Francesca Luzzi nel suo libro La mente strategica descrive le abilità essenziali per sviluppare una mente strategica e alcune strategie per allenarla.
Nell’attuale società del benessere materiale, in cui le abilità insite nell’uomo vengono dimenticate, non sviluppate, non utilizzate dallo stesso che intanto si strugge nel presente alla ricercare della tanto ambita felicità, il libro La mente strategica di Francesca Luzzi, psicologa psicoterapeuta impegnata anche in attività di formazione e coaching, risulta essere una ricca e piacevole lettura, rivolta all’ampio pubblico, che spiega e suggerisce come sviluppare una forma mentis che consente di adattarci in modo funzionale alla realtà e di vivere a pieno.
Ma una mente strategica comprende una serie di abilità e di contro disinnesca una serie di psicotrappole che Francesca Luzzi ci spiega nei diversi capitoli del testo.
Vediamo alcune abilità essenziali per sviluppare una mente strategica:
- Il problem solving strategico, ossia la capacità di trovare soluzioni semplici a problemi apparentemente irrisolvibili, descrivendone le varie fasi che lo compongono (definire il problema, concordare l’obiettivo, analizzare le tentate soluzioni, la tecnica del come peggiorare il problema, la tecnica dello scalatore rifacendosi alla tecnica utilizzata dalle guide alpine che studiano il percorso dalla cima e proseguendo a ritroso, aggiustare il tiro progressivamente);
- Saper danzare armoniosamente tra coscienza ed incoscienza, razionalità ed irrazionalità;
- Strategie e stili di coping;
- Locus of control, inteso come la capacità di controllo personale sugli eventi;
- Senso di autoefficacia;
- Consapevolezza,
- Speranza;
- Ristrutturare il modo di vedere ed approcciarsi agli eventi di vita;
- Resilienza.
La mente resiliente
La resilienza non è una condizione ma
un processo: la si costruisce lottando (George Vaillant).
Come ci ricorda l’autrice, una mente strategica è anche una mente resiliente.
Ma oltre al più comune significato del termine che oggi più o meno tutti noi conosciamo, ossia ripreso da una proprietà dei metalli di resistere agli urti, mi piace molto il riferimento di Francesca Luzzi a un grande esperto in materia, ossia Pietro Trabucchi, che rimanda al termine che deriva dal latino resalio, verbo utilizzato per descrivere il tentativo di risalire sulle barche rovesciate, e continua ricordando come, quando la barca della vita si rovescia, alcuni si affannano per risalirvi ed altri rimangono bloccati, affogando.
Termine oggigiorno molto utilizzato nell’ambito della psicologia ed il settore della crescita personale, ma ciò che spesso appare ingannevole, allontanandoci dall’essere resilienti, risulta l’orientare gli sforzi nel tentativo di eliminare problemi e fonti di stress più che nel risolverli e gestirli.
In questo rientra anche il concetto di responsabilità, che dobbiamo assumere nei confronti delle nostre scelte, nei confronti dei nostri successi quanto dei nostri fallimenti e come ricorda l’autrice attraverso un aforisma di Martin Luther King “può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
Altro aspetto di una mente strategica ed al contempo resiliente è l’essere costante e perseverare perché, facendo ancora l’autrice riferimento a Trabucchi, ci si sofferma su come proprio la perseveranza sia aspetto essenziale più del mito della motivazione, in quanto basandosi su una motivazione intrinseca, la stessa perdurerà di più oltre gli ostacoli e le difficoltà ed oltre ad ogni tipo di ricompensa esterna, aiutandoci ad andare avanti, verso ciò che conta veramente per noi.
Fra le varie pagine del testo l’autrice ci omaggia anche di pezzi di sue esperienze e vissuti, arricchendo dal mio punto di vista il contenuto dello stesso.
L’allena-mente strategico: strategie per allenare la nostra mente
Nel capitolo 7 si entra nel vivo di strategie per allenare una mente strategica. Vediamone alcune:
- Evitare la rigidità mentale, cercando di allenare la mente a sviluppare modi alternativi di approcciarsi alle cose con ad esempio l’esercizio del come se, provando pertanto a sentirci in modo diverso e soprattutto come vorremmo, per riuscire ad agire in modo diverso, aprendoci a nuove scoperte (es. come mi comporterei oggi se mi sentissi ben voluto dagli altri?);
- Coltivare buone abitudini: questa, ci suggerisce l’autrice, può venirci in ausilio quando la motivazione verso un nuovo comportamento o obiettivo da raggiungere viene meno (ci viene suggerita ad esempio la meditazione mindfulness);
- Evitare di evitare;
- Accettare emozioni e pensieri seppur connotati negativamente o quando gli stessi procurano dolore, in tal senso l’autrice ci suggerisce l’approccio narrativo, oramai condiviso quasi in modo univoco per la sua efficacia da diversi approcci teorici;
- Mantenere un dialogo positivo con noi stessi, con gli altri e con il mondo, dove l’unico evitamento legittimo è quello di evitare di voler cambiare gli altri, impegnandoci invece a migliorare noi stessi;
- Coltivare il bello;
- Ridefinire il concetto di successo, in quanto, riflette l’autrice, sembrerebbe oggi sempre più lontano dai nostri valori soggettivi;
E per i nostri piccoli?
L’ultimo capitolo è dedicato a suggerimenti e strategie per favorire lo sviluppo di una mente strategica nei bambini.
L’autrice ci ricorda quanto il concetto stesso di educare significhi tirar fuori, condurre e non sostituirci ai nostri figli, come purtroppo spesso avviene senza neppure rendercene conto, ma diversi studi evidenziano come stiamo paradossalmente in una società del benessere, crescendo sempre più bambini tristi, infelici, depressi, obesi, insicuri…
Allora forse anche in questo caso non un gioco di colpa ma di responsabilità di scelta, scegliere responsabilmente di essere noi dei sani modelli, ricordarci di lodare ad esempio più l’impegno che le doti, cercare di rendere i bambini più autonomi, non sostituendoci a lui/lei ma collaborando dove necessita, recuperiamo il diritto alla noia ed il gioco libero, saper sdrammatizzare con un po’ di sano umorismo i loro piccoli e grandi drammi, insegnare loro sentimenti, emozioni, gratitudine ed umiltà…
Un libro molto bello e ricco non soltanto di informazioni, ma di riflessioni che spesso vengono date per scontate ma forse oggi sempre di più dimenticate e non praticate, un libro che in modo non superficiale e riduttivo si rivolge all’ampio pubblico in modo accessibile. Un libro arricchente e che pertanto mi sento di suggerire non soltanto alla lettura, ma alla messa in atto anche di quanto l’autrice ha sapientemente raccolto dai vai campi delle scienze mediche e psicologiche circa ciò che può contribuire al nostro benessere e descritto all’interno dello stesso.