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Le critiche tramite messaggi di testo: un valido escamotage o un’arma a doppio taglio?

Le interazioni negative che avvengono attraverso SMS sono in grado di produrre lo stesso impatto di quelle ricevute faccia a faccia?

Di Dominique De Filippis

Pubblicato il 06 Apr. 2021

Ricerche recenti suggeriscono che attraverso gli SMS, adolescenti e giovani adulti discutono e criticano i membri della propria rete sociale (Harrison, Bealing, & Salley, 2015). Ma, il contenuto di tali messaggi avrà lo stesso impatto delle critiche ricevute di persona?

 

I messaggi di testo, o più comunemente gli SMS, rappresentano il principale mezzo di comunicazione, nonostante il costante afflusso di nuove applicazioni di messaggistica mobile e social media (Skierkowski & Wood, 2012). Difatti, essi costituiscono una modalità rapida e conveniente per poter interagire e, di conseguenza, consentono di sviluppare e mantenere i nostri rapporti sociali (Coyne et al., 2011). Ricerche recenti suggeriscono che oramai attraverso gli SMS, gli adolescenti e i giovani adulti discutono e criticano i membri della propria rete sociale (Harrison, Bealing, & Salley, 2015). Ma, il contenuto di tali messaggi avrà lo stesso impatto delle critiche ricevute di persona?

Secondo una prospettiva evolutiva, gli esseri umani hanno un bisogno fondamentale di appartenere e di sentirsi accettati dagli altri (Baumeister & Leary, 1995) e, di conseguenza, i feedback negativi comportano conseguenze dannose per il benessere individuale.

Le teorie cues-filtered out (Culnan & Markus, 1987) sostengono che, nelle comunicazioni, quando il numero di indizi paraverbali – come ad esempio il tono della voce – e non verbali – come le espressioni facciali – si riducono, anche la qualità dell’interazione diminuisce.

Da questo punto di vista, la mancanza di tali caratteristiche che normalmente accompagnano le critiche effettuate di persona, potrebbe effettivamente attenuare le ripercussioni sul destinatario quando giungono sotto forma di SMS.

D’altra parte, però, la mancanza di indizi potrebbe determinare un maggior disagio, a causa dell’ambiguità e dell’incertezza che circonda la suddetta comunicazione (Kelly et al., 2012).

La teoria dell’elaborazione delle informazioni sociali (Social Information Processing Theory- SIPT) sostiene che, nonostante la mancanza di espressioni non verbali nella comunicazione mediata dal digitale, gli utenti sono motivati a migliorare la comunicazione e, di conseguenza, sono in grado di sviluppare strategie che consentano di massimizzare l’utilizzo degli indizi disponibili (Walther, 1992, 2011). Tra queste rientra, ad esempio, l’aggiunta delle emoticon, che sembra fornire un maggior significato e possibilità interpretative ai messaggi.

Dunque, secondo la teoria, le osservazioni critiche fatte tramite SMS potrebbero avere lo stesso impatto, se non peggiore, sul benessere emotivo del ricevente.

Consideriamo ad esempio un mittente che potrebbe intenzionalmente inviare un messaggio di testo terso o ritardare la sua risposta al messaggio di qualcuno come un mezzo per segnalare la sua ostilità. D’altra parte, una risposta inviata in ritardo potrebbe semplicemente significare che il mittente è impegnato in altri compiti.

In altre parole, esistono un certo numero di strategie che possono essere utilizzate per comunicare sentimenti negativi tramite SMS, ma queste strategie possono essere facilmente fraintese.

Di conseguenza, si potrebbe sostenere che le interazioni negative che avvengono attraverso questa modalità sono in grado di produrre lo stesso impatto di quelle fatte faccia a faccia.

I risultati contrastanti emersi dalle indagini finora condotte potrebbero essere dovuti in parte a una mancanza di attenzione alle differenze individuali nelle risposte alle critiche. Ad esempio, è stata data poca attenzione al potenziale ruolo della mindfulness di tratto nel contesto della comunicazione mediata dal digitale.

La mindfulness è stata definita come la consapevolezza delle esperienze che avvengono nel momento presente, senza essere giudicanti (Kabat-Zinn, 1994).

Sulla base dei primi studi, livelli più bassi di consapevolezza sono stati collegati a livelli più alti di uso problematico di internet tra gli adolescenti (Gamez-Guadix & Calvete, 2016) e, soprattutto, è emerso che questi soggetti sono più predisposti a rispondere in modo impulsivo quando sono impegnati in una comunicazione mediata dal digitale (Peters et al., 2015).

Sulla base di quanto appena esposto, appare fondamentale comprendere se l’impatto emotivo esercitato dalle critiche espresse tramite SMS si differenzi rispetto a quando tali feedback vengono comunicati di persona e se la mindfulness di tratto possa svolgere un ruolo protettivo rispetto alle critiche ricevute, a prescindere dalla modalità di comunicazione.

DeClerck e colleghi (2018) hanno condotto una ricerca su un campione costituito da 172 giovani adulti. Questi ultimi sono stati assegnati, in maniera casuale, a tre condizioni sperimentali: il primo gruppo è stato sottoposto a critiche tramite messaggi di testo, il secondo, ha ricevuto feedback negativi di persona e, il terzo, ha costituito il gruppo di controllo.

Ciascun gruppo è stato sottoposto ad un compito che richiedeva loro di esporre un discorso dinanzi ad una commissione e, in seguito, è stato chiesto loro di effettuare alcune operazioni matematiche. Successivamente tutti i partecipanti, fatta eccezione per il gruppo di controllo, hanno ricevuto dei feedback adattati per ciascuno di loro.

Secondo quanto emerso, l’impatto emotivo sui partecipanti assegnati alle due differenti condizioni sperimentali era pressoché identico. Tuttavia, rispetto alle differenze individuali, si è visto come coloro i quali mostravano livelli inferiori della mindfulness di tratto hanno riferito di essersi sentiti maggiormente feriti dalle critiche ricevute tramite SMS.

Nel complesso, i risultati sono coerenti con le ricerche precedenti che dimostrano che le interazioni sociali negative possono avere un impatto significativo sul benessere emotivo, indipendentemente dal fatto che avvengano o meno attraverso la comunicazione mediata dalla tecnologia (Filipkowski & Smyth, 2012).

Inoltre, il significativo ruolo moderatore della mindfulness nel contesto della comunicazione tramite SMS mostra l’importanza di considerare le caratteristiche del destinatario del messaggio, soprattutto quando quest’ultimo è caratterizzato da un forte contenuto critico.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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