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“I nonni sono fatti per amare e aggiustare le cose”

Un contatto stretto con i nonni comporta benefici legati ad esempio ad una maggiore stabilità e ad una continuità nelle relazioni di attaccamento

Di Tatiana Pasino

Pubblicato il 13 Dic. 2021

Un numero crescente di bambini vive con i nonni, figure che spesso contribuiscono a tempo pieno alla loro educazione (Dare et al., 2019).

 

L’assistenza da parte dei nonni rappresenta una delle forme di cura e di crescita più rapida (Horner et al., 2007; McHugh e Valentine, 2011) e l’aumento di tale supporto dipende da differenti variabili che, nei casi più gravi, riguardano abusi o abbandono dei minori, utilizzo di sostanze, patologie mentali o incarcerazione dei genitori (Backhouse e Graham, 2013; Baldock, 2007; Dunne e Kettler, 2007; Hay et al., 2007). Un contatto stretto con i nonni comporta benefici legati ad una maggiore stabilità, ad una connessione con i membri della famiglia e ad una conseguente continuità nelle relazioni di attaccamento (Cuddeback, 2004; Dare et al., 2019). A lungo termine, si osserva una propensione maggiore alla partecipazione di attività istruttive e lavorative (Dare et al., 2019).

Punti di forza dei nonni

Gli unici a pubblicare una revisione completa sulla letteratura dei nonni furono Hayslip e Kaminski (2005), autori che analizzarono i costi e i benefici della crescita di un nipote, insieme all’eterogeneità dei nonni e al loro bisogno di sostegno sociale. Dopo aver rivisto la letteratura gerontologica dal 2004, Hayslip e colleghi (2019) indagarono nuove aree per dare un contributo al ruolo di queste persone che tutt’oggi crescono i nipoti. Nello specifico, vengono enfatizzati i punti di forza dei nonni, le diversità di questi ultimi, i contesti sociali-interpersonali e culturali, le abilità genitoriali, le relazioni familiari, il disagio psicologico provato in alcuni casi e gli interventi validati per fronteggiarlo. Hayslip e colleghi (2019) sottolinearono la natura e l’influenza positiva dell’educazione di queste figure che sono viste come modelli, supporti, insegnanti comunicativi e protettivi (Dolbin-MacNab e Keiley, 2009; Dolbin-MacNab et al., 2009). Un’altra caratteristica evidenziata dagli autori è la forza manifestata dalla resilienza (Hayslip e Smith, 2013; Zauszniewski, Musil e Au, 2013) e dall’insegnamento della ricerca di benefici (Castillo et al., 2013). Nello specifico, si è visto come la resilienza sia mediatrice della relazione tra stress e funzionamento psicosociale dei nonni, nonché fonte di riduzione dei fattori di rischio come l’isolamento sociale (Hayslip et al., 2013).

Le differenze tra i nonni

Una questione continua sulla comprensione del ruolo dei nonni riguarda la diversità tra di loro, sia in termini culturali che individuali (Hays, 2008; Hayslip e Patrick, 2006). A loro volta, le differenze possono essere correlate a fattori contestuali come la possibilità di avere una sicurezza economica: rispetto ad altri gruppi etnici, gli afroamericani hanno maggiori probabilità di mantenere i nipoti più a lungo, con un conseguente aumento del rischio di povertà (Baker e Silverstein, 2008). Essere nonni non sempre è un compito facile, in quanto risulta difficile per le persone che non hanno allevato figli per anni oppure che hanno riscontrato difficoltà nel farlo (Hayslip et al., 2019). Altre esperienze stressanti possono essere provate dai nonni in caso di povertà, minoranza etnica, problemi psicologici come ansia e depressione (Collins, 2011). Lo stress psicologico solitamente è associato alla necessità di ricoprire ruoli multipli simultaneamente (ad esempio, lavoratore, volontario, nonno), all’assistenza attuale necessaria e ricevuta (Baker e Silverstein, 2008), alla natura del rapporto tra nonno e nipote che muta e alla perdita delle relazioni sociali (Gerald, Landry-Meyer e Roe, 2006). Sono stati riconosciuti molti studi legati all’efficacia di gruppi di sostegno, corsi di potenziamento, programmi educativi e interventi di promozione della salute per poter aiutare queste figure preziose nella crescita dei loro nipoti e per migliorare il loro benessere psicologico e sociale (Collins, 2011; Brintnall-Peterson et al., 2009; Kelley, Whitley e Sipe, 2007; Kelley et al., 2013; Kicklighter et al., 2007). Ad esempio, KinNet è un progetto finanziato nel 2000 da parte dell’Adoption and Safe Families Act che istituisce una rete nazionale di gruppi di sostegno per i nonni, mentre l’Associazione Americana di Pensionati (Association of Retired Persons; AARP, 2003) ha un database composto da informazioni online su gruppi di sostegno utili per indirizzare le proprie esigenze emotive, legali e finanziarie (Hayslip et al., 2019). Data l’importanza di queste figure e il notevole per il contributo che viene dato, cercare di integrare le conoscenze sui nonni e sull’educazione dei nipoti è utile per aggiornare gli operatori e per cercare di dare un aiuto consistente.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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