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Psicoterapia single-session per il disturbo d’ansia sociale: utilità e accettabilità di singole sessioni di ristrutturazione cognitiva e di interventi mindfulness

Lo studio ha indagato utilità e accettabilità di singole sessioni di ristrutturazione cognitiva e di interventi mindfulness in persone con ansia sociale

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 13 Apr. 2021

Lo studio ha esaminato l’accettabilità e l’utilità percepite da individui con disturbo d’ansia sociale, relative sia a strategie di ristrutturazione cognitiva, fondamentali negli interventi CBT, sia a tecniche mindfulness, estrapolate da sessioni di pratica della consapevolezza, riferendosi in particolare a singole sedute

 

La terapia cognitivo-comportamentale (ing. Cognitive-Behavioral Therapy, CBT) e gli interventi basati sulla mindfulness sono trattamenti fondati sulle evidenze ampiamente utilizzati per moltissimi disturbi psicologici. In alcune circostanze, tali terapie possono essere sintetizzate in singole sessioni al bisogno, specifiche per determinati tipi di disturbi. Alla luce di ciò, è interessante prestare attenzione all’opinione dei pazienti riguardo le suddette single sessions. Infatti, anche se molte ricerche hanno dimostrato la loro efficacia, sono stati condotti pochi studi su considerazioni ed atteggiamenti dei pazienti verso questi trattamenti (Shikatani et al., 2019). Le single sessions sono ritenute utili ed accettabili o ad esse si preferisce piuttosto non svolgere alcun tipo di intervento psicologico? In seguito, sarà illustrato uno studio pilota che si è proposto di rispondere a tale interrogativo.

Lo studio di Shikatani e collaboratori ha esaminato proprio l’accettabilità e l’utilità percepite relative sia a strategie di ristrutturazione cognitiva, fondamentali negli interventi CBT, sia a tecniche mindfulness, estrapolate da sessioni di pratica della consapevolezza (Shikatani et al., 2019). In particolare, gli autori hanno indagato l’utilità percepita di singole sedute delle terapie sopracitate in individui con disturbo d’ansia sociale (ing. Social Anxiety Disorder, SAD) per la ruminazione post-evento (ing. PostEvent Processing, PEP), cioè il periodo di intensa riflessione su un evento sociale passato che è tipicamente negativo e di natura ruminativa (APA, 2013; Kocovski, et al., 2005).

Il motivo per cui è stato preso in esame il PEP è che si suppone che esso sia un fattore chiave nel mantenimento del SAD e dei suoi vari sintomi, e ciò ha portato ad una maggiore attenzione nei confronti di questa variabile nello studio in questione. Nella sperimentazione, 58 adulti con SAD e ansia relativa al parlare in pubblico hanno completato diversi questionari sui loro sintomi di ansia sociale e sul loro livello di disagio con l’eloquio, ed hanno inoltre eseguito un discorso improvvisato che inducesse il PEP. In seguito, i partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a singole sessioni di mindfulness, di ristrutturazione cognitiva, o a condizioni di controllo attivo (Shikatani et al., 2019). Le condizioni di controllo consistevano in 20 minuti in cui i soggetti svolgevano un discorso a braccio che non fosse seguito da alcun tipo di sessione terapeutica. In questa condizione è stato detto ai partecipanti che spesso è utile pensare ad eventi passati percepiti come negativi per abituarsi ai pensieri che possono avere su di essi: sono state somministrate queste istruzioni per facilitare la generazione del PEP nei partecipanti. Nella condizione in cui i soggetti hanno partecipato ad un incontro mindfulness di circa 40 minuti, essi sono stati preparati allo svolgimento di alcune pratiche della consapevolezza. In seguito, i soggetti hanno completato un esercizio guidato di 3 minuti incentrato sul respiro e tre esercizi guidati di 7 minuti che incoraggiavano a notare e accettare pensieri ed emozioni relativi al discorso precedentemente svolto.

Nella condizione di ricostruzione cognitiva (circa 40 minuti), è stata fornita ai partecipanti una dettagliata psicoeducazione su ansia, pensieri ansiosi e distorsioni cognitive, ed in seguito è stato svolto un lavoro di modificazione e ristrutturazione dei pensieri disfunzionali. Il giorno seguente, i partecipanti hanno completato un questionario per valutare l’accettabilità e l’utilità percepita della strategia svolta il giorno prima (Shikatani et al., 2019). Gli individui che avevano praticato una sessione di mindfulness e coloro che avevano svolto un intervento di ristrutturazione cognitiva avevano valutato entrambe le strategie apprese nelle singole sessioni come significativamente superiori rispetto alla condizione di controllo attivo per quanto riguardava le misure di utilità attuale e prevista, e avevano considerato un uso continuato della strategia (Shikatani et al., 2019). Per ciò che concerne il confronto tra i due tipi di sessioni singole di ciascun intervento, non sono state trovate differenze significative tra le strategie di mindfulness e di ristrutturazione cognitiva su nessuna delle variabili dipendenti (cioè, credibilità della strategia, utilità percepita, uso continuato previsto e gradimento) (Shikatani et al., 2019).

In conclusione, da questo studio è emerso che singole sessioni di strategie mindfulness e di ristrutturazione cognitiva sono state ritenute utili ed accettabili da persone con SAD. Secondo il campione di soggetti con disturbo d’ansia sociale, infatti, sia la single session CBT, sia quella mindfulness-based sembrano aver passato un esame preliminare che ne ha confermato la validità. Questo primo studio sull’argomento ha mostrato valutazioni favorevoli dei pazienti per le single sessions dei due tipi di terapia in questione. Sarebbe auspicabile ulteriore ricerca sull’argomento per generalizzare tali risultati, nonché per individuare l’utilità e l’accettabilità relative a single sessions di altri tipi di terapia secondo differenti tipologie di pazienti.

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