Si è tenuto a Bologna e in modalità online, dal 16 al 19 Settembre, il XX Congresso Nazionale SITCC (Società Italiana Terapia Cognitivo Comportamentale). Pubblichiamo per i nostri lettori il report della seconda e terza giornata.
La seconda e terza giornata del congresso della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), conclusosi domenica 19 settembre a Bologna, ha mostrato maggiore varietà rispetto alla giornata inaugurale. Mentre la prima aveva privilegiato le passioni tipiche della SITCC, l’interesse per gli aspetti interpersonali, evolutivi ed evoluzionistici, nelle giornate successive sono emersi temi alternativi. Abbiamo potuto assistere così a una presentazione di Nicola Petrocchi, Nicola Marsigli, Emanuele Rossi e Fabrizio Didonna sul processualismo di terza ondata, un argomento che per la SITCC rimane un oggetto misterioso e sempre un po’ sottovalutato. E infatti il discussant Giorgio Rezzonico ha ammesso nel suo commento che in passato lui ha nutrito opinioni perplesse su questi nuovi sviluppi.
La sessione successiva ha visto un ritorno ai cavalli di battaglia, il confronto tra Bruno Bara e Giancarlo Dimaggio sulle principali direzioni che sta intraprendendo la SITCC: quella relazionale e interpersonale rappresentata da Bara e quella esperienziale e corporea di Dimaggio. Rimane in Dimaggio un’attenzione per il sintomo che ne denuncia in lui il permanere di un marchio cognitivo più evanescente in Bara.
Segue Marco del Giudice con un modello neurobiologico ed evoluzionista che prosegue il modello di Liotti, a conferma un’altra passione della SITCC, quella per gli aspetti viscerali della cognizione. Nel pomeriggio Mancini nella sua plenaria ha parlato di accettazione, proponendo la sua personale sintesi tra cognitivismo classico e processualismo di terza ondata. Su questa riga ha proseguito il simposio successivo, dedicato alle linee guida e alle buone pratiche evidence based, che talvolta sono vissute con un certo disagio nella SITCC ma che invece in questo caso hanno prodotto una panoramica esauriente della situazione, con Giovanni Fassone che ha parlato delle linee guida NICE per la depressione, Giuseppe Nicolò per il disturbo di personalità borderline e antisociale e Mario Reda per i disturbi di personalità mentre Mancini che ha portato dei dubbi sul verdetto di Dodo e battendosi per gli effetti specifici e infine Dimaggio e Farina hanno fatto da discussant.
La domenica mattina ha presentato gli ultimi strascichi di un congresso ricco, con Bara e Reda che si sono confrontati su una simulazione del caso, una modalità sempre stimolante con Bara di nuovo riproponendo il suo stile interpersonale mentre Reda più attento alla ricostruzione della storia di vita e dei significati personali. Il simposio di Farina, Veglia e Lambruschi ha proposto riflessioni sul trauma, raccomandando un benvenuto ridimensionamento del concetto, ultimamente estesosi troppo. Infine in chiusura, una discussione sul rapporto tra identità e integrazione, con Giancarlo Dimaggio, Silvio Lenzi, Francesco Sibilia e me stesso a discutere un po’ e un po’ a essere d’accordo che, nel bene e nel male, l’identità della terapia cognitiva in fondo è quella di una terapia integrativa.