Un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra e della Hebrew University di Gerusalemme ha recentemente pubblicato, sulla rivista Science, i risultati di uno studio che ha permesso di descrivere la struttura ed il funzionamento del recettore per la melanocortina (MC4). Questo viene considerato l’interruttore cerebrale della sazietà.
Le melanocortine sono ormoni peptidici e sono stati individuati cinque recettori a cui queste molecole si legano. I recettori MC3 ed MC4 sono localizzati nel sistema nervoso centrale, in particolare nelle regioni ipotalamiche deputate al controllo energetico (Merkestein M., Adan RA, 2009).
Alcune ricerche evidenziano il legame esistente tra la mutazione di tali recettori e la comparsa di obesità (Bell G, Walley AJ, Froguel P. 2005; Santini F, Maffei M, Ceccarini G et al. 2004).
Lo studio, condotto dalla Queen Mary University in collaborazione con La Hebrew Univerity (Israeli H., Degjtiarik O., Fierro F. et al. S 2021), utilizzando le tecniche di microscopia elettronica criogena, ha permesso di descrivere la struttura tridimensionale del recettore MC4 ed il suo funzionamento.
I ricercatori hanno identificato i punti di accesso che contraddistinguono questo recettore, differenziandolo dagli altri della stessa famiglia. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo del setmelanotide, un agonista del recettore MC4 (Markham A. 2021). Inoltre lo studio ha messo in evidenza che il calcio favorisce il legame tra l’ormone ed il recettore inducendo sazietà e che, sempre il calcio, interferisce con la grelina, nota come ormone della fame, riducendone l’attività (Efthimia Karra, Owen G.O’Daly, Agharul I. Choudhury et al. 2013).
Negli ultimi anni, la sperimentazione farmacologica si è indirizzata verso lo sviluppo di farmaci per il trattamento dell’obesità che agiscono a livello cerebrale (Bray GA 2014). La scoperta della struttura e del funzionamento del recettore MC4 apre la strada alla realizzazione di molecole anti-obesità in grado di legarsi esclusivamente a questo recettore, così da evitare la comparsa di effetti avversi dovuti all’attivazione di altri recettori dello stesso genere.
L’obesità è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “un’epidemia globale”, proprio perché il numero di obesi è in continua crescita; per questo è necessario comprendere quali sono i meccanismi alla base di questa condizione clinica che si accompagna ad un aumento del rischio cardiovascolare e della mortalità (Lawlor DA, Lean M, Sattar N. 2006).