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Intelligenza fluida, comprensione delle emozioni e competenza definitoria in soggetti anziani istituzionalizzati e non

Qual è il ruolo dell’ambiente nel mantenimento dell’intelligenza fluida, nella comprensione delle emozioni e nella competenza definitoria in persone anziane?

Di Federica Capriotti

Pubblicato il 12 Apr. 2021

Aggiornato il 16 Apr. 2021 13:24

L’invecchiamento è un processo naturale e irreversibile che provoca modificazioni biologiche, fisiche, psicologiche e sociali. Comporta una riduzione delle abilità psicofisiche e una progressiva involuzione morfologica e strutturale, che con il passare del tempo compromettono le probabilità di sopravvivenza.

Capriotti Federica – OPEN SCHOOL, Studi Cognitivi San Benedetto del Tronto

 

L’invecchiamento comporta un progressivo deterioramento sia a livello biologico e fisico, sia delle principali abilità psico-sociali. Nonostante ciò alcune componenti risultano meglio conservate rispetto ad altre. Tuttavia gli studi mostrano un’ampia variabilità sia tra i diversi individui sia tra le diverse abilità nello stesso individuo.

Molteplici sono le variabili potenzialmente implicate nella conservazione e perdita di abilità nell’invecchiamento tra cui quelle ambientali. La letteratura ha evidenziato come le variabili ambientali siano fondamentali per il benessere psico-fisico, cognitivo ed emotivo-relazionale.

Tra le cause scatenanti dell’invecchiamento è possibile classificare i fenomeni biochimici legati all’invecchiamento in due grandi categorie: quelli che causano alterazioni al patrimonio genetico e che quindi esplicano la loro funzione in maniera più evidente nelle cellule dotate di capacità riproduttive e quelle che invece danneggiano le strutture o altre molecole costituenti le cellule. Nell’ultimo secolo la scoperta degli antibiotici e le sempre più attente pratiche igieniche, hanno aumentato la vita media nei paesi occidentali, riducendo drasticamente la probabilità di morte in giovane età, ma nulla ha ancora ritardato o rallentato il processo intrinseco dell’invecchiamento e la progressiva degenerazione delle funzioni fisiologiche.

Il declino dell’intelligenza fluida

L’intelligenza fluida (Gf), o ragionamento fluido, è la capacità di pensare logicamente e risolvere i problemi in situazioni nuove, indipendentemente dalle conoscenze acquisite. È la capacità di analizzare problemi nuovi, identificare gli schemi e le relazioni sottostanti per estrapolarne una soluzione usando il ragionamento logico. È necessario che tutti i problemi logici, scientifici, matematici e tecnici, siano affrontati con il procedimento del problem solving, adottando il pensiero fluido che comprende sia il ragionamento induttivo che quello deduttivo.

Tra le varie concettualizzazioni relative all’intelligenza, quella del “modello gerarchico” considera tipi diversi di abilità intellettive specifiche non indipendenti tra loro, ma sottese o controllate da un numero più ristretto di abilità di livello più generale. Neppure quest’ultime sono del tutto indipendenti, bensì supportate o collegate a loro volta a un fattore che costituisce la capacità implicata nella manifestazione di tutte le altre abilità: il fattore g. Questa capacità rappresenterebbe la componente fluida dell’intelligenza, mentre le diverse sue manifestazioni rapresenterebbero la forma cristallina. Il fattore g costituirebbe il potenziale intellettivo astratto, prima della sua attuazione, e le sue manifestazioni rappresenterebbero manifestazioni concrete attualizzate e osservabili sul piano comportamentale.

Tradizionalmente si riteneva che lo sviluppo cognitivo si arrestasse con la fine dell’adolescenza. L’età adulta avanzata era associata a un declino cognitivo generale e a stati patologici degenerativi, come la demenza. Ma vi sono sostenitori di una visione diversa secondo cui lo sviluppo viene inteso come un continuo riequilibrio tra nuove acquisizioni e perdita di alcune abilità che caratterizza ogni fase della vita. Ricerche condotte somministrando la WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale) hanno evidenziato che, nonostante l’avanzare dell’età sia caratterizzato da un generale declino dell’intelligenza, il QI verbale non subisce variazioni fino a 70 anni, mentre il QI di prestazione (prove non verbali in particolare visuospaziali) diminuisce a partire dai 45 anni.

Secondo la prospettiva di Baltes [1987], le abilità che si basano sulle operazioni mentali di base o intelligenza fluida, quali il ragionamento, la memoria, l’orientamento spaziale e la velocità percettiva, subiscono un declino, in quanto si riferiscono a situazioni e procedure nuove dove l’anziano incontra difficoltà

Gli anziani meno inclini ad imparare e meno flessibili nel modificare strategie di giudizio e di scelta, che perciò preferiscono usare strategie meno impegnative, fanno fatica a tener presente tutte le informazioni rilevanti, essendo più lenti e più cauti dei giovani. Al contrario le abilità che fanno riferimento alla componete pragmatica, o intelligenza cristallina, come le abilità verbali e numeriche, restano stabili e/o aumentano fino ai 60-70 anni grazie all’accumularsi dell’esperienza. L’intelligenza fluida è legata ai cambiamenti del sistema nervoso e per questo motivo tende a declinare con l’età. Mentre si sostiene che con l’avanzare dell’invecchiamento, l’intelligenza cristallina sviluppi le sue prestazioni cognitive ed abbia una funzione compensatoria rispetto al decadimento dell’intelligenza fluida.

Tuttavia vi è comunque un declino in tutte le componenti dell’intelligenza in tarda età, quando i fattori biologici responsabili dell’invecchiamento fisiologico del cervello e il deterioramento delle funzioni sensoriali diventano predominanti, causando una diminuzione dell’efficacia delle risorse culturali.

Le emozioni

Le emozioni sono parte integrante della nostra vita psichica, determinano il nostro benessere e motivano il nostro comportamento. Esse sono definite fenomeni complessi, che il soggetto deve essere in grado di comprendere e gestire attraverso strumenti cognitivi di interpretazione degli stimoli, dato che sono il centro delle nostre relazioni sociali e uno dei canali comunicativi più importanti. Sono inoltre elementi fondamentali per lo sviluppo dell’individuo e per il suo adattamento efficace all’ambiente.

In età adulta le emozioni vengono regolate in maniera sofisticata grazie all’accumularsi dell’esperienza e delle conoscenze che permettono una maggiore selezione delle relazioni emotivamente significative.

Man mano che l’età avanza si cerca di dare maggiore priorità ai significati emotivi positivi dei vari avvenimenti, rielaborando anche le vicende negative in chiave positiva, e si restringono i contatti sociali alle amicizie più significative. Il controllo della frequenza e della qualità delle relazioni, così come il coinvolgimento sociale, viene interpretato come una strategia da adottare per regolare le emozioni, mantenere il benessere e potenziare la costruzione di un buon invecchiamento.

Vi sono comunque forme di stress a cui l’individuo non può sfuggire, che riguardano il distacco dalla vita lavorativa, perdita di persone care, l’insorgenza di malattie croniche e problemi fisici. Alcuni ricercatori hanno notato che gli anziani usano una combinazione di strategie di coping necessarie per l’adattamento a queste situazioni, focalizzata sulla regolazione delle emozioni e sull’accettazione del proprio stato, come controllo e soluzione degli eventi stressanti, naturale conseguenza dell’avanzare dell’età.

Contrariamente al pensiero comune, la vita sessuale non termina con l’avvento della terza età. Nonostante il declino fisico e biologico che comportano modificazioni delle capacità sessuali, gli anziani non sono affatto asessuati. Una ricerca del CENSIS del 2007 ha rilevato che il 73,4% degli anziani con età compresa tra i 61 e i 70 anni e il 39,1% sopra i 70 anni dichiara di essere ancora sessualmente attivo

Tra le varie emozioni che può provare l’anziano non si può escludere la paura della morte.

L’ansia per la morte è un concetto multidimensionale: in essa vi è una dimensione più consapevole e conscia del morire, legata all’abito sociale e alla cultura di appartenenza, e una dimensione inconscia, difficile da rappresentare e valutare. Se il pensare alla propria morte rende l’anziano angosciato, le ansie per la morte altrui non sono poi così diverse, in quanto essa provoca ugualmente emozioni negative che vanno dalla paura alla rabbia e dalla tristezza alla depressione.

La competenza definitoria

L’acquisizione delle definizioni è correlata allo sviluppo delle abilità cognitive, linguistiche, comunicative, di acculturazione ed istruzione, metarappresentative e metalinguistiche. Per competenza definitoria si intende l’abilità di formulare verbalmente il significato di una parola per mezzo di altre parole (che corrisponde alla regola della parafrasi), utilizzando una frase articolata e con un formato categorizzante al fine di realizzare un’equivalenza semantica tra parole da definire e risposta definitoria. Per definire correttamente il significato delle parole bisogna utilizzare formule aristoteliche, fornendo informazioni rilevanti e pertinenti dal punto di vista dell’interlocutore. Alcuni studi mostrano un declino della teoria della mente a partire dai 55 anni, altri studi dai 70 anni. Le abilità linguistiche sarebbero generalmente preservate negli anziani.

Belacchi e Benelli [2007] hanno proposto una scala per valutare la competenza definitoria a cinque livelli che enfatizza il ruolo delle regole formali morfosintattiche, partendo dal presupposto che solo da un’analisi della struttura linguistica si possa accedere alla rappresentazione piena del significato. Questa scala descrive la comparsa dei requisiti della definizione e la loro progressiva integrazione che rende possibile l’accesso al livello definitorio metalinguistico:

  • Livello I. Non definitorio: assenza di risposta verbale, o risposta “non so”;
  • Livello II. Pre-definitorio: uso del linguaggio come risposta, ma utilizzando una singola parola;
  • Livelli III. Quasi-definitorio: articolazioni formali delle risposte che denotano il primo uso di strategie perifrasiche, ma sempre scorrette e incomplete;
  • Livelli IV. Definitorio non integrato: presenza di enunciati formalmente corretti e completi;
  • Livello V. Definitorio: la frase è integrata nella forma e nel contenuto, che sono entrambi corretti e da un approccio di tipo categorizzante.

Le abilità metarappresentative sono qui operazionalizzate come abilità di rappresentazione degli stati emotivi altrui (Teoria della Mente) e abilità metalinguistica di esplicitare rappresentazioni semantiche culturalmente condivise.

Il ruolo dell’ambiente

Una ricerca condotta al fine di indagare il ruolo dell’ambiente nel mantenimento dell’intelligenza fluida, nella comprensione delle emozioni e nella competenza definitoria in soggetti anziani, ha effettuato interviste a soggetti che vivono in un ambiente familiare e a soggetti che alloggiano in istituto.

Sono stati selezionati 48 anziani di cui 24 istituzionalizzati, ospiti nelle case di riposo Sassatelli di Fermo e Centro Primavera di San Benedetto del Tronto, e 24 non istituzionalizzati che vivono con il coniuge, con i figli o soli. Gli intervistati si dividono in 14 donne e 10 uomini per gruppo. L’età media è di 82.5 anni (range 69-96).

Parte degli anziani in istituto hanno scelto spontaneamente di cambiare la loro residenza. Altri invece hanno necessità di assistenza continua per problemi fisici.

Nessuno degli intervistati ha dichiarato di avere patologie cognitive o linguistiche.

Sono stati utilizzati tre tipologie di test:

  • Test di Comprensione delle Emozioni (TEC – Test of Emotion Comprehesion di F. Pons e P. Harris, 2000) strumento che consente di valutare l’insieme delle componenti della comprensione delle emozioni e di verificare eventuali lacune del profilo evolutivo;
  • Le Matrici Progressive (CPM – Coloured Progressive Matrices di John C. Raven, 1947) con l’intento di fornire una misurazione del fattore g dell’intelligenza;
  • La competenza definitoria degli anziani è stata valutata secondo le direttive del modello Benelli e Belacchi 1999, basato sull’utilizzo di una lista di vocaboli a cui i candidati dovevano attribuire una definizione per ciascuno. Le parole utilizzate sono: pagliaccio, pensare, battere, spionaggio, tristezza, vergogna, innocente, rischioso, arancia, orgoglio, rabbia, costringere, scottare, senso di colpa, biondo, rivalità, felicità, licio, paura, invidia, sorpresa, disgusto.

I risultati della ricerca non hanno evidenziato differenze significative nelle abilità cognitive, metalinguistiche e nella comprensione delle emozioni tra anziani che vivono in casa e anziani istituzionalizzati.

 

Per consultare i dati della ricerca >> CLICCA QUI

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • R. DE BENI, Psicologia dell’invecchiamento, Bologna, Il Mulino, 2009
  • C. SPEARMAN, General intelligence, objectively determined and measured. American Journal of Psychology, 15, 1904
  • C. BELACCHI, T. G. SCALISI, E. CANNONI, C. CORNOLDI, CPM: Coloured Progressive Matrices: Standardizzazione italiana, Firenze, Giunti O.S., 2008
  • P. Baltes, Theoretical Perspectives of Life-Span Developmental Psychology, 1987
  • O. ALBANESE, P. MOLINA, Lo sviluppo della comprensione delle emozioni e la sua valutazione: la standardizzazione italiana del Test di Comprensione delle Emozioni (TEC), Milano, Unicopli, 2008
  • C. BELACCHI, B. BENELLI, Il significato delle parole: la competenza definitoria nello sviluppo tipico e atipico, Bologna, Il Mulino, 2007
  • C. BELACCHI, Abilità metarappresentative nell'età adulta e negli anziani: confronto tra teoria della mente e competenza definitoria, XII Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento, 2019
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