Talvolta le persone sperimentano schadenfreude, ovvero il piacere provato per la sfortuna di qualcun altro. Uno studio di Abell e Brewer del 2018 si è occupato di indagare l’esperienza di schadenfreude nelle amicizie tra donne.
Solitamente proviamo empatia nei confronti delle persone che soffrono (Wispé, 1991). L’empatia è la principale emozione sperimentata quando sono coinvolti amici e familiari ma non è ancora chiaro, tra gli studi in letteratura, se l’empatia sia ugualmente sentita verso altre persone che non siano parenti e affini. Talvolta infatti le persone sperimentano schadenfreude, ovvero ‘soddisfazione o piacere provato per la sfortuna di qualcun altro’. Schadenfreude è un termine tedesco e può essere tradotto con ‘gioia maligna’; la parola deriva da Schaden (danno) e Freude (gioia). La Schadenfreude descrive infatti l’esperienza di provare piacere nella sfortuna di un’altra persona (Takahashi et al., 2009).
Quando si sperimenta la schadenfreude
Alcuni studi di Norman Feather (2006) hanno analizzato diverse circostanze in cui si sperimenta la schadenfreude, individuando tre spiegazioni. La prima afferma che le persone talvolta possono effettivamente guadagnare dalla sfortuna altrui e il piacere è una reazione naturale al guadagno personale. La seconda circostanza deriva dalla percezione di quanto un risultato sia meritato: una disgrazia altrui è percepita come meritata poiché ritenuta giusta. L’ultima spiegazione deriva da sentimenti di invidia; questa è fortemente connessa alle prime due ragioni: una disgrazia che colpisce una persona invidiata porta, tra le altre cose, a un piacevole guadagno personale e un senso soggettivo ma soddisfacente di meritocrazia. Le differenze individuali che predicono la schadenfreude, includono quindi il risentimento, il merito, l’invidia e la competizione che determinano il provare piacere per la sfortuna di qualcuno (Smith et al., 2009).
Schadenfreude e personalità
Alcuni studi si sono occupati inoltre di determinare come la schadenfreude sia influenzata da fattori di personalità malevola come la cosiddetta Triade Oscura: una caratterizzazione personologica contraddistinta da alcuni tratti di personalità che hanno in comune sentimenti di aggressività e freddezza emotiva. La triade Oscura include il narcisismo, la psicopatia e il machiavellismo; quest’ultimo è definito come un tratto di personalità caratterizzato da uno stile interpersonale manipolativo, dalla volontà di sfruttare gli altri e da una preferenza per relazioni emotivamente distaccate (Christie & Geis, 2013). Il termine deriva da un’ interpretazione della dottrina politica di Niccolò Machiavelli al quale viene attribuita erroneamente la frase ‘il fine giustifica i mezzi’, che indica il servirsi di ogni espediente, indipendentemente da ogni considerazione di carattere morale, per raggiungere il proprio fine.
La psicopatia, caratterizzata da insensibilità, impulsività e livelli di ansia molto bassi per le conseguenze delle proprie azioni, è stata associata alla schadenfreude negli scenari di calamità, competizione e fallimento degli altri, mentre il machiavellismo, caratterizzato da manipolazione per obiettivi a lungo termine, è stato associato alla schadenfreude in relazione alla competizione e al fallimento (Jones & Paulhus, 2011). Gli studi presenti in letteratura non hanno tuttavia studiato la possibile relazione tra machiavellismo e schadenfreude nelle relazioni personali strette; è noto, infatti, che soprattutto le amicizie femminili siano influenzate dal machiavellismo (Abell et al., 2016).
Schadenfreude nelle amicizie femminili
Spesso le amicizie tra donne, sebbene presentino intimità, condivisione emotiva e vicinanza (Vigil, 2007), sono caratterizzate da manipolazioni come l’aggressione relazionale, la reputazione sprezzante, l’ostracismo e la ridicolizzazione (McAndrew, 2014). Le relazioni amicali tra donne possono quindi essere un contesto in cui la schadenfreude è sperimentata con livelli più elevati di machiavellismo, invidia e competizione. Poiché la ricerca precedente ha dimostrato che il machiavellismo, l’invidia e la competizione predicono sentimenti di schadenfreude nelle relazioni generali e che il machiavellismo è legato all’invidia e alla competizione (Jonason et al., 2015), uno studio di Abell e Brewer del 2018 si è occupato di indagare il machiavellismo, l’invidia, la competizione e l’esperienza di schadenfreude nelle amicizie tra donne. Le ipotesi iniziali prevedevano che i soggetti con livelli più alti di machiavellismo, invidia e competizione avrebbero riportato livelli più alti di schadenfreude in differenti contesti, tra i quali la capacità accademica, l’aspetto fisico e le relazioni romantiche. 4133 donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni, con un’amicizia di durata media di 7,5 anni, sono state reclutate tramite social network e sottoposte a differenti misurazioni. Inizialmente hanno valutato tre vignette per misurare la schadenfreude (James et al., 2014), successivamente è stato misurato il machiavellismo tramite la scala Il Mach IV (Christie & Geis, 2013); infine sono state sottoposte alla scala dell’invidia dispositiva (Smith et al., 1999) e all’indice di competizione interpersonale (Singleton & Vacca, 2007).
I risultati mostrano correlazioni tra machiavellismo, invidia, competizione e, relativamente alla schadenfreude, mostrano che questa correla positivamente e significativamente con l’invidia e la competizione nelle abilità accademiche. Inoltre il machiavellismo, l’invidia e la competizione correlano positivamente nelle relazioni romantiche e nell’aspetto fisico. Sembrerebbe dunque che le donne con un livello più alto di machiavellismo possono provare sentimenti di piacere quando un’amica sperimenta una sfortuna nella relazione con un/una partner e nell’aspetto fisico. Lo studio sottolinea anche il ruolo dell’invidia e della competizione nel provare schadenfreude: l’invidia ha predetto l’esperienza di schadenfreude in relazione alla capacità accademica/lavorativa e alle relazioni romantiche, mentre la competizione ha predetto l’esperienza di schadenfreude in tutti e tre gli scenari. Il machiavellismo non ha tuttavia predetto l’invidia o la competizione; questo suggerisce che le donne non hanno visto le amiche come avvantaggiate o non provavano invidia per i vantaggi altrui. Una possibile spiegazione a questo fenomeno è data dal fatto che le partecipanti non abbiano provato invidia in quanto tenderebbero a selezionare attentamente le amiche della cerchia sociale da frequentare, le quali sono quasi sempre vulnerabili ad essere manipolate o sfruttate. Anche per quanto riguarda la competizione accade un fenomeno simile: le donne con punteggi alti di machiavellismo selezionano amici che non vedono competitivi poiché competere con loro richiederebbe troppe energie (Abell & Brewer, 2018). La ricerca ha dimostrato, infatti, che coloro che hanno un alto livello di machiavellismo selezionano amici che sono gentili e danno poca importanza alla qualità dell’amicizia, alla compagnia e all’intimità (Abell et al., 2016). In conclusione i risultati sono coerenti con le ricerche precedenti, in particolare quelle che documentano il piacere in risposta alla sfortuna di un collega. Tuttavia, il machiavellismo non ha predetto l’invidia o la competizione, anche se questi ultimi hanno predetto la schadenfreude.