la percezione del potenziale rischio di infezione, il rischio per la famiglia, la gravità e le conseguenze (Goulia et al., 2010). Dato che tale componente è correlata alla percezione del rischio e ai comportamenti preventivi messi in atto durante la pandemia, Iacob e colleghi (2021) hanno svolto uno studio, aderendo all’HBM, per spiegare l’intenzione della vaccinazione.
Modello di credenza sulla salute applicato al vaccino contro il Covid-19
Tale modello è stato utilizzato per spiegare la relazione tra preoccupazione pandemica e intenzione di vaccinarsi, evidenziando come i mediatori fossero la minaccia percepita delle malattie, i benefici e le barriere delle vaccinazioni (Scherr et al., 2016). Questo studio trasversale ha l’obiettivo di esplorare le differenze tra adulti, con o senza malattie croniche, l’intenzionalità a vaccinarsi e la preoccupazione per la pandemia (Iacob et al., 2021). Il campione è composto da 864 adulti della comunità rumena (66,6% femmine), con un’età compresa tra i 31 e i 65 anni: il 20,5% dei soggetti riportano malattie croniche, come diabete, malattie respiratorie e cardiovascolari, ed uno dei criteri di esclusione è la diagnosi precedente o attuale di COVID-19. Per misurare l’intenzionalità, è stata posta la domanda seguente “Hai intenzione di vaccinarti quando ti viene offerto un vaccino contro l’infezione da COVID-19?”, mentre le risposte sono state codificate con 1 (no), 2 (forse) e 3 (sì). La frequenza e la gravità delle preoccupazioni riguardo alla pandemia sono state misurate con la Dispositional Pandemic Worry (Scherr et al., 2016), inizialmente strutturata per la pandemia influenzale H1N1 del 2009 e del 2010. Le componenti HBM, cioè la minaccia percepita della malattia, i benefici, l’autoefficacia e le barriere sono state valutate attraverso un riadattamento degli strumenti Champion (1999). I cambiamenti comportamentali sono stati indagati attraverso tre domande poste sulla quantità del cibo, farmaci e articoli igienico-sanitari acquistati da parte dei partecipanti durante la pandemia, mentre i dati sociodemografici sono stati ottenuti mediante un questionario utile a raccogliere informazioni sul genere, sull’età, sul livello di istruzione e sulle malattie croniche (Iacob et al., 2021). I risultati mostrano come i soggetti con malattie croniche riportano un livello di preoccupazione pandemica più elevato, livelli maggiori di minaccia percepita, maggiori benefici dovuti alla vaccinazione, minore autoefficacia e un acquisto maggiore di prodotti sanitari. Per quanto riguarda l’intenzionalità a vaccinarsi, non sono state riscontrare differenze significative (Iacob et al., 2021). La minaccia percepita e i benefici tratti dal vaccino mediano parzialmente la relazione tra preoccupazione pandemica e intenzionalità. Questi risultati suggeriscono come presentare delle prove sull’efficacia del vaccino per il COVID-19 possa portare la popolazione a seguire le raccomandazioni suggerite, soprattutto da parte dei gruppi di soggetti vulnerabili o con malattie croniche (Iacob et al., 2021).