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Nomofobia: il sottile Confine tra Paura di stare senza Smartphone ed Uso Problematico del Dispositivo

La nomofobia consiste nella paura di rimanere senza il proprio telefono cellulare, e può colpire individui di sesso ed età differenti

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 28 Apr. 2021

Kaviani e colleghi hanno svolto uno studio in merito, che mirava a determinare se la nomofobia potesse aumentare la probabilità di uso problematico dipendente, proibito e pericoloso del telefono cellulare.

 

Al giorno d’oggi vivere senza un telefono cellulare può porre le persone in una posizione di svantaggio. Per molti, non è solo una questione di comodità. Sociologicamente parlando, il desiderio di cercare connessioni in un mondo sempre più individualizzato, di sviluppare un senso di appartenenza in una comunità frammentata e globale, di avere accesso a informazioni illimitate in una società che valorizza e preferisce la conoscenza e di godere della gratificazione istantanea associata alla comodità, non rappresenta, apparentemente, un insieme di motivazioni irrazionali (Bauman, 2001; Bauman, 2000; Lyotard, 1984; Shove, 2003). I telefoni cellulari stanno cambiando il comportamento, le relazioni, la comunicazione e le dinamiche che si verificano nella vita di ognuno di noi. A seguito di ciò, negli ultimi anni è esponenzialmente aumentata la dipendenza dal dispositivo, impiegato per moltissime attività quotidiane, ed è inoltre emersa una nuova fobia: la nomofobia. Questa patologia consiste proprio nella paura di rimanere senza il proprio telefono cellulare, e può colpire individui di sesso ed età differenti.

Kaviani e colleghi hanno svolto uno studio in merito, che mirava a determinare se la nomofobia potesse aumentare la probabilità di uso problematico dipendente, proibito e pericoloso del telefono cellulare. Con “uso problematico dipendente del cellulare” si intende una situazione in cui si ha incapacità di spegnere il telefono, in cui si avverte un senso di vuoto senza di esso e in cui talvolta ci si sente incapaci di vivere. Inoltre, questo tipo di situazione potrebbe generare un’incapacità di resistere all’impulso di usare il telefono. È stato anche documentato l’uso di alcune funzioni del telefono in aree proibite o vietate come biblioteche, cinema, aerei o spazi dove è richiesto il silenzio: questi eventi indicano un “uso problematico proibito del telefono”, anche definito antisociale. Oltre a quest’ultimo, è stato ampiamente documentato l’“uso problematico pericoloso degli smartphone”, che può ad esempio generare una guida distratta o un distratto attraversamento della strada (Bach et al., 2015; Stimpson et al., 2013).

Nello studio di Kaviani e collaboratori, il campione comprendeva 2838 partecipanti (maschi n = 1337 femmine n = 1501) reclutati da varie piattaforme online. Lo strumento utilizzato per misurare la nomofobia era il Nomophobia Questionnaire (NMP-Q), mentre l’uso problematico del cellulare è stato misurato utilizzando il Problematic Mobile Phone Use Questionnaire (PMPUQ-R). I risultati hanno rivelato una forte correlazione positiva tra la nomofobia e tutti e tre i fattori di uso problematico. Oltre alla nomofobia, ulteriori analisi statistiche hanno rivelato che una giovane età e un maggior tempo trascorso al cellulare durante il giorno aumentavano significativamente la dipendenza problematica, l’uso proibito e l’uso pericoloso. Per ciò che concerne il genere, la sperimentazione ha rivelato che i maschi erano più propensi a impegnarsi nell’uso proibito e pericoloso, mentre non sono state trovate differenze di genere significative nell’uso dipendente.

Come sostenuto da questo studio, esibire comportamenti problematici può indicare un’eccessiva dipendenza dal proprio telefono. Per porvi rimedio, non è sufficiente rimproverare l’individuo sul suo comportamento: gli interventi dovranno considerare l’esistenza e le ragioni della nomofobia e come questa possa incoraggiare un uso problematico. Questo potrebbe tradursi in campagne che, piuttosto che moralizzare sull’uso problematico del telefono, riconoscono le importanti funzioni sociali del dispositivo e offrono meccanismi per ridurre i comportamenti problematici senza disconnettere le persone dalla loro rete. Nel frattempo, tra i trattamenti indicati per questa tipologia di disturbo, è stato dimostrato che le pratiche di consapevolezza riducono i comportamenti problematici e pericolosi del telefono cellulare nell’ambito della sicurezza stradale (Feldman et al., 2011). Le tecniche mindfulness, infatti, possono essere efficacemente impiegate per ridurre l’uso problematico dei dispositivi mobili.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Basch, C.H., Ethan, D., Zybert, P., Basch, C.E. (2015). Pedestrian Behavior at Five Dangerous and Busy Manhattan Intersections. J. Community Health. 40, 789–792.
  • Bauman, Z. (2001). The Individualized Society; Polity Press: Malden, MA, USA.
  • Bauman, Z. (2000). Liquid Modernity; Polity Press: Cambridge, UK.
  • Lyotard, J.-F. (1984). The Postmodern Condition: A Report on Knowledge; Bennington, G., Massumi, B., Eds.; Manchester University Press: Manchester, UK.
  • Feldman, G., Greeson, J., Renna, M., Robbins-Monteith, K. (2011). Mindfulness predicts less texting while driving among young adults: Examining attention- and emotion-regulation motives as potential mediators. Personal. Individ. Differ. 51, 856–861.
  • Kaviani, F., Robards, B., Young, K. L., & Koppel, S. (2020). Nomophobia: Is the Fear of Being without a Smartphone Associated with Problematic Use? International journal of environmental research and public health, 17(17), 6024. https://doi.org/10.3390/ijerph17176024
  • Shove, E. (2003). Converging Conventions of Comfort, Cleanliness and Convenience. J. Consum. Policy. 26, 395–418.
  • Stimpson, J.P., Wilson, F.A., Muelleman, R.L. (2013). Fatalities of Pedestrians, Bicycle Riders, and Motorists Due to Distracted Driving Motor Vehicle Crashes in the U.S.; 2005—2010. Public Health Rep. 128, 436–442.
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