I tassi di prescrizione degli antidepressivi sono molto alti e in continua crescita nonostante l’evidenza di massicci effetti avversi, inclusi sintomi di astinenza.
Recenti dati, indicano che in Italia, il 6% della popolazione ha ricevuto almeno una prescrizione di tali farmaci nell’arco della vita (Agenzia Italiana del Farmaco, 2017). Tassi così alti sembrano essere spiegabili in termini di uso prolungato e di ripetizione della prescrizione, piuttosto che di aumento della depressione o di nuovi pazienti con disturbi dell’umore.
La ricerca di Read e colleghi riporta i dati rilevati da un campione di 752 individui britannici che avevano assunto antidepressivi nei due anni precedenti. Nella sperimentazione, i soggetti hanno completato la Medications for Mental Health Survey, ovvero l’indagine inglese sull’utilizzo di psicofarmaci (Mind, 2019). I risultati della sperimentazione hanno messo in luce le problematiche relative all’uso continuativo e prolungato di psicofarmaci. Sebbene la maggior parte dei partecipanti in esame avesse smesso di assumere antidepressivi (34%) o avesse provato e fallito (36%), di quelli che ancora li assumevano, il 76% lo faceva da almeno un anno e il 36% da cinque anni o più. Il 26% dei soggetti aveva dichiarato di aspettarsi di doverli prendere per sempre, e circa la metà (48%) non aveva fatto revisionare i propri farmaci dal medico ogni tre mesi. La maggior parte dei soggetti (65%) non aveva mai valutato l’interruzione del trattamento farmacologico con il medico prescrittore, infatti quasi la metà di coloro che avevano interrotto i farmaci (45%) lo aveva fatto senza consultare il professionista di riferimento. Tuttavia, la maggioranza di coloro che avevano interrotto le cure dopo aver consultato il proprio medico (65%), aveva riconosciuto il supporto fornito da quest’ultimo. I risultati dello studio di Read sono dunque coerenti con l’idea che alti tassi di utilizzo di antidepressivi siano in gran parte spiegabili dall’uso cronico, che a sua volta è parzialmente spiegato dai sintomi di astinenza.
L’uso cronico di psicofarmaci in numeri così elevati è infatti probabilmente causato dalla comparsa di sintomi di astinenza a seguito dell’interruzione della cura. Infatti, un sondaggio britannico ha rilevato che su 817 persone che avevano interrotto l’assunzione di antidepressivi, il 63% aveva manifestato sintomi di astinenza (Royal College of Psychiatrists, 2012). Tale risultato è stato confermato dal più ampio sondaggio neozelandese di Read, che ha rilevato che il 55% dei soggetti aveva manifestato sintomi di astinenza a seguito della sospensione dello psicofarmaco (Read et al., 2018).
Tali evidenze permettono quindi di ipotizzare che gli antidepressivi possano creare dipendenza. Nel sondaggio di Read e Williams, infatti, il 27% delle persone che utilizzavano antidepressivi aveva riferito di esserne dipendente (Read & Williams, 2018), ed assieme ad esso, numerosissimi studi minori avevano confermato che molti utenti che fanno uso di antidepressivi ritenevano che tali farmaci potessero creare dipendenza (Bogner et al., 2009; Gibson et al., 2014; Hoencamp et al., 2002; Kessing et al., 2005). Una revisione del Nordic Cochrane Center ha inoltre affermato che le reazioni di astinenza dagli antidepressivi siano simili a quelle delle benzodiazepine (Nielsen et al., 2012).
Una soluzione a tale problematica è rappresentata dalle tapering strips, strisce per la sospensione graduale degli antidepressivi che riducono il farmaco a piccole frazioni della dose terapeutica minima, e che sembrano sostenere il consumatore nel processo di interruzione dello psicofarmaco. In un recente studio olandese, il 71% di 895 persone che desideravano interrompere il proprio trattamento a base di antidepressivi è riuscito a ridurre totalmente lo psicofarmaco, utilizzando una media di due strisce in otto settimane (Groot e van Os, 2018). Congiuntamente alle tapering strips, sarebbe auspicabile che i medici prescrittori prestassero attenzione agli aspetti di dipendenza ed astinenza che gli antidepressivi possono causare. Quando si prescrivono antidepressivi, si dovrebbero stabilire rapporti di collaborazione attiva in cui i pazienti siano pienamente informati sugli effetti di dipendenza e astinenza, e dovrebbero anche essere esplorate e valutate le loro opinioni su inizio, fine e durata del trattamento.