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Psichiatria territoriale. Strumenti clinici e modelli organizzativi – Recensione

Il libro Psichiatria territoriale affronta e risponde a quesiti importanti sullo stato attuale dell’intervento nell’ambito pubblico della salute mentale

Di Alina Dohotaru

Pubblicato il 28 Mag. 2021

Il manuale Psichiatria territoriale mette a fuoco pregi e limiti dell’attuale modello organizzativo dei servizi della salute mentale per poi approfondirne l’organizzazione, occupandosi infine della descrizione delle diverse tecniche di intervento

 

Il libro Psichiatria territoriale. Strumenti clinici e modelli organizzativi affronta e risponde a quesiti importanti sullo stato attuale dell’intervento nell’ambito della salute mentale e su come migliorarne le pratiche e l’efficacia, soprattutto nell’ambito pubblico; esso fornisce tuttavia utili indicazioni anche per pratica clinica privata, sia per il suo potere informativo che formativo.

Disponendo di una bibliografia molto recente con puntuali e ampi riferimenti a esperienze nazionali e internazionali, a linee guida, a trattamenti evidence based (EBP) e soprattutto alla real world, il manuale si attesta nella letteratura scientifica come preziosissimo strumento e importante punto di riferimento.

La prima parte del manuale mette a fuoco pregi e limiti dell’attuale modello organizzativo dei servizi della salute mentale, basato sulla diagnosi e sugli interventi evidence based per la riduzione dei sintomi, sottolineano l’importanza di prestare attenzione anche a ciò che sembra più rilevante per i pazienti: risultati esistenziali, sociali e somatici, aspetti che riguardano la resilienza, la riabilitazione, la recovery. Specificamente, un capitolo è dedicato alla diagnosi e uno alla recovery dal punto di vista di vari approcci metodologici.

Tutto ciò richiede inedite iniziative su servizi nuovi, come un istituto di riabilitazione, il sostegno strutturale dei pari, l’assegnazione di alloggio, il collocamento e il sostegno individuale e il dialogo aperto, che potrebbero essere difficili da attuare negli SSM tradizionali.

La complessità costituisce la lente di lettura attraverso cui avviene la valutazione delle vecchie e nuove strategie di intervento, delle diagnosi e della recovery: un approccio e una analisi che fanno continuo riferimento tanto ai costrutti teorici quanto alla vita reale, con i rispettivi punti di forza e debolezza.

La seconda parte è dedicata all’organizzazione dei servizi della salute mentale in Italia, a confronto con il contesto europeo. Viene preso in esame il ruolo dei fattori sociali nella malattia mentale e le implicazioni per la prevenzione e per il trattamento. Nonostante la tendenza nella psichiatria moderna si orienti verso l’incremento degli interventi territoriali e la diminuzione dei ricoveri, la situazione italiana deve ancora affrontare alcuni punti critici che vengono presi in esame nel testo per poi proporre nuovi modelli possibili.

Viene anche individuata con chiarezza la necessità di innovazione rispetto alla misurazione dell’efficacia dei trattamenti: in luogo della check-list dei sintomi viene indicata l’opportunità di riferirsi a advocacy e recovery, connessione, ottimismo, identità personale, significato personale nella vita, empowerment, assunzione responsabile dei rischi e capacità di fronteggiare le sfide.

In questa prospettiva, viene dedicato un capitolo per l’organizzazione di ogni forma di servizio: DSM, servizi territoriali CSM, interventi riabilitativi sul territorio, SPDC e day hospital, REMS, salute mentale in carcere, con attenzione particolare alle raccomandazioni evidence based.

La terza parte del manuale si occupa della descrizione di diverse tecniche di intervento, introdotte dall’analisi del concetto di integrazione in medicina e psichiatria e dalla descrizione degli interventi psicosociali integrati evidence based e i loro outcome, in paragone con gli interventi singoli: con riferimento sia alla teoria che al mondo reale. Il testo espone i nuovi modelli di training delle abilità sociali per la schizofrenia.

Viene inoltre dedicato spazio alla Cognitive Remediation nelle sue più recenti forme, agli interventi psicoeducativi per le malattie mentali gravi (in particolare la schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo depressivo, disturbi gravi di personalità). Un ruolo importante nell’outcome dei disturbi mentali gravi è quello del clima familiare, per cui sono messi in luce diversi interventi di supporto per i familiari dei pazienti, con focus particolare sulla psicoeducazione.

Anche il concetto di integrazione in psicoterapia è descritto attraverso l’indicazione di alcuni criteri terapeutici ed organizzativi che possano essere utilizzati in maniera flessibile in diversi e specifici contesti: in tal senso vengono indicati gli ostacoli che possono insorgere.

Un capitolo è dedicato alla psicofarmacologia dal punto di vista dell’operatore, il quale si trova a valutare vari fattori nella scelta del farmaco in una prospettiva clinica eppure considerando anche gli aspetti organizzativi e gestionali.

Un argomento correlato trattato è la farmacoresistenza, con puntualizzazioni sui disturbi psicotici e depressivi. È inoltre presente una presentazione degli interventi non farmacologici di brain stimulation, dal punto di vista clinico e biologico.

Un altro tema importante cui viene dato spazio – sia in termini descrittivi che operativi – è la gestione dell’aggressività in ambito psichiatrico, con preziose indicazioni sulla prevenzione, tecniche di de-escalation e la tranquillizzazione.

L’integrazione degli interventi viene esemplificata nella quarta parte del manuale, con modelli di intervento per popolazioni speciali.

Sui disturbi dell’alimentazione viene presentato il quadro della ricerca attuale al riguardo, con le terapie consigliate dalle linee guida e sostenute dalla ricerca, i livelli di assistenza in Italia, nonché le problematiche riscontrate nel nostro paese e alcune proposte di miglioramento dei servizi.

Viene affrontato anche il concetto di “doppia diagnosi”, con esemplificazioni delle doppie diagnosi più riscontrate e un excursus sulle psicosi da sostanze. Altri argomenti trattati sono gli stati mentali a rischio, gli esordi psicotici in preadolescenza e adolescenza e l’organizzazione di un servizio per tali esordi psicotici, gli aspetti specifici dell’intervento sui migranti e rifugiati, gli elementi di base per l’ascolto di persone LGBT, i disturbi severi di personalità, il disturbo da accumulo, il disturbo ossessivo compulsivo, l’ADHD nell’adulto.

Troviamo inoltre utili chiarimenti sull’argomento delle emergenze epidemiche/calamità naturali, con la descrizione dei servizi e tecniche di intervento specifiche.

L’ultima parte del libro è dedicata al lavoro in team introducendolo dapprima come teoria – con riferimenti alla teoria dei giochi e alla leadership generativa – per poi scendere sul campo e presentare aspetti concreti dell’interazione complessa tra i servizi psichiatrici e altre agenzie territoriali.

Un capitolo viene dedicato anche alla sicurezza delle cure in psichiatria, con riferimento alla legge Gelli-Bianco e le sue implicazioni operative.

Gli ultimi capitoli ci illustrano le nuove sfide della psichiatria in ambito computazionale, l’utilizzo/implementazione delle applicazioni digitali e della realtà virtuale in ambito psichiatrico.

Il libro contiene molti schemi sintetici che facilitano la comprensione e aiutano ad avere uno sguardo anche panoramico, oltre che analitico.

Consiglierei vivamente Psichiatria territoriale. Strumenti clinici e modelli organizzativi a tutti i professionisti della salute mentale nel loro aggiornarsi a livello tanto teorico quanto nelle metodologie e nelle pratiche di approccio alle varie specifiche casistiche.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Nicolò, G., Pompili, E. (a cura di) (2021). Psichiatria territoriale. Strumenti clinici e modelli organizzativi. Raffaello Cortina Editore: Milano.
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