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Catcalling: dinamiche di potere e scopi comunicativi

Il catcalling genera significativi effetti negativi sulle vittime, come reazioni fisiche, emotive e psicologiche. Cosa spinge gli uomini a metterlo in atto?

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 12 Nov. 2021

Lo studio di Del Greco (2020), ha indagato le motivazioni degli uomini, il livello di tolleranza e il ruolo del potere nel fenomeno del catcalling.

 

Il fenomeno del catcalling

La crescente consapevolezza riguardo le molestie di strada le ha rese oggetto di plurimi dibattiti pubblici e culturali. Le molestie di strada sono generalmente definite come il subire attenzioni sessuali indesiderate da parte di estranei in contesti pubblici. Il catcalling, in particolare, coinvolge gli uomini che usano comportamenti verbali e non verbali per commentare l’aspetto fisico di una donna in modo da oggettivizzarla. Tali comportamenti possono includere l’utilizzo di un linguaggio volgare, fischi, sguardi, gesti e avances sessuali (Farmer, Smock Jordan, 2017). Il catcalling genera significativi effetti negativi sulla vita delle vittime, tra i quali reazioni fisiche, emotive e sintomi psicologici. I sintomi fisici generalmente riportati includono tensione muscolare, problemi di respirazione, vertigini e nausea (Tran, 2015). Inoltre, le donne affermano di avere una rilevante paura legata a un possibile danno fisico come la violenza sessuale (MacMillan et al., 2000). L’interiorizzazione dei sentimenti di invasione, di umiliazione e la paura associata alle esperienze di molestie sono precursori di rabbia repressa, depressione e ansia (Chhun, 2011). L’insieme di questi esiti induce le donne a valutare i loro dintorni, cambiare i modelli di socializzazione, limitare le scelte di abbigliamento e persino evitare certi quartieri o percorsi (Kearl, 2009). Così, gli effetti delle molestie di strada si ripercuotono in ambito fisico e psicologico, portando con sé conseguenti cambiamenti comportamentali. Tali cambiamenti suggeriscono che alla base delle molestie di strada possono esserci questioni di potere. È importante indagare tuttavia l’intento comunicativo alla base del catcalling per comprendere appieno la gamma di ragioni per cui alcuni uomini possono partecipare a tale fenomeno. Per esempio, è possibile che alcuni uomini non agiscano guidati dalla detenzione di potere ma, piuttosto, siano annoiati o credano di esprimere un complimento nei confronti della vittima. L’attitudine degli uomini ad impegnarsi nelle molestie di strada può variare in accordo con i loro sentimenti verso le molestie sessuali.

Uno studio sulle motivazioni sottanti il catcalling

Lo studio di Del Greco (2020), ha indagato le motivazioni degli uomini, il livello di tolleranza e il ruolo del potere nel fenomeno del catcalling.

Il campione dello studio era composto da 348 studenti americani, di cui 143 uomini e 205 donne mediamente ventenni di diverse etnie. Sono state utilizzate due diverse raccolte di questionari, una esclusivamente per gli uomini e un’altra per le donne, ciascuna con item personalizzati per analizzare il fenomeno da due prospettive differenti. I partecipanti hanno compilato una sezione sui comportamenti di molestie di strada, una sui tentativi di controllo e presa di controllo, una riguardo al potere di genere ed una sezione per indagare i motivi comunicativi. La frequenza e desiderabilità delle molestie di strada è stata misurata utilizzando una lista composta da 28 possibili comportamenti di molestie di strada creata da Sullivan (2011). Per quanto riguarda la seconda variabile presa in considerazione, ovvero i tentativi di controllo e presa di controllo, è stata utilizzata una lista di 18 possibili risposte alle molestie di strada (ad esempio “sorridere”, “iniziare a parlare” “fare brutti gesti”). Agli uomini è stato chiesto di indicare quali comportamenti desiderassero come risposta al catcalling, alle donne è stato chiesto di pensare al ricordo più recente legato al catcalling ed indicare quali comportamenti pensavano che il loro molestatore volesse ottenere e quali abbiano effettivamente messo in atto. Per quanto riguarda le credenze sul potere è stato utilizzato un solo item derivato da una scala creata da Dunbar ed Abra (2010), ovvero la domanda “chi ritieni abbia più potere in una relazione?”. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare quale genere avesse più potere secondo loro, in una scala in cui 1 equivaleva “al genere opposto”, 2 equivaleva ad “uguale potere” e 3 indicava “il mio genere”. Per analizzare gli scopi di comunicazione è stata utilizzata la “Interpersonal communication motives scale” (Rubin et al.,1988). Questa scala valuta gli scopi comunicativi ed include 28 item suddivisi in sei categorie: piacere, affettività, inclusione, svago, relax e manipolazione. La tolleranza alle molestie sessuali è stata indagata utilizzando la “Mazer and Percival’s scale” (1989), composta da 19 affermazioni a cui ad ogni soggetto del campione maschile era chiesto di attribuire il suo grado di accordo da 1 (completamente in disaccordo) a 7 (completamente d’accordo). Infine, è stata misurata la desiderabilità sociale utilizzando una versione a 10 item della “Marlowe-Crowne Social Desirability Scale” (Crowne & Marlowe, 1960; Strahan & Gerbasi, 1972) per capire quanto potesse influire sulle risposte date dai partecipanti.

Dallo studio condotto da Del Greco (2020), è emerso che il 78% degli uomini intervistati ha avuto atteggiamenti molesti in strada e di questi l’87% lo ha fatto con l’intento di modificare in qualche modo il comportamento della vittima. In generale, la maggior parte degli uomini vorrebbe che le donne rispondessero alle molestie di strada in modo più positivo, ad esempio sorridendo o iniziando una conversazione. Sembrerebbe dunque che le molestie di strada siano spesso utilizzate dagli uomini come tentativo di controllo. In questo caso, se la donna ha la percezione di avere uguale potere, è più frequente che la stessa metta in atto un tentativo di contro controllo, mentre la frequenza diminuisce se la donna crede di avere un potere inferiore rispetto all’uomo. La ricerca suggerisce che gli uomini hanno più probabilità di avere una maggiore tolleranza alle molestie sessuali quando hanno forti convinzioni sui ruoli di genere tradizionali, hanno un alto grado di dominanza sociale, hanno un alto grado di mascolinità e atteggiamenti ostili verso le donne o di stampo sessista (Glick & Fiske, 1997). Anche il contesto sembra influenzare il fenomeno: è molto probabile che chi molesta in strada non attuerebbe lo stesso comportamento in un ambiente domestico o lavorativo per via delle dinamiche relazionali in corso (Dunbar, 2004). Per quanto riguarda gli scopi legati a questo fenomeno, la motivazione più frequente risulta essere il desiderio di affettività, seguita da piacere, inclusione, svago, relax e manipolazione. Inoltre chi compie catcalling non lo percepisce come esperienza negativa e non si aspetta reazioni negative. Dal punto di vista delle donne è emerso che le motivazioni che potrebbero trovarsi alla base delle molestie sono: piacere, controllo, svago, inclusione, relax e desiderio di affettività.

I dati raccolti dimostrano che le donne sono colpite gravemente dalle conseguenze di questi comportamenti (Fairchild & Rudman, 2008). Pertanto, una maggiore educazione in merito ai sentimenti e alle esperienze delle donne potrebbe ridurre significativamente la comunicazione disfunzionale, la confusione, la paura e la violenza.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Chhun, B. (2011). Catcalls: Protected speech or fighting words. Thomas Jefferson Law Review, 33, 273–295.
  • Crowne, D. P., & Marlowe, D. (1960). A new scale of social desirability independent of psychopathology. Journal of Consulting Psychology, 24, 349–354.
  • DelGreco, M., Ebesu Hubbard, A. S., & Denes, A. (2020). Communicating by Catcalling: Power Dynamics and Communicative Motivations in Street Harassment. Violence Against Women, 27(9), 1402–1426.
  • Dunbar, N. E. (2004). Theory in progress: Dyadic power theory: Constructing a communication based theory of relational power. Journal of Family Communication, 4, 235–248.
  • Dunbar, N. E., & Abra, G. (2010). Observations of dyadic power in interpersonal interac- tion. Communication Monographs, 77, 657–684.
  • Fairchild, K., & Rudman, L. A. (2008). Everyday stranger harassment and women’s objectifi- cation. Social Justice Research, 21, 338–357.
  • Glick, P., & Fiske, S. T. (1997). Hostile and benevolent sexism: Measuring ambivalent sex- ist attitudes toward women. Psychology of Women Quarterly, 21, 119–135. https://doi. org/10.1111/j.1471-6402.1997.tb00104.x
  • Kearl, H. (2009). Always on guard: Women and street harassment. American Association of University Women, 103(1), 18–20.
  • MacMillan, R., Nierobisz, A., & Welsh, S. (2000). Experiencing the streets: Harassment and perceptions of safety among women. Journal of Research in Crime and Delinquency, 37, 306–322.
  • Mazer, D. B., & Percival, E. F. (1989). Ideology or experience? The relationships among per- ceptions, attitudes, and experiences of sexual harassment in university students. Sex Roles, 20, 135–147.
  • Farmer, O., & Smock Jordan, S. (2017). Experiences of Women Coping With Catcalling Experiences in New York City: A Pilot Study. Journal of Feminist Family Therapy, 29(4), 205–225.
  • Rubin, R. B., Perse, E. M., & Barbato, C. A. (1988). Conceptualization and measurement of interpersonal communication motives. Human Communication Research, 14, 602–628.
  • Strahan, R., & Gerbasi, K. C. (1972). Short, homogeneous versions of the Marlowe-Crowne Social Desirability Scale. Journal of Clinical Psychology, 28, 191–193.
  • Sullivan, H. B. (2011). “Hey lady, you’re hot!” Emotional and cognitive effects of gender- based street harassment on women [Unpublished doctoral dissertation]. Indiana University of Pennsylvania.
  • Tran, M. (2015). Combatting gender privilege and recognizing a woman’s right to privacy in public spaces: Arguments to criminalize catcalling and creepshots. Hastings Women’s Law Journal, 26, 185–206.
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