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Gli effetti della menzogna sui ricordi: come le funzioni esecutive possono influenzare una testimonianza

Sono stati condotti numerosi studi per capire come rilevare una menzogna in una testimonianza e quali fattori possano interferire con la sua individuazione

Di Carlotta D`Acquarone

Pubblicato il 31 Gen. 2022

Aggiornato il 04 Feb. 2022 12:16

La testimonianza, nel corso della storia, ha dovuto fare i conti con diverse problematiche che hanno spinto l’uomo a ricercare metodi il più possibile scientifici e affidabili per stabilire la veridicità di una versione dei fatti.

 

Spesso si riscontrano alcune problematiche nei processi, tra le quali le menzogne intenzionali, le false confessioni e la possibilità che un resoconto testimoniale non sia veritiero, sebbene spesso riportato in buona fede. I testimoni oculari determinano quasi l’80% delle incriminazioni (Wrightsman et al., 2002), nonostante le loro ricostruzioni dei fatti siano spesso inaccurate e imprecise.

Testimonianza e menzogne

Sono stati condotti numerosi studi per capire come poter rilevare una bugia e quali fattori possano interferire con la rilevazione delle bugie: è noto infatti che mentire può influenzare la memoria di colui che ha mentito in diversi modi (Paige et al., 2020). Tali modi variano a seconda di come una persona decide di nascondere la verità o di utilizzare strategie ingannevoli. Queste ultime sono la falsa negazione (negare di aver vissuto un evento; Block et al., 2012), la finta amnesia (simulare una perdita di memoria; Pyszora et al., 2003) e, infine, la fabbricazione (creare un falso resoconto di un evento; Chrobak & Zaragoza, 2008). Ciascuna strategia ha un impatto negativo e unico sulla memoria, alcuni studi relativi alla falsa negazione, per esempio, affermano che questa strategia può portare a dimenticare di aver negato dettagli dell’evento, tale dimenticanza è nota come dimenticanza indotta dalla negazione (DIF; Otgaar et al., 2014). Per quanto riguarda gli effetti sulla memoria della finta amnesia, gli studi hanno dimostrato una compromissione del ricordo degli eventi (Bylin, 2002). Il deterioramento della memoria causato dalla fabbricazione, invece, può consolidare la memoria per dettagli auto-generati provocando una perdita per i dettagli dell’evento reale (Chrobak & Zaragoza, 2008). Molti studi hanno dimostrato che la fabbricazione rende le persone più propense a riconoscere le proprie fabbricazioni come dettagli reali dell’evento: i fabbricanti sono quindi più inclini a riferire errori di commissione (cioè distorsioni o dettagli mai visti) quando decidono di rivelare la verità.

Dal momento che l’atto del mentire richiede un carico cognitivo maggiore rispetto al dire la verità, Otgaar e Baker nel 2018 con il loro modello Memory and Deception (MAD) hanno sostenuto che gli effetti delle varie strategie sono legati alla quantità di risorse cognitive impegnate durante la bugia (Battista et al., 2021). In particolare, gli autori hanno ipotizzato che una possibile causa dei diversi effetti sulla memoria è la quantità di risorse cognitive implicate durante la bugia. Le tre strategie differiscono l’una dall’altra per il grado di risorse richieste, dove le false negazioni richiedono la minore quantità di risorse e la fabbricazione la maggiore. Il modello MAD tuttavia non tiene in considerazione che chi inganna, al di là della strategia adottata, possa utilizzare più risorse cognitive di chi dice la verità, poiché deve rendere l’evento plausibile e coerente; questo rende ragionevole credere che, oltre ai diversi sforzi cognitivi richiesti dai diversi tipi di menzogna, le differenze individuali nelle risorse cognitive siano da considerare per predire gli effetti della menzogna sulla memoria.

Testimonianza e funzioni esecutive

Alcuni studi recenti hanno dimostrato che le persone con una bassa disponibilità di risorse delle Funzioni Esecutive (EF) hanno una maggiore compromissione (cioè, dimenticanze ed errori di memoria) del ricordo dell’evento rispetto a coloro che hanno un’alta disponibilità di risorse delle funzioni esecutive. Queste ultime sono un insieme di funzioni cognitive responsabili della modulazione di diversi sottoprocessi cognitivi e della realizzazione di compiti esecutivi complessi (Carretti et al., 2010). Le principali sono lo shifting che si riferisce alla capacità dell’individuo di muoversi avanti e indietro tra diverse operazioni o compiti; l’inibizione delle risposte: la capacità di sopprimere volontariamente le risposte dominanti, automatiche e prepotenti e l’aggiornamento, che riguarda la capacità degli individui di individuare le informazioni rilevanti per svolgere un compito tra le diverse informazioni in arrivo.

Nel 2021 Battista e colleghi hanno condotto uno studio per verificare se l’impatto di due strategie ingannevoli (false negazioni e fabbricazione) dipendesse dalle risorse cognitive degli individui in termini di funzioni esecutive (shifting, inibizione e aggiornamento). Un campione di 147 partecipanti ha guardato un video di una rapina e poi è stato istruito a produrre dettagli falsi (condizione di fabbricazione), negare (condizione di falsa negazione) o dire la verità (condizione di verità) ad alcune domande sul crimine. Due giorni dopo, tutti i partecipanti hanno preso parte ad un test di memoria finale in cui hanno espresso il loro ricordo di aver distorto i dettagli (cioè, fabbricato, negato, o detto la verità) e la loro memoria per il video. Infine, sono state valutate le loro risorse delle funzioni esecutive. I risultati mostrano che le differenze individuali nelle funzioni esecutive giocano un ruolo nel modo in cui l’evento è stato ricordato e sugli effetti della menzogna sulla memoria. Il ricordo dell’evento, dopo aver mentito, dipendeva soprattutto dalle risorse di shifting degli individui. Inoltre, le due strategie ingannevoli hanno influenzato in modo diverso la memoria degli individui per l’intervista e per l’evento: negare ha influenzato la memoria per l’intervista mentre fabbricare ha influenzato la memoria per l’evento. I risultati ottenuti hanno lo scopo di informare i professionisti legali della possibilità di valutare le funzioni esecutive degli individui come indicatore della credibilità dei testimoni (Battista et al., 2021).

 

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