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Sex Robots: attrazione o repulsione? Uno studio sugli “Otaku”

Uno studio sugli Otaku, persone ossessionate da anime, manga e videogames, ha indagato le differenze individuali associate all'attrazione per sex robots

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 22 Dic. 2021

Aggiornato il 23 Dic. 2021 14:00

Otaku è un termine controverso, che fa riferimento ad individui ossessionati dalla cultura giapponese, in particolare da manga, anime/animazione e videogiochi.

 

Sex Robots

Per molti anni i robot sono stati coinvolti nella produzione di automobili, prodotti chimici e altri beni industriali. La visione di una proliferazione di tecnologie robotiche è stata accolta con reazioni contrastanti (Gnambs & Appel, 2019); i robot simil-umani sono stati causa di scetticismo ed emozioni negative tra i potenziali utenti, in particolare nei confronti di quelli di tipo sessuale. Un sex robot può essere descritto come una bambola meccanica di aspetto e dimensioni simili a quelle umane che è in grado di eseguire rapporti sessuali per mezzo di genitali artificiali dotati di motore. Prototipi avanzati sono in grado di effettuare comunicazioni verbali, simulare diverse personalità ed esprimere divertimento, al fine di aumentarne il realismo antropomorfo. Alcuni studiosi si sono espressi a favore di restrizioni sull’ulteriore sviluppo dei sex robots, temendo un possibile rinforzo dell’oggettivazione, degli stereotipi di genere e delle forme non empatiche di incontro sessuale che si potrebbero accompagnare alla loro ascesa (Sullins, 2012).

Chi sono gli Otaku

Quello degli Otaku è un fenomeno subculturale iniziato in Giappone e che negli ultimi anni ha trovato ampia diffusione in Occidente. Otaku è un termine controverso, originario di un fenomeno culturale nato in Giappone, che fa riferimento ad individui ossessionati dalla cultura giapponese, in particolare dai manga (fumetti giapponesi), anime/animazione (film o serie con trame e personaggi del mondo dei manga) e videogiochi. In casi estremi, la loro passione tende ad isolarli dal mondo esterno assorbendoli, ad esempio, nella collezione di merchandising quale modellini, poster, waifu o costumi da cosplay (travestimenti per la riproduzione fedele di personaggi di film, fumetti, videogiochi) (Appel et al., 2019). Mentre nella cultura giapponese il termine Otaku può avere una connotazione negativa, in America questo termine indica semplicemente una forte passione e coinvolgimento per i manga ed/o anime (Urban Dictionary: Otaku, 2005).

Gli Otaku preferiscono trascorrere gran parte del tempo a casa, sono descritti come timidi, poco abili nei contatti sociali e, a differenza dei Geek (termine originariamente offensivo, che identifica un individuo ossessivamente interessato ed informato su un particolare argomento o esperto in un ambito; Peeples et al., 2018), sono principalmente interessati all’animazione, ai fumetti e ai giochi di origine asiatica (Kam, 2013).

Questi media coinvolgono prevalentemente manga e anime, tra cui robot umanoidi con sentimenti e comportamenti umani (Kinsella, 1998). I fan si divertono a guardarli, leggerli o giocarci e spendono una notevole quantità di denaro per il relativo merchandising (Niu et al., 2012). I risultati di diversi studi suggeriscono che alcuni fan (principalmente il gruppo di Weeaboo) sviluppano una stretta affinità pseudo-romantica con uno o più di questi personaggi fittizi, indicati come waifu (moglie) o husbando (marito) (Zeng, 2018). Weeaboo è un termine slang utilizzato per identificare individui con un’ossessione morbosa nei confronti del Giappone o della cultura giapponese che li porta al distacco o rifiuto delle loro origini. Tendenzialmente tendono a fare affidamento sugli stereotipi trovati nei manga, anime o videogiochi, avendo di conseguenza una percezione distorta dell’effettiva realtà giapponese. (Urban Dictionary: Weeaboo, 2017). Waifu (wifu) da wife (moglie), viene utilizzato per indicare il personaggio dei manga/anime da cui ci si sente attratti romanticamente e/o sessualmente. Il merchandising legato alle waifu comprende cuscini lunghi con stampe di personaggi dei manga, poster ed animazioni olografiche (Appel et al., 2019).

Okatu e sex robots

A causa delle loro caratteristiche, Appel et al. (2019) hanno preso in considerazione gli Otaku per identificare le differenze individuali che possono essere associate al fascino verso i sex robots (Fig.1).

Otaku uno studio su attrazione e repulsione verso i sex robots Fig 1

Fig.1: Sex robot simil-umani

I partecipanti sono stati reclutati tramite annuncio su MTurk (Amazon Mechanical Turk), limitando le risposte ai membri della comunità digitale presenti negli Stati Uniti. Il campione definitivo era composto da 261 partecipanti, mediamente trentacinquenni.

In un momento preliminare i ricercatori hanno preso in considerazione di presentare un sex robot (Ellix), un robot-infermiere ed un organismo geneticamente modificato (androide).

Il robot-infermiere è stato selezionato come termine di paragone al sex robot in quanto anch’esso ha un ruolo sociale che include il contatto fisico, anche se non sessuale, mentre l’organismo geneticamente modificato (androide) è stato incluso per rendere visivamente evidente la relazione fra uomo e macchina.

I ricercatori hanno previsto tre condizioni, una target e due di controllo, di cui ad ogni partecipante è stata assegnata una sola. La condizione target consisteva nel presentare Ellix come robot adibito a dare piacere sessuale.

Nella prima condizione di controllo Ellix è stata descritta come robot impiegato nell’assistenza, mentre nella seconda condizione di controllo veniva descritta come un elemento geneticamente modificato.

Sono state raccolte quattro dimensioni legate alle caratteristiche degli Otaku: (1) la propensione verso anime, manga o videogiochi, (2) il livello di interesse per la cultura giapponese, (3) la preferenza delle attività svolgibili in casa (al chiuso) e (4) il livello di timidezza.

Inizialmente è stato misurato il livello d’inquietudine provocato dalla lettura delle descrizioni proposte e secondariamente i partecipanti hanno attribuito un punteggio alla tecnologia presentata che andava da -3 a +3.

Statisticamente sono state indagate tre relazioni: (a) focus dimensionale sulle differenze individuali e risposte ai sex robots, (b) rapporto fra differenze individuali e robot umanoidi con diverse mansioni, (c) associazione fra differenze individuali e risposta alle tecnologie ibride.

Ad oggi si pensa che i sex robot siano prossimi ad occupare una quota sostanziale e multimiliardaria nel settore tecnologico del sesso, sebbene molti degli attuali prototipi non siano probabilmente abbastanza sofisticati per essere commercializzati in massa (Kleeman, 2017). Il gruppo subculturale degli Otaku è stato scelto come punto di partenza non per esaminare le interazioni uomo-robot reali ma per indagare le risposte dei potenziali futuri utenti in merito alle innovazioni robotiche presentate nell’esperimento.

Dallo studio è emerso che i sex robots vengono percepiti come più inquietanti rispetto ai robot-infermieri e, per questo, i partecipanti erano meno inclini ad acquistarli. A tal proposito, la timidezza è risultata essere un predittore rilevante per le intenzioni di acquisto dei sex robots da parte degli uomini. Per quanto concerne la differenza di genere, le donne si sono dimostrate più riservate rispetto agli uomini e le loro valutazioni complessive sono state particolarmente negative nei confronti dei robot sessuali rispetto a quelli infermieristici.

I risultati hanno confermato che avere una propensione per anime, manga, giochi e attività al chiuso può portare ad una relazione significativamente positiva con il fascino per tutte e tre le tecnologie esaminate, evidenziando come entrare in mondi immaginari possa portare ad una maggiore accettazione delle tecnologie in generale (cfr. Mara & Appel, 2015; Appel et al., 2016).

Un numero crescente di giovani sembra preferire mondi immaginari a quelli reali, amici virtuali a quelli fisici e, come indicato dalla presente ricerca, robot sessuali a partner umani, pertanto le ricerche future dovranno tenere in considerazione le origini e i meccanismi alla base di queste tendenze.

 

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