Per adottare uno stile di vita sano bisogna mangiare tanto, in modo salutare e bilanciato e per poter comprendere e fare proprie queste indicazioni è importante una vera e propria educazione alimentare.
È risaputo quanto l’adolescenza sia un periodo critico ricco di cambiamenti, soprattutto in relazione al corpo che muta velocemente. In tale fase della vita, il confronto con i coetanei diventa inevitabile, soprattutto in un mondo dominato dai social e dalla voglia di apparire sempre perfetti. È con queste premesse che comincia a farsi largo, insinuandosi, il pensiero martellante di non accettazione di se stessi fino ad arrivare all’odio verso il proprio corpo e inizia così il circolo vizioso delle diete drastiche, convinti che saltando qualche pasto si dimagrisca più velocemente e facilmente.
Purtroppo, diete eccessivamente restrittive o non bilanciate innescano il famoso “effetto yo-yo” (Contreras R. et al., 2019) che porta ad una importante riduzione del proprio peso (non sempre in modo corretto, diminuendo non solo massa grassa, ma anche massa magra e muscolare che invece dovrebbe essere preservata) per poi, nel giro di breve tempo, recuperare i kg persi e anche qualche interesse. Tutto questo non fa altro che peggiorare la gestione dei nutrienti da parte del nostro corpo con una possibile riduzione del metabolismo. Questo processo porta, quindi, a cicli di continua discesa e salita di peso, in modo innaturale e, ovviamente, frustrante.
Perdere peso correttamente significa dare al proprio corpo tutto ciò di cui ha bisogno, ovvero assumere tutti i macro e micro nutrienti (carboidrati, proteine, lipidi, fibre, sali minerali, vitamine e acqua), senza rinunce particolari ma bilanciando correttamente la loro distribuzione nella nostra alimentazione.
Per adottare uno stile di vita sano bisogna dunque mangiare tanto, in modo salutare e bilanciato (CREA, 2018).
Per questi motivi, è importante un’educazione alimentare. Troppo spesso, anche nei contesti scolastici, si dimentica l’importanza del corpo: i bambini, durante l’infanzia, utilizzano il corpo per comunicare, esplorare e scoprire il mondo circostante. Piano piano che il bambino cresce, la scuola inizia a centrare il focus sull’intellettualità, dimenticando la corporeità (Batini F., 2020).
E così, l’adolescente si ritrova con un corpo che continua a crescere e non rimane al passo con la rappresentazione di sé perché vi è “discontinuità tra come ci si sente e come ci si vede” (ibidem). Riteniamo sia fondamentale introdurre un’educazione alimentare per ridare centralità al corpo, per normalizzare i vissuti emotivi tipici adolescenziali, ma soprattutto per prevenire i Disturbi Alimentari. Non è un caso, infatti, che è proprio durante questo periodo che vi è maggiore rischio di sviluppare un Disturbo Alimentare, soprattutto perché si innescano diverse dinamiche sia con i pari che all’interno del sistema familiare: preponderanti diventano le tematiche di paura del giudizio e confronto con i pari (e non solo).
In generale, nelle famiglie con un adolescente con disturbo alimentare sembra prevalere quello che Valeria Ugazio chiama la semantica del potere: “dove c’è chi vince e chi perde, chi ha successo, chi sa imporsi in famiglia e nella comunità e chi invece si arrende. Accanto a ‘vincente/ perdente’, un’altra polarità caratterizza queste famiglie: ‘volontà/arrendevolezza’. Questa seconda polarità è subordinata gerarchicamente alla prima secondo un rapporto mezzo-fine: si è vincenti perché si è volitivi, determinati, efficienti, mentre si è perdenti perché si è passivi, arrendevoli, in balia delle sopraffazioni degli altri” (Ugazio V, 1998-2018).Tuttavia, bisogna fare attenzione alla breve distanza che intercorre tra alimentarsi in maniera sana e alimentarsi in maniera patologica. Il mangiare sano, infatti, può diventare una vera e propria ossessione e ha il nome di ortoressia e sembra prevalere maggiormente negli uomini che nelle donne (Donini et al., 2004).
L’ortoressia è caratterizzata da un pensiero costante rivolto al cibo: cosa mangiare, come prepararlo, pianificare i pasti con largo anticipo, investendo un tempo elevato nella ricerca e acquisto degli alimenti sani. Se qualcosa non va secondo i piani, la persona è pervasa da sensi di colpa, rabbia e umore depresso (Brytek-Matera, 2012).
Dunque, è importante che vi sia più sensibilizzazione su tali tematiche in modo da aiutare i genitori ad aiutare i propri figli quando notano che il cibo sta assumendo sempre più centralità.