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Il primo feedback negativo allo stage curriculare, il primo shit-posting dell’azienda sui social media: la percepita mancanza di disciplina e self-regulation degli attori sociali millennial

Un'educazione permissiva e il percepito "avere con poco sforzo" hanno dato vita a vari stereotipi verso i Millennial, denigrati oggi col termine snowflake

Di Giovanni Carlo Bruni

Pubblicato il 09 Apr. 2021

La disciplina, come metodo di self-regulation e di resistenza al piacere immediato, è da sempre considerata una metodologia di struttura che porta grande beneficio alla salute psicofisica dell’essere umano. Tuttavia in un’epoca dove il piacere a portata di mano e la distrazione sono sovrani, l’impostazione di una routine dove si possa godere un frutto del lavoro non completamente garantito è vista quasi come un elemento vetusto.

 

Un grande dibattito che in questi anni recenti ha avuto una grande esposizione mediatica è l’ostilità delle generazioni passate nei confronti delle generazioni definite millennial (Stein, 2013).

Di fatto, la generazione in questione, nata con a disposizione mezzi come gli smart device ed avente a disposizione oggetti e manifattura disponibili in poco tempo grazie a veicoli come le app, può ottenere ciò desidera in poco tempo (Leon, 2018).

Questi elementi di visione e di ottica della società, accompagnata da una percepita mancanza di gestione sana delle avversità e da un background familiare coincidente con una crescita senza “no” creanti la frustrazione sana, ha fatto sì che i millennial siano visti con luce negativa dalla società odierna (Hoffmann, 2018).

Elementi come l’aver avuto una educazione troppo permissiva, l’accesso a prodotti con poco sforzo, la perenne distrazione e la percepita pretesa di ottenere il massimo dei risultati quasi senza sforzo ha dato vita ad uno stereotipo e ad un pregiudizio inficiante nei confronti dell’attuazione di una impression management da parte di un appartenente alla generazione in questione (Tulgan, 2016).

Il livello di attacco mediatico e culturale da parte delle generazioni passate è tale che si è contestualizzato pure una visione semantico-sociale di questi attori attraverso il termine denigratorio di “snowflake” (Kehoe, 2018). Con questo termine si ha l’intenzione di indicare uno stereotipico millennial, non capace di affrontare le frustrazioni del mondo e più presente sulle piattaforme social (De Maricourt, 2019).

Questa accusa, da parte del mondo culturale e della società in generale, evidenzia come aspetto fondamentale il fatto che nei nativi digitali il concetto di disciplina sia quasi assente totalmente (Ein, 2014). Infatti, un attacco costante ai nati dopo la Generazione X è che essi siano degli attori sociali poco portati all’adattarsi alle sfide della società, dei costumi e della vita (Tulgan, 2016).

Una impostazione di una disciplina, ovvero di un comportamento dedito alla rinuncia ai piaceri immediati per un periodo prolungato, sacrificandoli per il raggiungimento di obiettivi realistici e realizzabili è considerata essere l’antitesi dell’approccio esistenziale dl un attore della Generazione Y (The Week, 2020).

La mancanza rilevante di atti di self-regulation, di impostazione di obiettivi rilevanti e realistici ottenibili dopo un periodo prolungato di astinenza ai piaceri immediati, considerati essere sani per la struttura psichica dell’uomo e per un vissuto salubre nella ambiente sociale (Bandura, 1991) è quindi indicata come la matrice del peccato delle persone nate fra il 1981 ed il 1996, tanto da considerarli quasi incapaci di imparare i meccanismi di difesa base per vivere una vita sociale (Brailovskaia, Bierhoff, 2020) e lavorativa (Molly, 2017).

L’uso e abuso degli smart device e la bassa resistenza ai fattori dello stress, da un’educazione protettiva e corrispondente ad una disponibilità illimitata a oggetti desiderati in maniera incondizionata, è una delle principali critiche della Accademia economico-sociale (Pînzaru, Florina, et al, 2016) e della Psicologia generale (Trabucchi, 2014).

Attualmente strategie di coping e di attuazioni di strategie ottimali di self-regulation sono oggetto di ricerca accademica (Palmer, 2014), tenendo conto delle altre disfunzionalità che stanno assoggettando gli attori sociali della generazione Y, come l’eccessiva cura della propria immagine (Silva, 2017) e la dipendenza da uso degli strumenti smart (Musa, Saidon, Rahman, 2017).

Ovviamente queste ricerche sono corroborate con la critica analitica e la decostruzione di questi attacchi (Fisher, 2019), nati molte volte per la mancata comunicazione fra le generazioni e il semplice bisogno delle generazioni precedenti di attuare scarico della tensione sui soggetti più giovani (Bristow, 2019).

 

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