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La storia di Charles McGill, prestigioso avvocato affetto da Radio-Fobia. Analisi in chiave clinica del racconto tratto dalla serie televisiva “Better call Saul”

Charles McGill, personaggio di Better call Saul, soffre di ipersensibilità elettromagnetica ma di cosa si tratta e come si colloca nella sua storia di vita?

Di Rachid El Khatabi

Pubblicato il 30 Set. 2021

Nel corso dell’articolo proverò a raccontarvi la storia di Charles McGill, osservandone con leggerezza gli aspetti più umani e caratteristici, la sua relazione particolare con il fratello James, e cercherò infine di delineare un breve quadro clinico che descriva e spieghi alcuni dei sintomi e dei comportamenti raccontati.

Attenzione – L’articolo contiene spoiler!

 

Introduzione

Viviamo in un periodo storico dove la pandemia ha influenzato negativamente molte delle nostre abitudini, costringendoci a chiuderci in casa e ad evitare il più possibile l’esposizione all’ambiente esterno e alle relazioni interpersonali. Per fortuna la situazione sembra destinata a migliorare e la speranza di riappropriarci delle nostre sane abitudini ci appare sempre più realizzabile.

Purtroppo però ci sono persone che erano costrette a rimanere chiuse in casa già prima della pandemia e che lo rimarranno anche al termine della stessa poiché sono colpite da qualche forma di psicopatologia che ne compromette le capacità sociali e lavorative.

Non è così facile sentir parlare di casi del genere all’interno del mondo dei mass-media poiché è ancora presente un certo grado di ignoranza e vergogna rispetto a questo tema (sia da parte dei giornalisti che da parte delle persone portatrici del disagio).

Purtroppo però, chi come me lavora nel settore della salute mentale, può testimoniare come il numero di persone coinvolte in queste gravi forme psicopatologiche è più alto di quello che generalmente si crede.

È importante dunque sdoganare il tema della malattia mentale senza tuttavia fare troppa pressione sulle persone coinvolte e “costringerle” a mettersi in gioco personalmente.

Ma è davvero possibile raggiungere questo compromesso?

La risposta sembra essere affermativa e, come spesso accade, anche in questo caso l’arte e lo spettacolo possono venirci in aiuto.

Obiettivo e contenuto dell’articolo

Proprio durante la scorsa quarantena, ho avuto modo di guardare la famosa serie televisiva dal titolo “Better call Saul”, lo spin-off/prequel dell’ancora più conosciuta serie tv “Breaking Bad”, trasmesse entrambe su Netflix. Sono delle serie tv che non hanno assolutamente nulla a che vedere con il tema della salute mentale, tuttavia in “Better call Saul” è stato dedicato molto spazio alla narrazione della vita di Charles McGill, prestigioso avvocato di successo affetto da una grave forma di “Ipersensibilità Elettromagnetica”.

Nel corso dell’articolo proverò a raccontarvi la storia di Charles, osservandone con leggerezza gli aspetti più umani e caratteristici, la sua relazione particolare con il fratello James, e cercherò infine di delineare un breve quadro clinico che descriva e spieghi alcuni dei sintomi e dei comportamenti raccontati.

Due piccole precisazioni prima della lettura

  • L’articolo contiene numerosi spoiler della serie tv;
  • Il presente lavoro ha uno scopo di intrattenimento e non è da intendersi come un articolo scientifico poiché le informazioni su cui baserò alcune delle considerazioni cliniche sono parziali e frutto della mia libera interpretazione dell’opera televisiva.

Informazioni sulla vita di Charles McGill

Charles McGill, detto Chuck, ha 57 anni ed è il socio fondatore di uno dei più grandi e influenti studi legali di Albuquerque (USA). Vive da solo da diversi anni dopo aver divorziato da Rebecca. Nell’ambiente lavorativo è molto apprezzato per le sue doti diplomatiche, la sua lunga esperienza, la dedizione alla legge, che studia e pratica con professionalità, ma soprattutto per la sua rettitudine morale.

Chuck è il fratello maggiore di James, detto Jimmy (protagonista della serie), anche lui avvocato, ma caratterialmente agli antipodi del fratello maggiore.

Jimmy ha sempre vissuto di espedienti. A differenza di Chuck è inaffidabile ed imprevedibile. Non si fa troppi scrupoli ad infrangere la legge pur di continuare la sua improbabile scalata al successo. Jimmy è una persona molto ambiziosa e disposta proprio a tutto. Puntualmente si mette nei guai e per uscirne ha spesso bisogno dell’aiuto dei suoi cari, incluso Chuck, che è sfiancato ed irritato da questi ripetuti comportamenti inappropriati da parte del fratello minore. Chuck infatti ha passato la sua intera vita a cercare di rimediare agli errori di Jimmy, ad esempio tirandolo fuori dal carcere e dandogli una grande opportunità lavorativa come addetto allo smistamento della posta nel suo studio legale.

Tuttavia, andando avanti con la serie, si scoprirà che Chuck nei confronti di Jimmy non ha agito sempre e solo guidato dall’amore fraterno, anzi, ha segretamente e per lungo tempo messo i bastoni tra le ruote a Jimmy, soprattutto rispetto al suo tentativo di avanzare nella carriera di avvocato, poiché non crede abbia meritato questo titolo e possa in alcun modo onorare la professione.

Chuck certamente prova dei sentimenti negativi nei confronti di Jimmy, sentimenti che poi nella serie tv saranno esplicitati e che comprendono principalmente l’odio (perché considera suo fratello responsabile della malattia e della successiva morte prematura del padre) e invidia (non capisce perché Jimmy, nonostante il suo agire da incosciente, susciti negli altri una certa forma di simpatia e venga apprezzato da molte persone, inclusa la sua ex-moglie Rebecca).

La malattia

Chuck da circa 2 anni soffre di una condizione che viene comunemente definita ipersensibilità elettromagnetica e consiste in un insieme di sintomi fisici e psicologici, che le persone le quali si dichiarano affette da tale condizione attribuiscono all’esposizione a campi elettromagnetici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità però non ha riconosciuto questa condizione come una malattia poiché mancano le evidenze scientifiche e sembrerebbe piuttosto trattarsi di uno stato di disagio psicologico che prende la suddetta forma.

È importante precisare, però, che la “battaglia” sul riconoscimento o meno di tale malattia non è ancora conclusa e che in tutto il mondo esistono associazioni di persone affette da questa che considerano una vera e propria malattia, e lottano affinché essa venga riconosciuta anche dall’OMS come tale.

Riguardo al nostro Chuck, però, non sembrano esserci grossi dubbi, il suo è un problema di natura psichica. Lo si può affermare poiché, oltre ad essersi sottoposto a numerosi esami medici oggettivi ottenendo sempre esito negativo, Chuck è stato più volte astutamente ingannato, facendolo venire a contatto, a sua insaputa, con delle forti fonti elettromagnetiche e si è visto che esse non gli provocavano reazioni di alcun tipo, dimostrando di fatto la natura psicologica del problema, anche se Chuck si rifiuterà di accettarlo.

Ad ogni modo, la natura psicologica del problema non significa che esso sia meno grave, tant’è che il disturbo diventa progressivamente sempre più invalidante, conducendo a momenti di forte crisi, tali da rendere necessari dei ricoveri ospedalieri. Inoltre, il ritiro sociale e lavorativo di Chuck, è ormai un fatto consolidato (sono passati 18 mesi da quando si è messo in aspettativa dal lavoro) e le persone a lui più vicine fanno di tutto per dargli una mano e supportarlo in questa sua difficoltà.

Chuck presso la sua abitazione ha disdetto la fornitura di energia elettrica. Ha eliminato ogni oggetto che funzioni con una batteria o che possa produrre campi elettromagnetici. Chiunque voglia entrare in casa sua deve lasciare tutti i dispositivi dotati di batteria nella cassetta della posta collocata a molti metri di distanza dall’abitazione. Inoltre l’ospite prima di entrare in casa deve “decontaminarsi” toccando con il dito un marchingegno creato ad hoc che scarica a terra l’eventuale energia elettrostatica accumulata nel corpo umano.

Chuck vive nel buio e nella solitudine, ma non sembra rammaricato per questo, per lui la cosa più importante è proteggersi dalle radiazioni poiché i sintomi che accuserebbe sarebbero troppo intensi e dolorosi ed è convinto che possano condurlo alla morte. Quando ha provato ad uscire di casa o quando è stato costretto a venire a contatto con dei campi elettromagnetici, ha avvertito una lunga serie di fastidiosi sintomi: intorpidimento, dolore o sensazione di formicolio agli arti, sensazione di bruciore cutaneo, tachicardia, sudorazione, tremore, acufene, vista annebbiata, nausea e vertigini con tendenza all’instabilità e allo svenimento.

Passa le sue giornate monotone leggendo libri e giornali illuminato da una piccola lanterna a gas. Ogni tanto suona il pianoforte. Il cibo è conservato in una grande scatola termica che ogni giorno ha bisogno di essere riempita con del nuovo ghiaccio. Da quando ha saputo che in città hanno installato dei nuovi generatori elettrici, spesso accusa dei blandi sintomi della sua “malattia” e ha bisogno di coprirsi con una coperta isotermica attingendo dalla sua vasta scorta di materiale radio-protettivo.

Chuck però non è del tutto solo, tutti i giorni Jimmy va a fargli visita consegnandogli la spesa, il ghiaccio e il giornale. Jimmy è estremamente premuroso nei confronti di Chuck, lo assiste con rispetto, pazienza e una preservata ammirazione nei suoi confronti. Non è del tutto convinto della natura medica del disturbo di Chuck, tuttavia lo rispetta e forse lo teme troppo per dirglielo esplicitamente, anche se spesso lo invita ad uscire di casa e a smetterla di prendere tutte quelle precauzioni. Chuck approfitta delle visite che Jimmy gli fa per controllare suo fratello minore e assicurarsi che non si metta in guai troppo grossi come è solito fare.

Anche il suo amico di vecchia data, nonché socio in affari Howard, frequentemente si reca da Chuck per fargli un saluto, aggiornarlo sull’andamento dello studio legale di cui condividono la proprietà e per ribadirgli la sua stima e la sua vicinanza e disponibilità sia in termini professionali che affettivi.

I sintomi riflettono l’andamento della vita relazionale di Chuck

Il problema di Chuck ha degli alti e bassi. Ci sono momenti in cui sembra stare meglio ed altri in cui peggiora drasticamente. Vediamone alcuni esempi.

Un giorno Jimmy, dopo essere finito sui giornali locali per una bravata delle sue, con l’intento di non far preoccupare Chuck decide di inventarsi una scusa e di non consegnare tale giornale al fratello. Chuck non se la beve, capisce che c’è qualcosa che non va e, armandosi di coraggio (e coperta isotermica), decide di uscire di casa, seppure solo per qualche secondo, e di “rubare” il giornale dei suoi vicini. Una volta letta la notizia Chuck sta male e nel suo volto si legge una grande tristezza e preoccupazione. I sintomi della sua malattia sembrano peggiorare.

La situazione però è destinata ad aggravarsi ulteriormente poiché i vicini di casa hanno avvertito la polizia del furto del giornale e due agenti si recano immediatamente presso l’abitazione di Chuck, che non è assolutamente disposto ad aprire se prima i due poliziotti non si sottopongono al solito iter di decontaminazione. I poliziotti ritengono di non poter assecondare la richiesta di Chuck e agiscono con la forza sfondando la porta e usando il taser contro di lui.

Non riesco ad immaginare arma più letale che il taser per una persona che si ritiene affetta da ipersensibilità elettromagnetica.

Di fatto Chuck finisce in ospedale, dove viene visitato dalla Dott.ssa Cruz, psichiatra, che si rende subito conto della gravità del problema di Chuck. La Dottoressa informa i familiari sulla natura di tipo psicologico del problema e propone un ricovero perché, nonostante descriva Chuck come una persona estremamente colta ed intelligente, ritiene che le sue attuali condizioni di vita mettano a repentaglio la sua e altrui incolumità. Jimmy decide di non accettare il ricovero assecondando la volontà di Chuck, che si rifiuta categoricamente di riconoscere la natura psicologica del problema.

Tornati a casa, Jimmy farà una sentita promessa a Chuck, per il bene di suo fratello d’ora in avanti eviterà di combinare altri guai. “Miracolosamente” Chuck comincia subito a sentirsi meglio e nei giorni a seguire proverà a suo modo ad affrontare il problema uscendo sempre più spesso fuori di casa e cercando di crearsi una progressiva tolleranza alle onde elettromagnetiche.

La risalita

Ha inizio il periodo migliore per Chuck da quando si è ammalato. Jimmy lo convince a collaborare con lui ad una causa e Chuck riacquista entusiasmo e crescente voglia di rimettersi in gioco a livello lavorativo.

Chuck comincia a tornare a lavoro presso lo studio legale di cui è socio fondatore, anche se, le poche volte che lo fa, deve mettersi in moto una vera e propria macchina di prevenzione. Chuck infatti prima di recarsi a lavoro esige ed ottiene che vengano staccati i contatori e ritirati tutti i dispositivi elettronici del personale.

Nonostante le bizzarrie che caratterizzano la vita di Chuck, questo è un periodo che potremmo definire di convivenza positiva con la malattia. È vero che la convinzione irrazionale è tuttora presente, ma è altresì vero che la sintomatologia sembra pian piano regredire e che Chuck riesce, seppur con notevole sforzo, a recarsi a lavoro.

La verità viene a galla

Purtroppo proprio sul lavoro succede qualcosa di molto spiacevole. Jimmy viene a sapere che Chuck negli ultimi anni ha agito di nascosto per ostacolare la sua carriera professionale. Ne scaturisce un acceso confronto tra i due fratelli che fa emergere vecchi rancori e risentimenti soprattutto da parte di Chuck nei confronti di Jimmy. La loro incompatibilità caratteriale sembra destinata a far allontanare i due fratelli.

Il conflitto ha inizio

Da questo momento in poi i fratelli McGill cercheranno di evitarsi il più possibile ed entrambi in segreto architetteranno dei modi per ostacolare il successo dell’altro. Ne verrà fuori una gara senza esclusione di colpi ma, si sa, quando c’è da giocare sporco Jimmy non ha rivali ed infatti, facendo letteralmente carte false, riesce a far sì che Chuck risulti colpevole di una grave negligenza lavorativa che gli provocherà un’enorme perdita sia economica che di reputazione.

Chuck tutte le volte che subisce un duro colpo da parte di Jimmy finisce per stare male manifestando una riacutizzazione dei sintomi e ritiro sociale. Questi aggravamenti della salute di Chuck puntualmente determinano un riavvicinamento da parte di Jimmy, che si sente in colpa e non riesce a voltare le spalle al fratello, soprattutto in virtù di questo suo stato di sofferenza psichica. Ma proprio quando Jimmy è spinto da compassione e affetto verso il fratello, Chuck contrattacca e sferra i suoi colpi con astuzia e cinismo arrivando persino a far incarcerare suo fratello.

In questa fase della storia sembra proprio che sia la rivalità con suo fratello Jimmy a rappresentare la principale motivazione per Chuck a riprendersi dalla malattia. Preso dalla “lotta” contro suo fratello, Chuck riesce ormai a svolgere quasi tutte le attività della vita quotidiana: va a lavoro di giorno senza la necessità di prendere misure protettive, è riuscito a tornare in tribunale e partecipa attivamente a tutte le riunioni a cui viene invitato.

Jimmy però, da quando è stato arrestato è cambiato. Adesso non sembra più disposto a perdonare Chuck e a farsi impietosire dalla sua fragilità psicologica. Durante un intervento pubblico di Chuck, Jimmy gli sferra un duro colpo dimostrando davanti a tutti che il problema di Chuck non è frutto di una condizione medica ma bensì di un disturbo mentale.

Questo evento getta Chuck nello sconforto più totale, ma prova ancora a trovare la forza di rialzarsi e decide di contattare la Dottoressa Cruz, con cui inizia un percorso di psicoterapia. Durante uno dei colloqui con la psichiatra, Chuck esprime chiaramente il suo disagio nel cominciare a considerare l’eventualità che sia davvero affetto da un disturbo psichico, di seguito riporto uno stralcio della seduta:

Chuck: ho avuto un incidente. È successo in pubblico, davanti alla gente… È stata la peggiore esperienza della mia vita. Mi è stata data una prova, in pubblico e senza alcuna ombra di dubbio, che c’era una batteria caricata al massimo molto vicina al mio corpo quasi da 2 ore… e non ho sentito niente.

Dott.ssa Cruz: cosa significa per lei?

Chuck: … questa patologia, per me è reale quanto lo è quella sedia, reale come questa casa, reale quanto lei, ma… ma se invece non lo fosse? Se fosse solo nella mia testa? E se così fosse, se non fosse reale… allora che cosa ho fatto?

Grazie al lavoro con la Dottoressa Cruz, Chuck impara sempre di più a gestire i sintomi della sua malattia, ma appena sta per rimettersi in piedi subisce un altro duro colpo da parte di Jimmy e questa volta purtroppo sarà il colpo di grazia.

Epilogo

Jimmy sparge la voce che Chuck sia psicologicamente instabile facendogli aumentare il premio dell’assicurazione professionale. Chuck è intenzionato ad intentare causa contro la Compagnia assicurativa, ma Howard, il suo amico e socio di vecchia data, in questa occasione gli volta le spalle. La storia di amicizia e collaborazione tra i due è arrivata al capolinea. Howard ormai ritiene Chuck non più in grado di portare avanti l’attività lavorativa e, temendo un crollo dell’immagine dello studio legale, prima propone a Chuck di ritirarsi in pensione e poi, di fronte al rifiuto di quest’ultimo, trama contro di lui arrivando ad ottenere, grazie alla maggioranza dei voti degli associati, il suo allontanamento ed estromissione dagli affari dello studio.

Chuck torna a rinchiudersi in casa e, dopo aver avuto l’occasione di parlare per l’ultima volta con Jimmy, si aggrava come mai prima. Arriva a smantellare le pareti della propria abitazione convinto che ci sia nascosta da qualche parte una fonte di onde elettromagnetiche che gli causa enorme dolore.

Chuck si è lasciato andare ed ormai non riesce più a trovare motivazioni per rialzarsi. Una sera, stanco e solo, Chuck guarda i suoi giornali e la sua lampada da campeggio, decide di far divampare un incendio e si lascia morire tra le fiamme.

Questo triste epilogo deve farci riflettere e metterci in guardia da una società dove un individuo preferisce togliersi la vita pur di fare i conti con la malattia mentale, come se questa fosse una colpa, un segno di debolezza o comunque qualcosa di cui vergognarsi.

Analisi in chiave clinica

Non è possibile elaborare una vera e propria diagnosi clinica poiché mancano troppe informazioni rilevanti che non emergono dalla serie tv, ma che invece sarebbe stato necessario approfondire. Tuttavia, ai fini dell’intrattenimento e della divulgazione, nella seguente sezione cercherò di presentare una breve concettualizzazione del caso di Charles McGill da un punto di vista psicologico. I principali riferimenti teorici che seguirò sono:

  • La Teoria dell’Attaccamento di John Bowlby (1972, 1975, 1983)
  • Il Modello Dinamico Maturativo di Patricia Crittenden (2008)
  • La Teoria delle Organizzazioni di Significato Personale di Vittorio Guidano e Giovanni Liotti (1983)
  • Il Modello a 3 Assi per la formulazione del caso secondo la prospettiva cognitivo-costruttivista ed evolutiva di Furio Lambruschi (2018).

Diagnosi descrittiva ed esplicativa

Secondo il DSM-5, che è un manuale pubblicato dall’Associazione Americana di Psichiatria e serve a fare diagnosi seguendo dei parametri oggettivi, Charles McGill sembrerebbe essere affetto da Fobia Specifica con Disturbo Delirante di natura somatica e continuativa.

È un paziente che a lungo è riuscito a sopperire al suo grave disturbo mentale grazie a delle spiccate doti intellettive, culturali e sociali anche se, tuttavia, mostra delle difficoltà metacognitive “in prima persona” ossia delle difficoltà ad osservare e riflettere adeguatamente sulla propria attività mentale.

Nei suoi atteggiamenti si scorge un’organizzazione di Significato Personale di tipo misto Fobica/Ossessiva. Nelle relazioni interpersonali, in particolar modo con le figure affettive più significative, Charles sembra alternare due Strategie di Attaccamento di tipo C-7 (nascostamente minaccioso con l’ossessione per la vendetta) e C-8 (paranoico).

Analisi storica

L’insorgenza della malattia pare collocabile nel periodo immediatamente successivo al divorzio (voluto principalmente da Rebecca per ragioni non specificate). Una crisi relazionale di questo tipo è potenzialmente in grado di produrre uno squilibrio affettivo e richiede una rielaborazione in chiave identitaria che probabilmente Charles non è mai riuscito a fare. Il nostro protagonista non ha avuto modo di integrare quell’esperienza con i suoi contenuti più emotivi, che sono rimasti invece inascoltati. Questo deficit integrativo ha prodotto una disregolazione emotiva “in eccesso” producendo dei sintomi fobici e di ritiro sociale.

Analisi funzionale

Il Disturbo che Charles ha sviluppato probabilmente gli permetteva di spiegarsi la sua solitudine e il suo graduale distacco dalla società come una “scelta forzata” o comunque come un qualcosa che gli era capitato senza che lui ne avesse alcuna responsabilità. Potrebbe essere stato un accomodamento identitario che nel momento in cui è avvenuta la separazione con Rebecca era forse l’unico realizzabile con gli strumenti mentali che Charles possedeva.

La manifestazione spontanea di questi sintomi che Charles con un delirio cercava di spiegarsi, gli consentiva inoltre di “controllare” la relazione con la sua unica figura familiare ancora in vita ossia il fratello James. Abbiamo avuto modo di vedere nel corso del racconto che tutte le volte che Charles stava male, James smetteva di combinare guai e correva da suo fratello maggiore impegnandosi con tutte le sue energie a garantirgli vicinanza e supporto. Quest’ultimo è un aspetto rilevante in chiave clinica poiché consente di produrre una diagnosi funzionale del problema ovvero rispondere alla domanda “quali sono i vantaggi diretti o indiretti che produce il sintomo?” Individuare questi elementi che vengono definiti fattori di mantenimento del problema è fondamentale per risolvere un caso di questo tipo. Non credo sia frutto della coincidenza infatti che la malattia sia peggiorata drasticamente proprio quando James ha smesso di rispondere a queste “chiamate” di Charles che, a quel punto, ha perso il controllo dell’unica strategia che fino ad allora gli aveva permesso di garantirsi la vicinanza affettiva dell’ultima figura d’attaccamento che gli era rimasta.

Intervento clinico

Quando Charles si è rivolto alla psichiatra ha iniziato un percorso di terapia a stampo cognitivo comportamentale che, per mezzo di un lavoro di auto-osservazione su un diario e su delle schede chiamate ABC, gli aveva permesso di cominciare a fronteggiare i sintomi della malattia. Questo è considerato uno degli obiettivi iniziali di una terapia. Il raggiungimento di tale traguardo ha prodotto, come previsto, un aumento dell’autostima e dell’auto-efficacia percepita. Successivamente la terapia avrebbe dovuto pian piano passare ad una fase successiva dove il problema viene affrontato a più ampio raggio, comprendendone le cause scatenanti, facendo emergere delle modalità disfunzionali di lettura del mondo e producendo una profonda conoscenza di sé stessi e della propria storia di vita.

Un lavoro così fatto dovrebbe portare come risultato sia una remissione dei sintomi sia una riduzione della probabilità di ricaduta.

Sfortunatamente Charles non ha avuto l’opportunità di arrivare fino in fondo alla terapia e non sapremo mai come sarebbe andata a finire se quella sera non avesse deciso di accendere un fuoco e spegnere la sua vita.

Conclusione

Ho deciso di raccontare la storia di Chuck perché nella forma, e purtroppo anche nell’epilogo, è simile ad altre drammatiche storie di vita reale. Gli autori della serie TV Vince Gilligan e Peter Gould, con maestria hanno narrato una storia tristemente realistica facendo emergere alla perfezione la personalità e il disagio del protagonista, dimostrandosi sensibili al tema della salute mentale e affrontandolo con coraggio ed originalità.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bowlby, J.1972. Attaccamento e Perdita. 1: L’attaccamento alla madre. Bollati Boringhieri Editore.
  • Bowlby, J. 1975. Attaccamento e Perdita. 2: La separazione dalla madre. Bollati Boringhieri Editore.
  • Bowlby, J. 1983. Attaccamento e Perdita. 3: La perdita della madre. Bollati Boringhieri Editore.
  • Bowlby, J. 1989. Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina Editore.
  • Crittenden, P. M. 2008. Il modello dinamico-maturativo dell’attaccamento. A cura di Landini Andrea. Raffaello Cortina Editore.
  • Guidano, V. e Liotti, G. 1983. Cognitive Processes and Emotional Disorders. The Guilford Press, New York.
  • Lambruschi, F. 2018. Un modello a 3 Assi per la formulazione del caso secondo la prospettiva cognitivo-costruttivista ed evolutiva. Cognitivismo clinico (2018) 15, 2, 145-159.
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